È allarme cybersecurity in Italia. Il nostro paese è sempre più nel mirino di criminali informatici e la sicurezza informatica è ulteriormente peggiorata. Nell’ultimo anno, il fenomeno del cybercrime, infatti, non solo ha continuato a crescere, ma ha accelerato e si è intensificato.
A spiegare lo stato dell’arte della materia è l’ultimo Rapporto Clusit 2023 pubblicato dall’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica (Clusit) che ha analizzato i primi sei mesi dell’anno in corso.
+40% di attacchi cyber rispetto al 2022
Nonostante un rallentamento nella crescita dei crimini informatici a livello globale (11% rispetto al 21% dell’anno scorso), nel primo semestre del 2023, l’Italia ha registrato una crescita del 40% negli attacchi cyber rispetto al 2022. Un incremento di attacchi quasi quattro volte superiore rispetto alla media globale. Gli attacchi verso bersagli italiani rappresentano il 9,6% del campione totale per un totale di 1382 attacchi con il picco maggiore registrato ad aprile con 262 attacchi.
“Considerato che l’Italia rappresenta il 2% del PIL mondiale e lo 0,7% della popolazione, questo dato fa certamente riflettere”, ha affermato Gabriele Faggioli, presidente di Clusit.
Negli ultimi 5 anni, la situazione della cybersecurity è nettamente peggiorata, con un trend costante di crescita. Nel confronto tra il primo semestre del 2018 e quello del 2023, il numero di attacchi rilevati è aumentato dell’86%, passando da 745 a 1.382. E se a livello mondiale gli attacchi sono aumentati del 61,5% dal 2018, in Italia la crescita complessiva ha raggiunto il 300%.
Ma a preoccupare non è solo l’aumento della frequenza degli attacchi, ma anche la gravità, evidenziata da una costante crescita dell’indice di Severity. La media mensile di attacchi gravi è salita da 124 a 230, quasi 8 al giorno. In cinque anni, sono stati registrati 505 attacchi particolarmente gravi che hanno coinvolto entità italiane, di cui 132, corrispondenti al 26%, si sono verificati nel primo semestre del 2023.
La tipologia di cyber attacchi in Italia
La maggioranza degli attacchi noti in Italia è attribuibile alla categoria Cybercrime, rappresentando il 69% del totale, con un significativo calo percentuale rispetto all’anno precedente (nel 2022 erano al 93,1%). Nonostante la diminuzione percentuale, è importante notare che in termini assoluti gli attacchi di cybercrime continuano a crescere incessantemente, registrando 91 incidenti solo nei primi 6 mesi del 2023.
Gli attacchi classificati come Hacktivism hanno invece registrato una crescita notevole, attestandosi al 30% nel primo semestre 2023, rispetto al 6,9% del 2022. In Italia, la quota di attacchi di hacktivism è significativamente superiore alla media globale (7,7%), con oltre il 37% di attacchi totali rivolti alle organizzazioni italiane. Questi attacchi dimostrativi, spesso con finalità politiche, si moltiplicano, coinvolgendo enti e aziende nel Paese, con particolare attenzione al contesto geopolitico, in particolare al conflitto in Ucraina.
La categoria Spionaggio/Sabotaggio rappresenta l’1% del campione, e in Italia, per entità e numerosità, si tratta della prima volta che si riscontrano incidenti in questa categoria dal 2020.
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I settori maggiormente colpiti in Italia
Nella distribuzione delle vittime, la categoria più colpita da attacchi è ancora una volta il settore Government, rappresentando il 23% del totale, seguita a breve distanza da Manufacturing con il 17%. Questa ripartizione differisce significativamente da quella del campione globale, dove le stesse categorie contribuiscono rispettivamente al 12% e al 5% degli attacchi, occupando la terza e la settima posizione.
Gli attacchi rivolti al settore Manufacturing in Italia rappresentano il 34% del totale degli attacchi globali a questo settore. Nonostante non sia possibile affermare che i criminali mirino al nostro paese con maggior interesse rispetto ad altri, è evidente che la percentuale di successo delle loro attività in Italia è influenzata sia dalle caratteristiche del tessuto economico e sociale del paese che dai fattori che guidano l’evoluzione della digitalizzazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.
Il settore che ha registrato il maggiore aumento di incidenti gravi rilevati è Financial / Insurance, che salta al quarto posto con il 9% di attacchi (era il 3,7% nel 2022). Il numero di attacchi in questo settore nei primi 6 mesi dell’anno supera già il totale degli attacchi avvenuti nell’intero 2022. Questo trend negativo è influenzato principalmente dalla comparsa di un numero crescente di attori, come le fintech, e dall’ampio ricorso all’esternalizzazione di processi e servizi bancari e assicurativi. Questo è uno dei motivi per cui la BCE ha introdotto i primi stress test sulla cybersecurity per valutare la preparazione e la resilienza delle banche in Europa.
La categoria Multiple Targets mostra un significativo aumento, passando dal 10,6% nel 2022 al 16,7% nel primo semestre del 2023. Una tendenza che è in contrasto con il resto del mondo, che registra una riduzione dal 22% nel 2022 al 20% nel primo semestre del 2023. Gli attacchi non mirati o campagne generalizzate, sebbene incidano in modo meno rilevante in Italia rispetto al resto del mondo (20% del totale delle tipologie di vittime), continuano a causare incidenti con effetti consistenti nel paese. Se questo andamento persistesse anche nel prossimo semestre, la crescita sarebbe del 120%.
In aumento anche il settore Transportation/Storage mentre diminuisce leggermente il peso percentuale delle categorie Manufacturing e ICT, nonostante gli attacchi in valore assoluto mostrino un aumento in entrambi i casi. A differenza del trend globale, il settore Healthcare in Italia di mantiene stabile. Mentre a livello mondiale il settore sanitario è il più colpito, in Italia ha arrestato la crescita in classifica da qualche tempo.
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Le tecniche di attacco
Rispetto al 2022, il malware, con particolare riferimento ai ransomware, rimane la principale tecnica di attacco utilizzata dai criminali, rappresentando il 31% degli attacchi. Tuttavia, questo è un calo significativo rispetto al 53% registrato nel 2022 ed è anche inferiore di 4 punti percentuali al dato globale.
La minore percentuale indica un cambiamento rilevante nelle modalità e nelle finalità degli attacchi, suggerendo che gli attaccanti stanno ottenendo i loro scopi con maggiore efficacia utilizzando tecniche diverse. Al contrario, gli attacchi DDoS registrano una notevole crescita, aumentando dal 4% nel 2022 al 30% nel primo semestre del 2023, una quota cinque volte superiore. In Italia, l’incidenza di attacchi DDoS è estremamente più elevata rispetto al campione complessivo, rappresentando il 37% del totale di tali eventi censiti. Gli attacchi DDoS sono spesso utilizzati dagli hacktivist per interrompere servizi online e attirare l’attenzione mediatica su cause politiche o sociali, evidenziando la scarsa capacità di difesa delle vittime.
In aumento anche il dato degli attacchi di phishing e ingegneria sociale che in Italia colpiscono in modo significativo rispetto al resto del mondo, rappresentando il 14% contro l’8,6% a livello globale. Diminuisce la percentuale di incidenti basati su vulnerabilità note (4% rispetto al 6% nel 2022), mentre emerge una quota di attacchi “web-based” (1,5%). Nonostante ci siano ancora situazioni in cui non è possibile identificare la tecnica primaria dell’attacco (Unknown, 18% rispetto al 21% a livello globale), tali attacchi sono presenti in quantità limitata. La categoria Multiple Techniques, che include gli attacchi più avanzati, è ancora pressoché assente in Italia, confermando l’ipotesi espressa nel 2022.
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