L’inflazione spinge l’export alimentare nel 2022. Il Rapporto 2022 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari realizzato dal CREA Politiche e Bioeconomia registra una crescita del 14,4% nel 2022 per le esportazioni del Made in Italy agroalimentare, che si avvicinano alla soglia dei 60 miliardi di euro (+16%), grazie principalmente alla crescita dei prezzi internazionali. Il trend è generalizzato e riguarda quasi tutti i principali mercati e prodotti. Fanno eccezione le mele, in calo sia in valore (-2,1%) sia in quantità (-3,6%), e i vini rossi Dop, per i quali gli incrementi in valore nascondono contrazioni dei volumi esportati (-10%). Tuttavia, grazie alle vendite di altre tipologie di vini, come i bianchi Igp o i frizzanti Dop, nel primo semestre 2023 si registra una complessiva tenuta del comparto.
Boom dell’export agroalimentare italiano
Ottima la performance delle vendite di pasta (+38% in valore) e conserve di pomodoro (+28%), rispetto all’anno precedente. Crescono in valore di oltre il 20% anche le vendite di altri importanti prodotti del Made in Italy, come l’olio di oliva e il caffè torrefatto (+13,4% in valore e +3,5% in quantità). Nel 2022 l’area Ue concentra il 58% delle vendite e il 68% degli acquisti, quote in leggero calo rispetto al 2021. Inoltre, nonostante la Brexit, le esportazioni verso il Regno Unito aumentano di oltre il 13%.
Il Nord America rimane il primo mercato di destinazione extraeuropeo proprio grazie al Made in Italy mentre per le importazioni il continente asiatico rimane la principale regione d’origine.
Proprio dal lato importazioni, l’aumento interessa molti dei principali prodotti ed è particolarmente marcato per olio di semi, caffè greggio e mais. Nell’ultimo anno calano gli acquisti in volume di prodotti ittici, dopo la netta crescita del 2021.