Aiuto, devo mettermi a dieta. È il risultato, paradossale, del successo del titolo Novo Nordisk, il colosso danese leader nell’insulina che sta bruciando ogni record grazie ad Ozempic, il farmaco anti-obesità che sta rivoluzionando le terapie contro l’eccesso di peso. Ma ha anche scatenato un fenomeno finanziario quasi inedito, con risvolti curiosi.
Novo Nordisk batte Lvmh: è il titolo numero uno in Europa
Ad inizio settimana il titolo della società danese è diventato il numero uno d’Europa per valore di Borsa, con una capitalizzazione di 430 miliardi di dollari, davanti a Lvmh, frenata nel frattempo dai minori acquisti cinesi nel lusso. Al terzo posto Nestlé, regina del mercato fino al 2022.
A spingere al rialzo la quotazione sono gli eccezionali risultati di vendita in Usa dove i ricavi dell’Ozempic sono saliti del 344% nei primi sei mesi, nonostante il razionamento dell’offerta del farmaco, in attesa di un aumento della produzione.
Quasi all’improvviso Novo Nordisk si è scoperta così troppo piccola per soddisfare la domanda crescente, ma anche troppo grande per il suo mercato di riferimento principale. Il titolo da solo vale circa la metà dell’indice di Copenaghen, ove peraltro brillano azioni del calibro di Lego, della birra Carlsberg o del colosso dei container Maersk.
Il paradosso di Novo Nordisk: investitori obbligati a vendere azioni
Il risultato è paradossale. Per rispettare le regole del mercato europeo, che impongono ai fondi di investimento il limite del 10 per cento investito in un solo titolo, gli investitori istituzionali locali sono obbligati a vendere azioni di Novo Nordisk per rispettare i limiti a vantaggio della rivale Usa Eli Lilly che produce il marchio concorrente, Mounjaro.
Tutto ciò non ha impedito a Novo Nordisk, che ha sede in un ridente sobborgo della capitale immerso nel verde, di assicurare alla Danimarca un incremento record del surplus della bilancia commerciale: il 13% nel 2022 contro l’8,8% dell’anno precedente. Meglio dei record dell’export stabiliti dalla Germania negli anni buoni.
Il successo di Novo Nordisk gonfia i conti della Danimarca
Grazie a questi risultati brillano i conti della finanza pubblica del Regno (5,9 milioni di abitanti): a fronte dei problemi delle finanze pubbliche del resto della Ue, spicca il +3,4% di attivo, “frutto – come spiega l’economista Palle Sorensen di Nycredit – del successo di Novo Nordisk che ha provocato un enorme afflusso di valuta, che ha spinto al rialzo la corona danese”. Un problema per la banca centrale, costretta a tenere il livello dei tassi sotto quello praticato dalla Bce per evitare che la moneta prenda il volo. Oltre ad effettuare massicci acquisti di valuta locale per mantenere il tasso di cambio ancorato all’euro ed evitare così “l’effetto Nokia”, ovvero l’eccessiva dipendenza dell’economia da un solo settore che colpì come un boomerang la Finlandia a fine millennio.
Insomma, la medicina che promette di ribaltare le cure contro l’obesità sta mettendo a dura prova le regole della Borsa ma anche l’andamento dell’economia di un intero Paese.
Per non parlare della rivoluzione che si sta imponendo a mano a mano che legislatori, compagnie di assicurazione ed industrie del largo consumo prendono atto della novità “silenziosa”, visto che Novo Nordisk si astiene da qualsiasi forma di pubblicità. Ma questo non ferma la corsa della medicina che in borsa è costretta a dimagrire per stare nelle regole.