Una notizia che bisogna rileggere due volte per capire se si è compreso bene il contenuto e, in ogni caso, si pensa più ad un errore di un automatismo che non fa eccezioni di alcuna sorta, piuttosto che ad una vera scelta umana. Eppure, Vito Procacci, ex direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, che durante i mesi più difficili della pandemia ha salvato la vita a circa 8.600 pazienti, di cui 1.600 ventilati meccanicamente, la multa dell’Ispettorato del lavoro del capoluogo pugliese se l’è vista arrivare per davvero.
Quindi, una decisione presa da persone in carne e ossa o l’applicazione di un algoritmo che non guarda in faccia a nessuno? Ad aver ricevuto la sanzione sono stati tanto il direttore Procacci quanto i suoi colleghi, direttori di reparti intensivi, sempre impegnati durante il periodo del Covid. La multa che dovrebbe pagare Procacci è pari a 27.100 euro. La disumanizzazione dei rapporti di lavoro ha il suo nuovo colmo.
Procacci non vuole ancora credere di dover ricorrere all’intervento degli avvocati (il Policlinico ha impugnato l’avviso di accertamento), per questo ha scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dice la lettera: “Dopo tutto l’impegno profuso da me e dalla mia meravigliosa équipe nel contribuire orgogliosamente a rendere un essenziale servizio ai cittadini, in nome del giuramento di Ippocrate e dell’articolo 32 della Costituzione, le affido tutta l’amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo ma nel quale ad oggi faccio fatica a riconoscermi. Nei giorni scorsi io e i miei colleghi, direttori di reparti intensivi, impegnati nel periodo Covid, siamo rimasti allibiti nell’aver ricevuto dal locale ispettorato del lavoro una pesante e paradossale sanzione amministrativa. Tutto ciò, per aver adempiuto al nostro dovere ineluttabile di operatori sanitari durante il periodo tragico dell’emergenza Covid.
Il commento del Presidente dell’Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli: “Siamo all’incredibile. Invece di ringraziare i sanitari per essersi impegnati oltre l’orario dovuto in un momento di grande emergenza, si sanzionano i medici per i troppi straordinari. Non è in dubbio che i diritti dei lavoratori vadano difesi sempre e gli orari di lavoro debbano essere adeguati alla normativa vigente. Ma ci trovavamo di fronte ad una situazione eccezionale. Dove era l’ispettorato del lavoro quando, ben prima della pandemia, denunciavamo le carenze di personale? E dove è ora? Perché non mandano oggi un’ispezione all’ospedale di Brindisi o in certi reparti del Policlinico? Abbiano allora il coraggio di far chiudere gli ospedali che hanno tali carenze di personale da rendere impossibile ai medici di svolgere il proprio lavoro nel rispetto delle norme. Esprimo la mia solidarietà al collega Procacci, al suo staff e a tutti gli altri colleghi che si sono visti recapitare la sanzione. Un grazie a tutti i medici che hanno dato la loro disponibilità in quel momento drammatico per il Paese. Sentirò il Ministro del lavoro su questo tema – aggiunge Anelli – perché non è accettabile che da un lato lo Stato conferisca ai medici la Medaglia d’oro alla sanità pubblica per aver messo al primo posto l’assistenza ai pazienti e poi li sanzioni per aver lavorato troppo in un momento di emergenza”.