Dall’Europa arriva una mazzata pesantissima per l’industria italiana delle apparecchiature professionali, numero 1 per export, qualità e innovazione.
L’Europa, con una nuova fuga in avanti, il nuovo regolamento F-Gas, apre alla Cina il mercato del freddo e del gelato professionali, settori dove l’Italia vanta – e rischia di perdere – primati straordinari. Bloccando proprio l’attività di questa nostra industria. Tanto che l’associazione confindustriale del settore, EFCEM-APPLIA parla di “delitto perfetto”.
Si tratta del nuovo Regolamento F-Gas che avrebbe l’obiettivo di ridurre in tempi vicinissimi le emissioni di gas fluorurati ad effetto serra. “Pur condividendo le finalità previste, – dichiara Andrea Rossi, Presidente Efcem Italia – dobbiamo constatare che il nuovo Regolamento F-Gas così concepito avrà effetti potenzialmente devastanti sulle apparecchiature professionali quali abbattitori di temperatura, produttori di ghiaccio, macchine per il gelato”.
I punti critici del nuovo regolamento
Sono ben cinque i punti estremamente critici di questo incombente regolamento. Innanzitutto le nuove restrizioni, che richiedono investimenti molto impegnativi e tempi lunghi, vengono imposte entro il vicinissimo 2025, una follia tecnica e economica.
Seconda imposizione: non solo non sarà permesso vendere sul mercato europeo le attrezzature attuali, ma ne sarà addirittura vietata l’esportazione. E su mercati dove non esiste nessuna restrizione…L’export dei tre settori supera l’80%, in particolare il comparto di assoluta eccellenza, quello delle macchine per gelaterie (oltre 5 miliardi di fatturato) il riferimento mondiale, richiesto in tutti i continenti quale simbolo di un made in Italy impareggiabile.
Grazie al Regolamento del Consiglio e del Parlamento europeo, i mercati mondiali del freddo e della gelateria in forte crescita verranno automaticamente consegnati ai competitor e in particolare ai cinesi.
Terzo punto, il divieto d’immissione sul mercato europeo con scadenze progressive a partire dal 2025 per le apparecchiature di refrigerazione citate, di fatto non consentirebbe all’industria di introdurre refrigeranti alternativi, riprogettare, sviluppare, verificare e validare la sicurezza delle apparecchiature in tempi così brevi.
Quarto punto critico: anche riuscendo a sviluppare nuove apparecchiature secondo le normative restrittive, avrebbero dimensioni maggiori e consumi più elevati contraddicendo proprio gli obiettivi che il regolamento intenderebbe raggiungere.
Quinto punto: i settori considerati sono costituiti in gran parte da PMI che andrebbero incontro a notevoli difficoltà nel reperire gli onerosi finanziamenti necessari.
Le associazioni di settore: “Un disastro per la nostra economia”
“In conclusione, nessun vantaggio per l’ambiente e un disastro per la nostra economia, un paradosso ingiustificabile – ha sottolineato Rossi – EFCEM Italia fa appello agli Stati membri, e in primis alle autorità nazionali di correggere questi effetti distorsivi introdotti dal regolamento prevedendo misure specifiche a tutela della produzione nazionale ed europea, della sicurezza dell’utente e della salvaguardia dell’ambiente”.
Non verranno favoriti solo i competitor stranieri sui mercati europeo e mondiale, ma anche le multinazionali che pare stiano già investendo per adeguare macchinari e impianti, diventando così ancora più forti e pronte a comprare le migliori nostre PMI dell’hospitality, del food tech, del turismo.
A rischio crisi anche le Pmi della climatizzazione
Ma c’è di più; di recente le Pmi italiane rimaste nel settore della climatizzazione residenziale che hanno di recente effettuato investimenti notevoli per l’ecosostenibilità di processi e prodotti sono a forte rischio di crisi.
Sono pronte a entrare in vigore normative stringenti sui gas fluororati dei climatizzatori monoblocco che hanno posto il 2027 come limite entro il quale le aziende devono adeguarsi. Ricordiamo che per gli split invece il limite è il lontano 2035.
I termini esatti di questa presa di posizionedi Bruxelles sono elencati in una recentissima release di Applia Europe: “Dopo lunghi e turbolenti negoziati-dichiara Applia Europe – i co legislatori dell’Ue sono giunti a un accordo provvisorio su un divieto totale dei gas fluorurati. L’eliminazione graduale si applicherà già a partire dal 2027 per alcune applicazioni di prodotti, spazzando via dal mercato le tecnologie pulite all’avanguardia, comprese le pompe di calore, e lasciando ai consumatori opzioni meno efficienti.
La misura avanzata dal Parlamento europeo impone all’industria di investire milioni di euro nello sviluppo di nuovi prodotti, per i quali una valutazione d’impatto verrebbe effettuata solo a posteriori. In altre parole, i divieti sono stati stabiliti prima di valutare se esistano alternative economicamente vantaggiose, tecnicamente fattibili, efficienti dal punto di vista energetico e affidabili che rendono possibile la sostituzione dei gas fluorurati”.
Progettare sistemi-ricorda Applia Europe, che funzionano in modo altrettanto efficiente con le nuove alternative ai refrigeranti attuali richiede tempo e ricerca, con implicazioni finanziarie sia per i produttori che per i consumatori. E pare che siano a rischio chiusura PMI e indotto collegato che ancora resistono alla competizione spesso sleale di produttori operanti in paesi dove non esistono le minime condizioni sociali e ambientali di lavoro.