Il metodo è innovativo, ma il tema è intricato. Domani Ursula von der Leyen avvia i dialoghi con rappresentanti dell’industria e dell’agricoltura europei sulle prospettive dell’idrogeno nell’economia. Per accelerare le tappe della transizione energetica la Commissione punta ad un’estensione del sistema degli acquisti congiunti. Cosa sono? Sono gli approvvigionamenti di beni necessari a più paesi fatti in modo unitario. Sono stati sperimentati per l’acquisto dei vaccini durante il Covid e poi per l’acquisto di gas dopo l’invasione dell’Ucraina.
La Commissione cerca ora di costruire un fronte unitario anche nell’acquisto di idrogeno per gli obiettivi del Green Deal al 2030 e 2050. Ursula von der Leyen è determinata a dare nuovo impulso ad un progetto-cardine che ha segnato la sua presidenza. Cerca risultati ancora migliori rispetto quanto è stato realmente fatto. L’opzione verde non è stato un cammino facile perché modificare l’assetto di un’economia matura per difendere il pianeta richiede molta condivisione.
I consumi di gas e petrolio restano elevati, le emissioni di CO2 non sono calate nella misura ipotizzata, nonostante le fonti rinnovabili siano in salita. Eolico e fotovoltaico nel 2022 hanno raggiunto il 40% e superato- per la prima volta- le fonti fossili. Rispetto al dialogo con industria e agricoltura sull’H2O il pensiero corre anche alle elezioni del nuovo parlamento europeo a giugno 2024. Il tema dell’energia sarà cavalcato sia dalla destra che dalla sinistra con argomentazioni contrapposte, secondo gli scenari immaginati per un’Europa innovativa o conservatrice. Sulla transizione energetica in ogni Paese ci sono stati successi e sconfitte che pesano comunque sulla presidenza “arcobaleno” che ha sostenuto Ursula. Avere come alleati le forze produttive dà certamente maggiore forza al progetto della transizione.
Una fonte contro i cambiamenti climatici
La partita dell’idrogeno è molto complessa sebbene sia considerata una risorsa decisiva. Produrlo vuol dire affrontare alti costi per l’elettrolisi. A novembre la Banca europea dell’idrogeno, di recente istituzione, dovrebbe pubblicare la prima gara per acquisto o produzione all’interno dell’Ue della fonte pulita per arrivare all’obiettivo di 20 milioni di tonnellate.
Il vice presidente della Commissione è responsabile per l’Ambiente Maros Sefcovic ha fatto il paragone con la piattaforma energetica per gli acquisti di gas ed ha concluso che quello strumento “sta dando risultati eccellenti e costanti nell’aggregazione della domanda di gas”. La piattaforma del gas è nata dopo la guerra in Ucraina e Ursula von der Leyen ha firmato con il presidente americano Joe Biden il più grande ed oneroso accordo per 50 miliardi di metri cubi di LNG: niente più gas dalla Russia e le rinnovabili non sostengono tutto l’apparato produttivo.
L’idrogeno dovrà crescere per contrastare la crisi climatica. Il pacchetto Fit for 55 vuole azzerare completamente le emissioni nocive al 2050, per cui tutto ciò che l’attuale Commissione riuscirà a fare prima di lasciare l’anno prossimo sarà una dote per chi verrà dopo. Le posizioni che negano il declino del pianeta per mano dell’uomo ci sono, eccome. Creare le condizioni per avere a disposizione l’idrogeno nei prossimi anni, dal punto di vista politico significa indebolire posizioni ambigue e dare più forza a chi crede in un passaggio epocale , produttivo del Vecchio Continente.