Portogallo paradiso fiscale? Dal 1° gennaio 2024 non più. Ad annunciare la notizia bomba il primo ministro Antonio Costa: stop alle agevolazioni fiscali per i pensionati stranieri che si trasferiscono in Portogallo. Una vera doccia fredda per le decine di migliaia di stranieri, italiani compresi, che guardano a questo Paese come la meta migliore dove trasferirsi vista la possibilità di beneficiare di un regime fiscale agevolato che ne aumenta l’importo dell’assegno percepito. Ma perché il governo portoghese ha deciso di fare questo passo indietro? Andiamo con ordine.
Portogallo: come funzionano le tasse per i pensionati stranieri?
L’Italia ha sottoscritto con una serie di Paesi, tra cui il Portogallo, una convenzione che vieta il regime di doppia imposizione fiscale, dando così la possibilità al pensionato che decide di trasferirsi all’estero di pagare le tasse solamente nel Paese in cui sposta la residenza (e con l’obbligo di risiedervi per almeno 6 mesi l’anno). Nel 2009 il Portogallo, a quel tempo schiacciato dalla crisi del debito, ha deciso di introdurre un’esenzione totale delle imposte per un periodo decennale al fine di attirare i capitali esteri. L’importo netto della pensione percepita, dunque, era lo stesso di quello lordo.
Poi nel 2020 c’è stato un primo freno, con l’introduzione nel 2020 di una flat tax del 10% sulla pensione, rendendo però sempre conveniente il trasferimento viste le regole di tassazione più penalizzanti previsti negli altri Paesi. Tutto questo almeno fino al 1° gennaio 2024, quando i pensionati stranieri dovranno dire addio ai forti sconti fiscali e si vedranno le stesse regole d’imposta previste per i pensionati locali. Il regime di esenzione resta però in vigore per coloro che lo hanno già ottenuto, ha precisato il primo ministro portoghese in una conferenza stampa.
Stop agevolazioni fiscali ai pensionati stranieri: ecco perché
I motivi sono diversi. Da una parte ci sono le pressioni di Bruxelles che raccoglie i rilievi dei Paesi membri che si vedono sottratte fette consistenti di entrate fiscali, dall’altra le proteste della popolazione portoghese che guardavano con fastidio la disparità di trattamento fiscale. Ma soprattutto, ha motivato Costa, è necessario contenere l’aumento dei prezzi degli immobili, schizzati alle stelle anche per colpa delle agevolazioni fiscali. “Il mantenimento di tale misura in futuro equivarrebbe a prolungare una misura di ingiustizia fiscale ingiustificata, e sarebbe un modo indiretto per continuare ad aumentare i prezzi nel mercato immobiliare”, ha spiegato Costa.
L’arrivo in massa stranieri ha gonfiato il mercato immobiliare che si è trasformato in una bolla pericolosa. I prezzi delle case sono saliti e gran parte dei portoghesi sono stati sfrattati e costretti ad alternative più economiche. Secondo uno studio della Fondazione portoghese Francisco Manuel dos Santos, tra il 2012 e il 2021 il costo degli alloggi è aumentato del 78% in Portogallo, rispetto al 35% nell’intera Unione europea. Nel secondo trimestre del 2023, l’affitto medio è inoltre aumentato di un altro 11% su base annua, secondo i dati ufficiali pubblicati la scorsa settimana. Anche per questi motivi, i residenti portoghesi sono scesi in piazza nei giorni scorsi per chiedere l’intervento del governo. E così è stato, considerato che sono state introdotte anche misure per contenere i prezzi degli immobili, ad esempio concedendo un tasso ridotto per due anni a chi sta pagando un mutuo.
Quanto si pagherà di tasse?
Anche in Portogallo si applica un sistema progressivo. Senza le esenzioni fiscali, sarà ancora conviente per i pensionati trasferirsi in Portogallo? Eccetto nel caso dei pensionati italiani con redditi molto bassi per gli altri l’ex paradiso fiscale non sarà più tanto conveniente.
Ad esempio, a chi ha un reddito annuo tra i 28 mila euro e i 36 mila euro: in Italia l’imposta annua dovuta – al netto delle detrazioni – è pari a 6.700 euro, mentre oggi in Portogallo – con l’aliquota al 10% – è di 2.800 euro. Dal 2024, applicando le stesse aliquote dei residenti, l’esborso salirebbe a 7.444,29 euro, anche più di quanto si versa in Italia.