L’inflazione rallenta nella zona euro e negli Stati Uniti riportando un po’ di ottimismo su azionario e obbligazionario e addolcendo appena l’amaro bilancio dei mercati finanziari per il mese di settembre.
Le piazze europee chiudono in rialzo, ma lontane dai massimi di giornata, frenate forse dall’andamento volatile di Wall Street. Scendono però decisamente i rendimenti dei titoli di Stato.
Piazza Affari si apprezza dello 0,29% a 28.243 punti base, Francoforte sale dello 0,41%, Parigi +0,37%, Amsterdam +0,39%, Londra +0,09%, Madrid -0,03%.
Il braccio di ferro sul bilancio Usa deprime Wall Street
Oltreoceano Wall Street, forte in avvio, si muove contrastata a fine mattinata con l’assenza di buone notizie per l’accordo tra democratici e repubblicani su un disegno di legge bipartisan di spesa tampone volto a dare ai legislatori più tempo per negoziare un accordo per l’intero anno. Potrebbe scattare così, la prossima settimana, un blocco parziale delle amministrazioni pubbliche, un evento che potrebbe avere conseguenze sulla crescita economica del paese. Tra i vari titoli svetta sul Dow Jones (-0,11%) Nike (+6%) che ha superato le attese sui profitti del trimestre. Inoltre il colosso dell’abbigliamento sportivo veste molti dei fuoriclasse del golf che stanno disputando la Ryder Cup a Roma in questi giorni, con una visibilità planetaria visto che l’evento è seguito da centinaia di milioni di persone in Tv.
Sul mercato valutario il dollaro arretra contro un panel di valute e l’euro recupera terreno, cambiando intorno a 1,0575.
Si muove negativo il petrolio, dopo i recenti progressi: Brent -0,5%, 92,64 dollari al barile; Wti -0,6%, 91,14 dollari al barile.
Inflazione ai minimi da due anni in Eurolandia
Secondo una stima preliminare il tasso di inflazione annuale nell’Eurozona è sceso al 4,3% a settembre, livello più basso da ottobre 2021 e inferiore alle previsioni del 4,5%. Il dato core è arretrato al 4,5%, valore più basso dall’agosto dello scorso anno.
Anche negli Usa, ma nel mese di agosto, le cose sono andate meglio, in questo caso soprattutto per l’inflazione di fondo.
L’indicatore Pce, il più monitorato dalla Fed per orientare la propria politica monetaria, è salito dello 0,4% su base congiunturale contro +0,2% di luglio e +0,5% atteso. Su base annua, l’indice ha segnato un incremento del 3,5%, contro il +3,3% del mese precedente, in linea con le attese del mercato. La componente ‘core’, depurata dagli elementi volatili (energia e alimentari), si è mossa in modo più lento del previsto su base congiunturale: +0,1% contro +0,2% di luglio e +0,2% stimato dagli operatori. Su base tendenziale la crescita è stata del 3,9%, in linea con le previsioni del mercato, in decelerazione dal +4,3% del mese precedente.
Le due realtà sembrano convergere, per il mercato, verso una medesima possibilità vale a dire che le banche centrali, Bce e Fed, non procedano con nuovi rialzi.
Scendono i rendimenti dei titoli di Stato; si restringe lo spread. Btp Valore garantito 4,1%, poi sale al 4,5%
L’ipotesi di banche centrali più caute prende corpo in giornata anche nell’andamento dei titoli di Stato, che vendono prezzi in rialzo e tassi in ribasso.
Negli Usa il decennale arretra dai recenti picchi e mostra un rendimento del 4,53%.
La seduta è stata favorevole anche alla carta italiana: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata si restringe a 193 punti base, dopo che ieri per qualche momento ha superato persino i 200 punti base. La buona notizia è che i tassi vanno giù. Il decennale italiano si ferma a +4,77% da 4,91 di ieri e il titolo tedesco arretra a +2,84% da +2,96%.
Intanto, il Mef ha reso noto il tasso minimo garantito per il nuovo Btp Valore, in emissione da lunedì 2 ottobre. Per i primi tre anni sarà del 4,10% mentre per i due anni residui, il quarto e il quinto, salirà al 4,5%.
Piazza Affari, svettano Diasorin e Prysmian; acquisti sui titoli del lusso
In Piazza Affari sono tornati gli acquisti sui titoli del lusso. Sul Ftse Mib è in luce Moncler, +0,99%, già in recupero ieri. Fuori dal paniere principale è andata forte Brunello Cucinelli, +3,97%, con il “Buy” di Goldman Sachs. La schiarita sull’azionario ha favorito anche le maison francesi. Lvmh segna +1,57% a Parigi, nonostante Le Monde abbia scritto che il patron Bernard Arnault è sotto indagine per operazioni finanziarie con l’uomo d’affari russo Nikolai Sarkisov. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe il fatto che Sarkisov ha acquistato immobili in un resort alpino attraverso un’operazione per cui Arnault, tramite una delle sue società, aveva fornito un prestito.
Tornando a Milano, sul listino principale svetta Diasorin +2,25%, seguita da Prysmian +1,82%, premiata per nuovi contratti da 1,1 miliardi in Germania e in corsa per ottenere la commessa per la nuova interconnessione sottomarina tra Toscana, Sardegna e Corsica.
Progressi per Campari +1,78%, Inwit +1,72%, Amplifon +1,7%.
Tra i maggiori ribassi del giorno ci sono le big del settore oil, come Tenaris -1,77%, Eni -1,06% e Saipem -1,5%. Il rosso colora Banco Bpm -1,8%, in un settore bancario contrastato che ha perso progressivamente terreno, ma con Unicredit in rialzo dell’1,02%.
Nell’industria arretrano Iveco -1,53%, Cnh -0,82% e Leonardo -0,8%. Sotto osservazione Generali Assicurazioni +0,12%, dopo l’ispezione dell’Ivass che ha mosso alcune osservazioni sulla governance.