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Disastro giallorosso: il Genoa stravince 4-1 al Marassi e la Roma deve accontentarsi del 16esimo posto

La trasferta a Genova conferma il momento di crisi della Roma, travolta dal Genoa. Mourinho: “Ogni tiro preso diventa gol ma usciremo da questo momento”

Disastro giallorosso: il Genoa stravince 4-1 al Marassi e la Roma deve accontentarsi del 16esimo posto

Un disastro a tinte giallorosse. La Roma aveva l’obbligo di vincere per avvicinarsi alle zone nobili della classifica, invece torna da Genova con le ossa rotte, proprio come si evince dal 4-1 finale. Nessuno poteva immaginare che José Mourinho, 1112 panchine in carriera, potesse subire una lezione da Gilardino, 111 da allenatore di cui solo 6 in Serie A, invece è successo esattamente questo: il Genoa ha stravinto la partita sotto ogni punto di vista, tanto da superare la Roma pure in classifica. 

Genoa – Roma 4-1, Gilardino condanna Mourinho al 16esimo posto in classifica

Un’autentica lezione di calcio quella andata in scena a Marassi, ovviamente a tinte rossoblu. La Roma non ci ha capito niente sin dall’inizio, travolta dal ritorno al 3-5-2 di Gilardino, che ha liberato la qualità di Strootman e Badelj (entrambi poi sono usciti per infortunio), ma soprattutto di Gudmundsson e Retegui, letteralmente scatenati nel primo tempo. L’islandese ha timbrato il cartellino già al 5’ con un rasoterra imparabile, l’italo-argentino ha fatto lo stesso al 45’ finalizzando al meglio una bellissima azione dei compagni, dopo che Cristante aveva illuso la Roma con il colpo di testa dell’1-1 (22’). Il gol preso a un soffio dall’intervallo ha tagliato le gambe ai giallorossi, incapaci di reagire nonostante i cambi di Mourinho, passato al 4-2-3-1 con Lukaku, Dybala e Belotti in campo contemporaneamente. Il Genoa ha resistito al tentativo d’assedio romanista (molto sterile, a dire il vero), per poi colpire nel finale prima con Thorsby (74’), poi con Messias (81’), al debutto in rossoblu. Le mosse disperate dello Special One (dentro El Shaarawy, Azmoun e Aouar al posto di Pellegrini, Paredes e Spinazzola) non hanno spostato di una virgola gli equilibri, consegnando a Gilardino una vittoria storica (la prima in carriera da allenatore in Serie A) e alla Roma l’ennesima figuraccia stagionale: il 16esimo posto in classifica con appena 5 punti in 6 giornate, due in più rispetto alla zona retrocessione occupata da Salernitana, Udinese ed Empoli, spiega più di mille parole, così come gli 11 gol subiti, mai così tanti nell’era Mourinho.

Mourinho mai così male: “Ogni tiro preso diventa gol, ma usciremo da questo momento”

“Non ho molto da dire dopo una partita così, non ho ancora parlato coi giocatori e non voglio analizzare troppo la partita – il commento affranto di Mourinho -. Abbiamo iniziato male subendo un gol in maniera brutta, ma abbiamo avuto una reazione. Subito dopo il pareggio però abbiamo avuto l’infortunio di Llorente che ha cambiato la struttura della squadra, poi Mancini è stato ammonito e abbiamo preferito cambiare il modulo. Nella ripresa abbiamo fatto meglio, dopo il gol in fuorigioco ci sentivamo di poter pareggiare perché dominavamo il possesso pur senza qualità, ho fatto cambi offensivi ma dopo il 3-1 è finita. La solidità difensiva è venuta meno, la gente criticava gli errori di Ibanez con la palla, ma lui ci dava una solidità incredibile. Smalling poi è una pedina che ci manca molto, però questa solidità persa non è dovuta solo ai giocatori che non abbiamo, perché si può avere anche con un lavoro collettivo importante ed è vero che questo è venuto un po’ meno. Ogni tiro che ci fanno in porta è gol e non certo per colpa di Rui Patricio: ogni partita è così e questo è il momento che stiamo vivendo. Non c’è tempo per piangersi addosso, anche se dentro ovviamente stiamo molto male: questo è il gruppo che abbiamo e con questi ragazzi, con pregi e difetti, dobbiamo uscire da questa situazione. La prossima partita col Frosinone sarà molto importante per noi”.

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