Il 22 settembre del 2000 segna la fine di un pezzo di storia dell’automobilismo italiano. In questa data terminava, infatti, la produzione della storica Fiat 126, una delle automobili più iconiche dell’Italia.
La produzione della macchina iniziò nel 1972 e proseguì fino 2000. La sua commercializzazione in Europa Occidentale terminò nel 1991, mentre la produzione e la vendita continuarono in Polonia dal 1973, dove fu chiusa l’ultima fabbrica. È stata l’ultima vettura con motore posteriore e trazione posteriore prodotta da Fiat.
La Fiat 126 fu un enorme successo commerciale. In Italia fu la vettura più venduta per oltre vent’anni, con oltre 3,3 milioni di unità prodotte ma ebbe grande successo anche in Polonia, Germania, Francia e Spagna.
La nascita
La storia della Fiat 126 ha inizio nel 1972, quando la Fiat decise di sostituire la sua celebre 500. La 126, progettata da Sergio Sartorelli, era destinata a diventare, infatti il successore della 500 e a continuare la tradizione delle auto piccole e accessibili di Fiat. Secondo le direttive la nuova vettura doveva essere più moderna e confortevole, ma anche più economica.
Il primo modello fu presentato al Salone dell’Automobile di Torino nel 1972.
Le caratteristiche
La Fiat 126 mantenne il motore posteriore raffreddato ad aria della Fiat 500, ma introdusse notevoli miglioramenti. Il design era più moderno e aerodinamico, con un frontale leggermente inclinato. L’interno, sebbene compatto, offriva un miglior comfort rispetto alla Fiat 500 e era sorprendentemente spazioso per le sue dimensioni.
La vettura era lunga 3,05 metri, larga 1,40 metri e alta 1,35 metri. Il peso a vuoto era di 600 kg. Il motore era un quattro cilindri da 594 cc raffreddato ad aria, che erogava 23 CV. L’auto fu subito accolta con entusiasmo dai consumatori.
La produzione della Fiat 126 iniziò nello stabilimento di Cassino. Nel 1973 la produzione fu avviata anche in Polonia, nello stabilimento di Bielsko-Biała.
Successo e popolarità
La 126 divenne rapidamente un simbolo di mobilità economica per le famiglie italiane. Era apprezzata per la sua economia, affidabilità (facile da ripare) e semplice da guidare. La motorizzazione economica e la dimensione compatta la resero ideale per le strade strette delle città europee e per l’uso quotidiano. Il pieno, all’epoca. permette di coprire notevoli distanze, e rese di fatto l’auto accessibile anche alle famiglie a basso reddito.
La Fiat 126 non conquistò solo il mercato italiano, ma si diffuse in tutta Europa specialmente in gran parte dell’Europa orientale. La sua popolarità crebbe costantemente nel corso degli anni, e fu prodotta in diverse versioni e varianti. Una delle versioni più famose fu la Fiat 126p, prodotta in Polonia sotto licenza, dove divenne l’auto popolare per eccellenza.
I modelli di Fiat 126
Nel corso degli anni, la Fiat 126 ha subito alcune modifiche e miglioramenti. Nel 1977, è stata introdotta la Fiat 126 Bis, con un motore da 26 cavalli che migliorava le prestazioni e l’efficienza. Nel 1987, fu lanciata in Polonia la Fiat 126p, licenza Fiat. Vi sono stati altre versioni speciali, tra cui la “Fiat 126p Bambino” e la “Fiat 126p Maluch,” che erano adatte ai mercati locali.
La fine della produzione
La Fiat 126 aveva un limite insuperabile a causa dell’obsolescenza del suo design e delle tecnologie. Con l’evoluzione dell’industria automobilistica, non riuscì a conformarsi alle normative di sicurezza e alle crescenti aspettative dei consumatori in termini di comfort e prestazioni, e ciò portò alla sua fine. La sua produzione terminò il 22 settembre 2000 venendo sostituita dalla Fiat Seicento, un’auto più moderna e sicura.
In totale vennero prodotti 1.352.912 esemplari in Italia, 3.318.674 in Polonia e 2.069 esemplari in Austria dalla Fiat-Steyr. Nella somma totale sono compresi anche i modelli assemblati in Jugoslavia dalla Zastava, che li commercializzava nel paese come Zastava 126.
Icona da collezione
La 126 è ancora oggi un’auto molto popolare. La macchina è rimasta nel cuore degli appassionati e continua ad essere amata dai collezionisti di automobili d’epoca. Eventi e raduni dedicati alla 126, infatti, sono ancora comuni in molti paesi.