In attesa delle comunicazioni della Fed i mercati accelerano. Piazza Affari riagguanta quota 29 mila con un progresso dell’1% abbondante. A favorire la corsa del Toro è la frenata del petrolio, scivolato dai massimi (95 dollari per il brent) a 93 dollari, addirittura sotto i 90 il West Texas. A questo si aggiungono nuovi segnali di raffreddamento dell’inflazione, salita meno del previsto nel Regno Unito (0,3% contro una previsione dello 0,7%). Ancor più significativo il dato sui prezzi alla produzione della Germania: solo +0,3% ad agosto (contro +1.1%) precedente.
Borse 20 settembre pomeriggio: Unicredit traina il Ftse Mib
Queste indicazioni macro cadono su un terreno societario favorevole, a partire dalla performance delle banche, che probabilmente annusano un’evoluzione favorevole della partita sugli extraprofitti. Ancora una volta ad interpretare il ruolo della lepre è Unicredit +4%. Il ceo Andrea Orcel ha sorpreso il mercato annunciando l’intenzione di anticipare il programma di riacquisto di azioni proprie 2023 per un massimo di 2,5 miliardi di euro.
Gli elevati livelli di capitale grazie ad una performance finanziaria “costantemente elevata”, alla solida qualità degli attivi e da un basso costo del rischio, mettono la banca in una posizione “ottimale per affrontare i periodi di incertezza macroeconomica”, consentendole e di anticipare una parte del riacquisto di azioni proprie previsto per il 2023, si legge nella nota. L’obiettivo di distribuzione totale per il 2023 è di almeno 6,5 miliardi di euro, contro i 5,25 miliardi del 2022, che si traducono in un rendimento totale di oltre il 16%.
La mossa di Unicredit ha favorito il rialzo dell’altra Big, Intesa Sanpaolo +2,4%. Segno più anche per Bpm e Bper, meno esuberante oggi Mps +0,9% dopo al lunga corsa (+7% in settimana). Piatta Mediobanca alla vigilia del confronto in cda.
Anche le colombe della Bce danno conforto alle Borse
Anche dal fronte della Bce arrivano note di conforto dal fronte delle colombe. Gli attuali livelli dei tassi d’interesse di riferimento della Banca centrale europea sono compatibili con una riduzione del tasso d’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine, poiché i fattori che hanno spinto i prezzi al rialzo si stanno dissipando, ha detto ieri in tarda serata il governatore della banca centrale portoghese Mario Centeno. Il banchiere ha affermato che la Bce “non prevede un nuovo shock energetico che potrebbe derivare dall’aumento dei prezzi del petrolio”. Fabio Panetta, in procinto di lasciare Francoforte alla volta della Banca d’Italia, si è invece soffermato sulla necessità di un bilancio comune dell’Unione Europea per mantenere gli investimenti e fornire una posizione fiscale in grado di bilanciare la politica monetaria.
Stellantis e Tim danno il loro contributo alla risalita del Ftse Mib
A completare le note positive partecipa il nuovo rialzo di Stellantis +1,5% per ora impermeabile alle vicende contrattuali Usa ed il balzo in avanti di Tim +1,47%. Vivendi, primo azionista del gruppo, ha inviato al Mef una lettera per chiedere un incontro sulla valutazione della Rete, Un segnale di disgelo apprezzato dal mercato anche se gli ostacoli da superare (non solo finanziari) restano molti. Infine, merita una nota l’exploit di Amplifon +4,6%, titolo leader oggi del listino principale: HSBC ha alzato il giudizio a Buy da Hold.
A poche ore dal discorso di Jerome Powell, i future di Wall Street segnano un lieve rialzo. Imercati obbligazionari in tensione non s’interrogano tanto sull’esito scontato del vertice (tassi invariati) bensì sulle comunicazioni sul prossimo futuro: non è escluso un aumento ad ottobre. ll rendimento del Treasury Note a dieci anni ha toccato i massimi dal 2007 a 4,35%. Il biennale è a 5,09%. Tassi in tensione anche in Europa: il Btp tratta a 4.48%, Bund a 2,72%- Spread in ritirata a 176 punti.