L’inflazione Usa delude parzialmente, ma non spaventa Wall Street che si muove in cauto rialzo, mentre i listini europei si confermano nervosi e chiudono in leggero calo in attesa delle decisioni che prenderà domani la Bce.
Salgono d’altra parte i rendimenti dei titoli di Stato negli Stati Uniti e in Europa, mettendo in ombra l’azionario.
A fine giornata Piazza Affari perde lo 0,36% e scende a 28.481 punti base, in sintonia con Parigi -0,42%, Francoforte -0,41%, Madrid -0,37%, Amsterdam -0,24%. Fuori dalla zona euro è piatta Londra, che ha visto un rallentamento del pil britannico, nel mese di luglio, superiore alle stime (-0,5% rispetto a giugno). Tra i titoli della city Bp perde il 2,79% dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Bernard Looney, che aveva taciuto una passata relazione con una collega d’ufficio.
Sul mercato valutario l’euro-dollaro appare poco mosso e tratta intorno a 1,0743.
Si appiattisce il petrolio, dopo che le scorte Usa, la scorsa settimana, sono risultate in crescita, al contrario di quanto si prevedeva. L’oro nero resta in ogni caso intorno ai massimi da dieci mesi e il Brent si muove intorno a 92,2 dollari al barile (+0,2%).
Il costo della benzina Usa pesa sui prezzi d’agosto
È proprio il prezzo della benzina che sta mettendo sotto pressione i prezzi al consumo negli Stati Uniti. A causa del costo al gallone, l’incremento generale nel mese di agosto è stato il maggiore in 14 mesi (+0,6% su luglio) e l’indice annuale è salito al 3,7% dal 3,2% di luglio. Escludendo però le categorie più volatili (prodotti alimentari ed energia), il Cpi è aumentato dello 0,3%, dopo una crescita consecutiva dello 0,2% dei due mesi precedenti. Il dato core annuale è stato così del 4,3%, in linea con le attese, dopo il +4,7% di luglio.
Ora gli investitori s’interrogano sull’effetto che questi numeri avranno sulle scelte della Federal Reserve la prossima settimana. Il mercato, al momento, scommette su uno stop a settembre, ma resta nel limbo per quanto riguarda le scelte successive, vista la solidità dell’economia statunitense e i tagli alla produzione di Arabia Saudita e Russia che continuano ad alimentare il rialzo del petrolio.
Dopo i dati sull’inflazione i prezzi dei T-Bond scendono, mentre i tassi salgono e il decennale al momento è indicato a 4,288% (+0,5%).
Guardando all’Europa, cosa farà domani la Bce è ancora molto difficile da dire. Secondo indiscrezioni le nuove proiezioni di Francoforte prevederebbero un’inflazione del blocco ancora alta il prossimo anno (3% i prezzi al consumo), ma dall’economia arrivano nuovi segnali di debolezza. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello sulla produzione industriale scesa a luglio dell’1,1%, rispetto alla lettura di giugno rivista a +0,4% mese su mese. Il dato ha deluso gli economisti che si aspettavano un calo dello 0,7% mese su mese.
Piazza Affari, banche miste; la Bce boccia la tassa extraprofitti
In Piazza Affari le banche sono in maggioranza positive dopo che la Bce ha criticato la tassa sugli extraprofitti, dicendo che non tiene conto delle prospettive a lungo termine degli istituti di credito e potrebbe rendere alcune banche vulnerabili a una recessione economica.
Nel settore il titolo più tonico a Milano è Monte Paschi, +2,94%, seguito da Bper +1,65% e Banco Bpm +0,47%. Sono defilate le banche più grandi, Intesa -0,52% e Unicredit +0,14%.
Le utility sono contrastate. Salgono A2a +1,96%, Erg +1,27% ed Hera +0,56%, mentre sono in ribasso Italgas -1,59 Enel -1,18%, Terna -0,98%, Snam -0,98%, penalizzate secondo Reuters “dal nuovo rialzo dei rendimenti del Btp decennale in diretta competizione con il rendimento del comparto energy”.
Le vendite hanno colpito l’industria a partire da Cnh -2,86% e Interpump -2,24%.
Fuori dal paniere principale va a fondo Italia Independent (-26,5,11%) dopo la cessione dell’omonimo marchio da parte di Lapo Elkann a M Group che controlla il Gruppo Modo di Alessandro Lanaro per un corrispettivo di un milione di euro.
In rialzo spread e rendimenti, dopo le aste
La giornata è stata intensa per la carta italiana. Il secondario chiude in rosso, con lo spread a 180 punti base (+2,69%) e i tassi in salita. Il Btp decennale si porta a +4,45% contro il 2,65% del Bund di pari durata.
A pesare sono state anche le aste della mattina che hanno visto tassi in crescita, soprattutto nella parte breve della curva.
Il Tesoro ha assegnato l’importo massimo offerto di 9,75 miliardi di euro e in particolare 4 miliardi del nuovo Btp settennale, con un rendimento del 4,21% – massimo da ottobre – da confrontare con il 3,90% dell’emissione di metà luglio sul titolo giugno 2030. Inoltre 3,25 miliardi della riapertura del Btp a tre anni settembre 2026 al tasso lordo del 3,86% – massimo da luglio 2012 – rispetto al 3,71% di metà luglio.
E ancora 1,5 miliardi del Btp a 30 anni ottobre 2053 con un tasso del 4,89% – massimo da novembre 2013 – dal 4,54% di metà giugno e 1 miliardo dell’off-the-run settembre 2040, con vita residua 17 anni, al rendimento del 4,74%.