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Superbonus: proroga per i condomini, crediti in eccesso e titoli di Stato per i redditi bassi. Le ultime novità

Il Governo sta cercando soluzioni per ridurre l’impatto del superbonus sull’economia ed evitare che a pagare siano famiglie e imprese. Ecco tutte le ipotesi sul tavolo.

Superbonus: proroga per i condomini, crediti in eccesso e titoli di Stato per i redditi bassi. Le ultime novità

Salvare il salvabile tenendo in considerazione che i numeri sono da incubo: 109 miliardi ancora da pagare, 12 miliardi di irregolarità, 3,5 miliardi di costi mensili per lo Stato. Sono queste le cifre che “fanno venire il mal di pancia” (citiamo testualmente) al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E Palazzo Chigi non nasconde la sua preoccupazione: se l’Eurostat non rivedrà i meccanismi di contabilizzazione, saranno dolori. Nel frattempo il Governo cerca di ridurre l’impatto dei bonus edilizi sull’economia e di pensare al futuro. 

Tre i temi sul tavolo: una possibile proroga per i condomini, lo smaltimento dei crediti in eccesso e la possibilità di monetizzare i crediti, con lo Stato che offrirebbe in cambio titoli di Stato.

I numeri del superbonus

“Nei cassetti dell’Agenzia delle Entrate ci sono ad oggi 142 miliardi di crediti ceduti, non tutti utilizzati. Di questi, 12 sono frodi. Ne rimangono 130: ad oggi ne sono stati portati in compensazione 21. Ne rimangono 109 da portare in compensazione. Questi 109 aumentano di 3,5 miliardi al mese”, fa il punto il sottosegretario all’economia Federico Freni. “Erano previsti 36 miliardi di spesa e considerando il complesso dei bonus edilizi introdotti dal governo Conte due siamo a oltre 140 miliardi, senza contare le molte irregolarità che sono state trovate”, rincara la dose il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari (FdI). A preoccupare è soprattutto l’impatto che questo macigno rischia di avere sui conti pubblici. Con “un conto da pagare di 109 miliardi”, “la cassa si è aggravata moltissimo, e anche il deficit”, avverte il sottosegretario leghista.

Superbonus: verso proroga per i condomini?

Più passano i giorni, più l’opzione diventa probabile: i condomini potranno avere diritto a una proroga per completare i lavori. La scadenza di fine anno è infatti quasi impossibile da rispettare.

L’ipotesi più probabile sembra essere quella di prorogare il superbonus 110% oltre la scadenza del 2023 per i condomini che hanno è uno stato di avanzamento almeno al 60% o con una percentuale comunque avanzata. Le tempistiche sono ancora da stabilire, ma almeno inizialmente potrebbe trattarsi di una proroga di tre mesi, dunque a fine marzo. 

Sembrano invece molto scarse le possibilità di usufruire di ulteriori slittamenti per le villette oltre a quello al 31 dicembre previsto dal dl Asset. A determinare la portata della modifica saranno comunque i margini di bilancio che saranno chiari una volta messa la Nadef a fine mese. A quei numeri si guarda per capire quello che si potrà fare con la prossima manovra di bilancio. E nell’attesa di capire l’esito del negoziato sul nuovo Patto di Stabilità, il Mef lavora a “non modificare nessuno dei parametri europei”.

In cerca di una soluzione per i crediti

Le famiglie e le imprese non saranno “abbandonate al loro destino”. O almeno questa è l’intenzione, ha assicurato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

Secondo il Governo, ad oggi, ci sarebbero circa 30 miliardi di crediti fiscali incagliati, mentre l’Ance stima un numero di interventi in difficoltà per via del blocco delle cessioni pari a quasi 95 mila (57.000 unifamiliari e 38.000 condomini), con il coinvolgimento di – e sono stime prudenziali – 320mila nuclei famigliari (per 752mila persone) e 33mila imprese di costruzioni in tutta Italia. Per Palazzo Chigi, quelle dei costruttori edili sarebbero stime in eccesso, ma trovare una soluzione per questi crediti rimane di sicuro una priorità, considerando anche che ormai le cessioni sono diventate un’utopia. 

Superbonus e l’ipotesi titoli di Stato per i redditi bassi

Secondo il Corriere della Sera, tra i possibili rimedi ci sarebbe la possibilità di monetizzare i crediti, con lo Stato che offrirebbe in cambio titoli di Stato. Un’operazione che però sarebbe riservata ai redditi più bassi. 

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