I critici cinematografi concordano nel dire che “Comandante“, il film del regista Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino come attore protagonista nella parte del comandante di sommergibili Salvatore Todaro nella Seconda guerra mondiale, presentato nella prima giornata del Festival del Cinema di Venezia, sia tutto da vedere. Nel film Todaro affonda un cargo belga nell’Atlantico e le leggi di guerra avrebbero imposto di abbandonare i 46 naufraghi al loro destino. Ma non avviene, perché Todaro decide di far parlare la legge del mare e di salvarli. E le parole che De Angelis, con la collaborazione dello scrittore Sandro Veronesi, mette in bocca a Favino-Todaro sono emozionanti. Perché salvare i naufraghi? “Perché siamo italiani” dice Todaro nel film e nel dopo Festival Favino, acclamato dal pubblico con tante ovazioni, spiega: “Italianità significa accoglienza“. Ricordiamocelo anche oggi allorché nel Governo c’è chi propaganda il respingimento dei naufraghi senza essersi ancora accorto che, al di là degli aspetti umanitari dell’accoglienza, l’ingresso ordinato dei migranti in Italia può aiutare il nostro Paese a colmare l’impressionante deficit di manodopera. Perfino i Governatori leghisti del Nord l’hanno capito, a differenza del loro leader Matteo Salvini, la cui mission non è risolvere i problemi nazionali ma raccattare voti, costi quel che costi. “Li tiriamo su” ordina il Todaro ai suoi di fronte ai naufraghi. Che meravigliosa lezione, Comandante. Italianità è accoglienza.
Venezia 2023, “Comandante” è un bel film ma le parole di Favino sono ancora più belle: “Italianità significa accoglienza”
I critici giudicano “Comandante”, presentato al Festival di Venezia, un ottimo film ma ad emozionare sono soprattutto le parole di Pierfrancesco Favino, l’attore protagonista, sul dovere dell’accoglienza, ieri dei naufraghi e oggi dei migranti