“Navighiamo seguendo le stelle, ma il cielo è pieno di nubi”. Nel suo intervento al simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole, il Governatore della Federal Reserve Jerome Powell ha scelto questa metafora per descrivere la situazione di incertezza che sta caratterizzando l’economia statunitense.
“L’inflazione rimane troppo alta e pertanto rimaniamo intenzionati ad alzare i tassi ancora fino a che l’inflazione scenderà verso l’obiettivo del 2%”, ha detto a chiare lettere Powell. “La politica monetaria sarà restrittiva fino a quando l’inflazione non rallenterà in modo sostanziale”, ha aggiunto assicurando però “cautela” nelle prossime decisioni che saranno prese “in base ai dati”.
Powell: “Pronti ad alzare ulteriormente i tassi, se necessario”
“Siamo pronti ad alzare ulteriormente i tassi, se necessario, e intendiamo mantenere la politica a un livello restrittivo fino a quando non saremo certi che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il nostro obiettivo”, ha detto a chiare lettere Powell che però, per evitare un atteggiamento eccessivamente “aggressivo” come quello tenuto lo scorso anno (che fece crollare i mercati ndr.) si è detto “ottimista” e ha rassicurato: la Fed utilizzerà tutta la “cautela” richiesta per decidere “se inasprire ulteriormente o se, invece, mantenere costante il tasso di policy e attendere ulteriori dati”. Parlando in parole povere, a settembre potrebbe pure esserci una nuova pausa, ma fino a fine anno ci saranno nuovi rialzi.
Powell: “L’economia non si sta raffreddando a sufficienza”
Secondo Powell l’inflazione resta troppo elevata e la crescita superiore al trend dell’economia potrebbe rendere necessari ulteriori aumenti. “Per riportare l’inflazione al 2% – ha evidenziato – sarà necessaria una fase di crescita sotto il trend dell’economia e un periodo di rallentamento delle condizioni del mercato del lavoro». Al momento il tasso di disoccupazione è ancora intorno al 3,6%. “L’economia non si sta raffreddando come da attese e questo potrebbe ostacolare ulteriori progressi sul fronte dell’inflazione e rendere necessari ulteriori rialzi”.
Il numero uno della Federal Reserve ha poi spiegato: “È difficile dire quando si raggiunge il livello neutro – ha aggiunto Powell – ma fare troppo poco rischia di rendere l’inflazione persistente con maggiori costi dopo. Fare troppo può dall’altra parte arrecare danno non necessario all’economia. Ai prossimi meeting guarderemo alla totalità dei dati e all’evoluzione dei rischi e su questa base decideremo con cautela se alzare nuovamente i tassi o fare una pausa in attesa di ulteriori informazioni”.
La reazione dei mercati
Fino a poche ore fa, i future dei Feds Fans prevedevano che la banca centrale statunitense lasciasse i tassi di interesse invariati fino a fine anno. Le parole di Powell hanno rallentato l’entusiasmo delle borse. Dopo l’annuncio di nuovi rialzi, pur con l’aggiunta “se necessari”, Piazza Affari ha dimezzato i guadagni e adesso sale dello 0,3%. Poco sopra la parità tutte altre borse europee che stamattina procedevano spedite.
Wall Street ha invece preferito attendere ed evitare di reagire “di pancia”. Per quasi un’ora i listini americani non si sono (quasi mossi), salvo poi girare in negativo: il Dow Jones cede lo 0,2%, lo S&P 500 lo 0,4%, il Nasdaq lo 0,6%.
Va in negativo anche il dollaro che si attesta a 0,92 euro e 0,79 sterline. In calo a 165,9 punti il differenziale tra Btp e Bund decennali tedeschi, con il rendimento annuo italiano che avanza di 3,2 punti al 4,19% e quello tedesco di 3,1 punti al 2,53%.