Che cosa ci può essere di più esplicativo di una potenza economica di uno sbarco sulla Luna? Al di là dell’esperienza tecnica e scientifica, l’allunaggio del lander indiano Vikram di questa settimana ha messo ancor più in evidenza, a chi ancora non fosse chiaro, quanto l’economia dell’India sia potente.
In particolare, il programma lunare di New Delhi ha fatto emergere un aspetto ancora forse lontano dai concetti economici del Vecchio Continente: il fatto che sia stato possibile grazie a un enorme stuolo di startup. Prima della pandemia ne erano registrate soltanto cinque e ora il loro numero è salito a 140 attirando sempre maggiori quote di investimenti. Alle loro spalle ci sono altre grandi e medie aziende che da decenni sostengono il mondo aerospaziale e della difesa, due aspetti strettamente legati, come riporta il Corriere della Sera. Un rapporto diffuso in questi giorni nella capitale indiana precisa che le start-up, le più note delle quali sono Skyroot Aerospace, Dhruva Space e Pixxel, sono soprattutto impegnate nello sviluppo delle telecomunicazioni per “rafforzare la connessione del pianeta” lavorando in stretto rapporto con l’agenzia spaziale indiana Isro.
Quali grande aziende sono coinvolte?
Società come Hindustan Aeronautics, Bharat Heavy Electricals, Walchandnagar Industries, coinvolte nella missione di Chandrayaan-3 hanno guadagnato subito in Borsa conquistando un aumento dei loro valori azionari. “Lo spazio è una delle più grandi pietre miliari del Paese” ha sottolineato Mukesh Kochar, manager dell’Aum capital. “L’India attualmente contribuisce per circa due terzi all’economia spaziale globale e si prevede che contribuirà per l’8-10 per cento entro i prossimi 8-10 anni”. L’obiettivo è diventare il terzo protagonista della scena mondiale.
I legami dell’India con la Nasa
New Delhi, chiusi i passati legami con la Russia in particolare per i vettori, ha compiuto una scelta di campo precisa per lo spazio guardando ad Occidente e sottoscrivendo il programma lunare Artemis della Nasa. Dopo l’apertura del governo ai privati, l’Isro ha siglato di recente progetti di collaborazione con Google e Microsoft per estendere ancor di più il suo ruolo nel campo del software spaziale, ambito nel quale gli indiani hanno sempre rivelato una certa supremazia.
Nell’ultimo incontro del premier Narendra Modi con Joe Biden alla Casa Bianca entrambi hanno chiesto una maggiore collaborazione commerciale tra i settori privati statunitensi e indiani nell’intera catena del valore nel settore cosmico, giudicando un’arena in cui l’India può emergere come contrappeso al loro rivale comune, la Cina.
La Luna per l’India è un affare da 9,6 mld di dollari che crescerà a 13 entro il 2025
Oggi l’economia spaziale indiana è valutata in circa 9,6 miliardi di dollari e già entro il 2025, grazie anche all’impulso positivo del successo dello sbarco, dovrebbe salire a 13 miliardi di dollari secondo Ey India. Intanto l’agenzia spaziale Isro prepara la nuova missione automatica Chandrayaan-4 sulla Luna il cui lancio è previsto nel 2026. Sarà condotta in collaborazione con il Giappone e la sonda e un rover scenderanno sempre nel Polo Sud, la nuova terra di conquista.