Forse mai, come prima della prossima edizione 2024, il premio Eni Award si è annunciato così carico di significato per la ricerca sui temi dell’energia e dell’ambiente. Va bene che i partecipanti arrivano da tutto il mondo, ma nel 2024 in Europa si dovrebbe capire meglio a che punto sono arrivati gli studi per quella transizione del Green Deal almeno, che raccontiamo ogni giorno. Ad essere ottimisti da queste occasioni possono arrivare contributi che accelerano passaggi lenti. I nuovi bandi per partecipare al Premio sono stati pubblicati e sul sito eni.com si trovano il regolamento e le specifiche per verificare i requisiti di candidatura per ogni sezione. Sin dal 2008 i riconoscimenti della major petrolifera italiana vanno a ricercatori italiani e stranieri che hanno in comune la volontà di trovare soluzioni per facilitare l’accesso all’energia, nel rispetto del pianeta. “Premi Nobel del passato in giuria. Premi Nobel del futuro tra i premiati. Scoperte scientifiche di grande impatto per l’industria dell’energia e il riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica” così l’azienda guidata da Claudio Descalzi ha dato l’annuncio della prossima edizione. In tutti questi anni l’Eni Award è diventato un appuntamento di rilievo internazionale per la ricerca e l’innovazione tecnologica applicate al mondo dell’energia. D’altra parte il successo dell’iniziativa e l’attenzione internazionale hanno radici robuste nella storia della società fondata da Enrico Mattei. Tra le eredità che Mattei ha lasciato c’è, appunto, lo spirito dell’osservazione e delle indagini sul campo. Gas e petrolio erano i motori dello sviluppo di un Paese distrutto dalla guerra e Mattei ne capì l’importanza prima di tutti. Oggi non si è troppo lontani da quello spirito di intraprendenza quando si legge che una sezione del Premio 2024 è dedicata alle “Frontiere dell’Energia”. Il vecchio Ingegnere ne sarebbe orgoglioso, allo stesso modo di quando i suoi collaboratori gli riferivano della scoperta di nuovi pozzi.
L’importanza delle “frontiere”
Le frontiere da superare sono state un tema centrale e costante che l’Eni ha saputo capitalizzare, nonostante qualche momento opaco della sua esistenza dovuto a peccati veniali. Per il 2024 il Premio prevede diverse sezioni. Di “Frontiere dell’Energia” si è già detto, poi ci sono “Soluzioni Ambientali Avanzate” ; “Transizione Energetica”. Nell’occasione saranno assegnati anche il Premio Giovane Ricercatore dell’Anno, il Premio Debutto nella ricerca – Giovani Talenti dall’Africa, e i Riconoscimenti all’Innovazione Eni riservati ai ricercatori della società. La scadenza per la presentazione delle domande è il 24 novembre 2023, data entro la quale le candidature, redatte in inglese, dovranno essere inviate alla Segreteria Scientifica del Premio all’indirizzo email eniaward@feem.it.
La storia di Eni Award attraversa cinque continenti e le carriere di decine di ricercatori e scienziati, ricorda l’azienda. Anno dopo anno, i lavori premiati hanno avuto impatti su programmi e innovazioni energetiche : dalle rinnovabili, alla decarbonizzazione, alla tutela dell’ambiente. Dal 2017 Eni Award si è aperto anche ai talenti scientifici dell’Africa, un continente dalle enormi potenzialità umane su cui Mattei aveva puntato molte carte del suo risiko energetico. Oggi nelle valutazioni scientifiche del Premio c’è uno spazio sui 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals (SDG) delle Nazioni Unite. L’azienda ne condivide le ragioni e le finalità, forse anche per cambiare il suo certificato di nascita di Ente di idrocarburi. Ma senza rinnegare la paternità.