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Tassa sugli extraprofitti delle banche, in arrivo una lettera della Bce: “Netta censura al provvedimento”

Alla Bce la decisione di tassare gli extraprofitti delle banche non sarebbe proprio piaciuta: “Provvedimento dannoso per l’economia”. Critiche anche sul provvedimento e sulla destinazione dei fondi

Tassa sugli extraprofitti delle banche, in arrivo una lettera della Bce: “Netta censura al provvedimento”

La lettera sarebbe in partenza e non conterrebbe parole tenere. Mittente la Banca Centrale Europea, destinatari Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia. L’oggetto? La tassa sugli extraprofitti delle banche approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 8 agosto. Lo riporta il Corriere della Sera, secondo cui l’arrivo della missiva sarebbe “questione di giorni, un paio di settimane al massimo”. 

Tassa sugli extraprofitti: la lettera della Bce

La lettera esprimerebbe una “netta censura” al provvedimento che, secondo la numero uno della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, potrebbe essere “potenzialmente dannoso per l’economia e il credito”. Secondo la Bce, inoltre, sarebbe sbagliato intervenire d’autorità sui margini di interesse delle banche, “perché non si considerano i costi, e si indebolisce la loro capacità di resistere ad eventuali shock”, scrive il Corriere

Le critiche riguarderebbero anche il metodo seguito dal Governo. Le contestazioni, in questo caso, sarebbero relative alla mancata comunicazione preventiva alla Banca d’Italia e a Francoforte. Secondo la Bce, inoltre, sarebbe sbagliato intervenire d’autorità sui margini di interesse delle banche, “perché non si considerano i costi, e si indebolisce la loro capacità di resistere ad eventuali shock”, scrive il Corriere

Dubbi anche sulla decisione di destinare il ricavato della tassa ad obiettivi generali di bilancio e non al rafforzamento delle garanzie sui depositi o a fondi per le risoluzioni bancarie. 

Il Sole 24 ore riferisce comunque che “non si tratta di un’iniziativa” di Francoforte. La presidente Lagarde avrebbe ricevuto la settimana scorsa (e quindi a posteriori) “la richiesta ufficiale di consultazione” da parte del ministro italiano delle Finanze, secondo quanto previsto dalla normativa europea che stabilisce che le autorità nazionali debbano consultare la Bce “su ogni progetto di disposizioni legislative che rientri nelle sue competenze ai sensi del trattato” e, in particolare, per quanto riguarda anche “le norme applicabili agli istituti finanziari nella misura in cui esse influenzano la stabilità di tali istituti e dei mercati finanziari”.

Maggioranza divisa sulla tassa

La lettera della Bce potrebbe scaldare ulteriormente i malumori interni alla maggioranza. Se Meloni si è intestata la maternità della tassa, Forza Italia in più occasioni ha criticato il provvedimenti, alzano progressivamente i toni. Pochi giorni fa, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha anticipato: “Presenteremo degli emendamenti in Parlamento. Credo che si possa trovare un’intesa” col resto del governo, “noi vogliamo trovare una intesa perché riteniamo che una norma scritta bene possa aiutare famiglie, imprese, consumatori e piccoli azionisti e non mettere in difficoltà il sistema bancario, soprattutto quella parte che non è sottoposto al controllo da parte della Bce”.

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