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Novo Nordisk: la guerra all’obesità rende più del lusso LVMH

Ma i costi minacciano i conti della sanità. E il gruppo danese ha deciso di frenare, per ora, la produzione. Alle spalle preme la concorrente Usa Eli Lilly

Novo Nordisk: la guerra all’obesità rende più del lusso LVMH

Pistaaaa! Si profila nel cuore dell’estate il sorpasso che non ti aspetti: Lvmh, l’ammiraglia del lusso, rischia di cedere lo scettro di società regina delle Borse europee. A vantaggio di Novo Nordisk, un rivale che non assomiglia per niente ai fasti della grandeur di Bernard Arnault. A partire dalla sede, immersa nel verde di Bagsvaerd, nella cintura di Copenhagen, circondata dall’esercito di biciclette dei dipendenti, almeno quelli, almeno la metà, che hanno scelto il lavoro a domicilio. O che non hanno rinunciato alle vacanze estive, seguendo l’esempio di Lars Fruergaard Joergensen che non ha perso nemmeno quest’anno una sola partita del torneo di Wimbledon prima di lanciare, martedì 8 agosto, la notizia che sconvolto i listini nonché acceso le speranze di obesi e sovrappeso. Ma anche fatto perdere il sonno ai gestori delle assicurazioni vita oltre che ribaltare gli equilibri dei mercati: Lvmh, che un paio di mesi fa aveva superato la vetta dei 500 miliardi di dollari, scivola a 430 miliardi, complice la deflazione che limita lo shopping cinese; Novo Nordisk, intanto, sfiora ormai i 400 miliardi, dopo un primo semestre formidabile (+44%), tallonato da vicino dal concorrente Usa Eli Lilly. Ma una volta arrivati ad un passo dalla meta, i saggi danesi hanno frenato per paura di venir travolti dalla rivoluzione che senz’altro, prima o poi, arriverà.

Novo Nordisk: la svolta con il farmaco antiobesità Wegowy

La ragione? Uno studio internazionale basato sui test di su 18 mila pazienti seguiti per cinque anni ha dimostrato che i pazienti che assumono Wegowy, un farmaco per perdere peso prodotto dalla società danese, corrono il 20% in meno il rischio di incorrere in complicazioni cardiovascolari. Una novità rivoluzionaria perché vale per tutti, non solo per i pazienti diabetici già curati con l’Ozempic, altro farmaco che riduce l’insorgere di complicazioni cardiache. Ma l’ultima scoperta apre al farmaco danese e a pochi concorrenti un mercato di dimensioni impressionanti: quattro adulti su dieci nel mondo sono in sovrappeso. Di qui la reazione che sta investendo la comunità scientifica e, naturalmente, il mondo della finanza alla ricerca della killer application del dopo Covid.

Per Morgan Stanley il mercato potrebbe valere 77 miliardi di dollari

Secondo Morgan Stanley il mercato potenziale potrebbe valere 77 miliardi di dollari entro il 2030 da spartire tra Novo Nordisk e l’americana Ely Lilly, depositaria del Mounjaro, un ritrovato simile ma che, per ora la Fda autorizza solo per la cura del diabete. Un limite che dovrebbe cadere tra pochi mesi per la disperazione di Mediacare e delle assicurazioni vita che finora hanno rifiutato di prendere in considerazione ritrovati considerati alla stregua di prodotti di bellezza. Ma nel solo Regno Unito, ha spiegato in conferenza stampa Simon Cork dell’Anglia University, le complicazioni cardiovascolari legate al peso comportano ogni anno al sistema sanitario costi superiori ai 6 miliardi.

Ma i costi minacciano i conti della sanità

Ma secondo i primi calcoli, il costo per il solo Medicare, ovvero il servizio sanitario nazionale Usa, potrebbe superare i 27 miliardi di dollari. Un macigno che rende assai difficile la prospettiva che gli Usa, nonché gli Stati europei già alle prese con i costi crescenti della sanità, aprano i cordoni della borsa per finanziare gli acquisti del Wegowy, farmaco tutt’altro che economico: 13.600 dollari l’anno, un prezzo che ha finora limitato la sua diffusione, nonostante che, specie negli Usa, stia crescendo la fila di chi è pronto a pagare assai più al mercato nero per garantirsi l’iniezione settimanale che promette di far perdere 15chili di peso (con una dieta adeguata, of course).

Il rischio, insomma, è la “cicciomania” ultima versione della febbre speculativa. Ma il colosso danese, che pure ha rivisto al rialzo le stime di utili per un anno, comunque d’oro (+37%), ha deciso di tagliare per ora la vendita di Wegowy sul mercato Usa: i quantitativi forniti serviranno a garantire la cura dei vecchi pazienti. I nuovi dovranno attendere che l’azienda, uno dei leader mondiali dell’insulina, si attrezzi in maniera adeguata alla sfida del grasso. Occorrono forti investimenti, ma un po’ ovunque il piatto della sanità piange.

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