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Argentina, dollaro al record storico. E il governo vara un nuovo pacchetto anti-crisi

Situazione sempre più disperata nel Paese sudamericano, a meno di 3 mesi dalle elezioni: le acrobazie del ministro dell’Economia (e candidato presidente) Sergio Massa per ora convincono solo l’Fmi, disposto a concedere nuovi finanziamenti

Argentina, dollaro al record storico. E il governo vara un nuovo pacchetto anti-crisi

A due settimane dalle primarie e a meno di 3 mesi dalle elezioni presidenziali, l’Argentina è ancora alle prese con una delle peggiori crisi finanziarie della sua storia. Dopo l’inflazione record a giugno (115% su base annua, anche se su base mensile è stata la più bassa dall’inizio del 2023), negli ultimi giorni è stata la volta del cambio col dollaro statunitense, che a inizio settimana ha toccato il nuovo record di sempre a 552 pesos. Il cosiddetto dollaro blue, quello cioè parallelo, in alcune province è stato addirittura scambiato per 560 pesos argentini. Il picco è arrivato dopo che il governo, domenica 23 luglio, ha varato un nuovo pacchetto di misure, compresa quella di alzare la quotazione del dollaro per le esportazioni agricole, ad eccezione della soia di cui l’Argentina è grande produttrice, seconda solo al Brasile in Sudamerica.

Il debito con il Fmi da saldare

Il cambio per le esportazioni agricole passa dunque da 300 a 340 pesos, il che secondo i calcoli del ministro dell’Economia Sergio Massa, candidato del partito peronista alle prossime presidenziali, dovrebbe fruttare alle disastrate casse dello Stato 2 miliardi di dollari. Una somma che tornerà molto utile per saldare, entro fine luglio, una delle tranche del debito monstre sottoscritto lo scorso anno con il Fondo Monetario Internazionale: entro il giorno 31 Buenos Aires deve infatti restituire 2,6 miliardi di dollari, e Massa – considerato un equilibrista dei conti pubblici ma che non parte in vantaggio nei sondaggi proprio per il suo profilo troppo centrista – ha anche annunciato che il Fmi manderà altri aiuti al Paese ad agosto e a novembre.

Aumento della tassa Pais

Un’altra acrobazia del governo è stata l’aumento delle quotazioni del dollaro tarjeta, ovvero quello usato dagli argentini che viaggiano all’estero, e del dollaro ahorro, cioè quello usato per i risparmi (praticamente come bene rifugio): ora valgono 497,65 pesos, rispetto al precedente cambio a 466 pesos. L’ultima trovata è stata invece l’aumento della tassa Pais (Imposto por uma Argentina inclusiva e solidaria), una sorta di Iva aggiuntiva sull’acquisto di alcune categorie di prodotti e servizi importati dall’estero, introdotta per legge dal 2021. L’aliquota per i servizi è stata alzata al 25% ad eccezione che per i servizi inerenti all’educazione e alla salute, che ne sono totalmente esenti, mentre sui prodotti è adesso al 7,5%, esclusi medicinali, materiali anti incendio, combustibili, prodotti legati all’energia e generi alimentari di prima necessità.

Previsioni pessime per l’economia argentina, Pil -2,5%

La ricetta Massa avrà successo? Per ora, se non altro, il ministro dell’Economia dell’impopolare governo peronista, sta faticosamente conquistando la fiducia del Fmi, pronto a concedere nuovi finanziamenti. Sempre da Washington però arrivano previsioni pessime per l’economia argentina nel 2023: a fine anno il Pil dovrebbe scendere del 2,5% e l’inflazione salire ancora, al 120% rispetto al 2022. E nel frattempo ci si è messa pure la siccità, che secondo le stime del presidente Alberto Fernandez costerà la bellezza di 20 miliardi di dollari.

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