“Presto diremo addio al marchio Twitter e, gradualmente, tutti gli uccelli”. Così l’imprenditore miliardario più chiacchierato del mondo, Elon Musk, ha fatto sapere di voler cambiare il nome e il logo di Twitter, di cui è proprietario dallo scorso ottobre. Lo aveva già anticipato da tempo, ma non era chiaro se sarebbe passato dalle intenzioni ai fatti. E invece, nelle scorse ore ha diffuso un breve video con il nuovo logo: “Se stasera verrà pubblicato un logo X abbastanza buono, da domani sarà live in tutto il mondo”. Dunque, per il nuovo logo bisognerà aspettare almeno un giorno. Per il momento continua ad esserci – anche se per poco – quello vecchio: l’uccellino bianco su sfondo azzurro.
Musk e l’ossessione per la lettera X
La lettera X è già stata usata in molte occasioni da Musk. Come la compagnia aerospaziale SpaceX e X.AI, l’azienda di intelligenza artificiale che ha detto di voler creare. Nel 1999 Musk aveva fondato una società di servizi finanziari che si chiamava X.com e che era stata chiusa un anno dopo in seguito alla fusione che aveva portato alla nascita di PayPal. E poi c’è la Model X di Tesla, entrata in commercio nel 2016. E, da quando ha comprato Twitter, ha modificato il nome commerciale del social network in “X Corp“, il cui obiettivo sarebbe quello di creare una super app che somigli alla cinese WeChat. “Non so quali indizi possa fornire, ma la lettera X mi piace”, ha twittato Musk di recente postando una sua foto mentre con le braccia fa una X.
Ma l’ossessione per la lettera X è presente anche nella vita personale di Musk. L’imprenditore e la sua ex compagna, la musicista Grimes, chiamato loro figlio: X Æ A-12. Poco dopo il suo nome è stato cambiato in X Æ A-Xii in seguito a una violazione delle leggi californiane sui nomi che possono essere usati come caratteri alfanumerici.
I guai di Musk con Twitter
Il cambio di logo di Twitter (che era già stato sostituito ad aprile per qualche giorno dal cane Shiba Inu simbolo della criptomoneta Dogecoin) sembra una delle mille mosse apparentemente insensate di Musk. La società continua a perdere colpi da quando è finita nelle sue mani, con un flusso di cassa negativo e un pesante carico di debito. Senza dimenticare le migliaia di dipendenti licenziati e il reclamo da parte di questi di almeno 500 milioni di dollari in Tfr. Così come non è stato apprezzata la scelta di limitare il numero di tweet giornalieri. Non a caso Threads, il neonato rivale di Twitter appena lanciato da meta, ha superato i 100 milioni di account in pochi giorni. E Musk ha subito minacciato Meta di procedere per vie legali.