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Mistral, una start up da un miliardo di euro: Macron benedice la sfida europea agli Usa sull’intelligenza artificiale

Il presidente francese vuole fare della Francia un “campione” nel campo dell’intelligenza artificiale. Anche Londra presto in campo. E l’Italia delle imprese non sta a guardare

Mistral, una start up da un miliardo di euro: Macron benedice la sfida europea agli Usa sull’intelligenza artificiale

L’Europa non deve restare indietro. Parola di Emmanuel Macron che mercoledì 21 giugno scenderà in campo in prima persona a Parigi per sponsorizzare il decollo di Mistral, la prima risposta europea allo strapotere dei Big Usa in materia di intelligenza artificiale che, come già successo ai tempi di Internet, ha già posto un’ipoteca finanziaria quasi incolmabile sulla progettazione del futuro. Basti, al proposito, prender atto che tutte le dieci Big Tech presenti nell’indice Fang Plus, da Microsoft a Nvidia o Alphabet, hanno già uno zampino nell’Ai o stanno per mettercelo: dai chip, alle auto a guida autonoma ai robot che eseguono interventi chirurgici, l’intelligenza artificiale sta contribuendo a trasformare profondamente ogni aspetto della nostra vita quotidiana.

La neonata e promettente startup francese Mistral Ai

Una nuova avventura innaffiata a suon di dollari che minaccia di relegare l’Europa in una posizione subalterna: negli States ci sono stati nel 2023 investimenti per 25 miliardi di dollari, sei volte l’Europa. Per questo Macron guarda con grande interesse al decollo di Mistral, una start up di intelligenza artificiale lanciata da tre giovani usciti da Meta e da Google che, dopo aver raccolto al debutto quattro settimane 105 milioni di euro, oggi ne vale già 240. Roba da Silicon Valley, insomma. Ma siamo solo agli inizi, promette il presidente francese che ha annunciato la settimana scorsa un ulteriore pacchetto di 500 milioni di euro per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Francia con l’obiettivo di contribuire alla nascita di campioni tecnologici di portata mondiale.

Macron vuole fare della Francia un “campione” nel campo dell’Ai

“Dobbiamo fare emergere tra i cinque e i dieci cluster per 500 milioni di euro, per avere due o tre poli di eccellenza” a livello globale, ha dichiarato il presidente francese in visita al Salon VivaTech di Parigi al fianco di Cedric O, già segretario all’innovazione, oggi tra i grandi padrini di Mistral”. “Nel settore dell’intelligenza artificiale – ha spiegato in un tweet Macron – voglio che la Francia sia campione e si posizioni all’avanguardia di questa nuova rivoluzione industriale”. Ma molto si giocherà attorno al futuro di Mistral, frutto di tre cervelli di ritorno in patria strappati a Mark Zuckenberg: Timothée Lacroix e Guillaume Lampe nonché Mensch, uno dei pionieri di Deep Mind. I tre, poco più che trentenni, hanno lanciato una sfida più che coraggiosa: entro un anno o anche meno Mistral svilupperà un modello di linguaggio per l’intelligenza artificiale assai più efficace e ricco di Open Ai, l’applicazione di Chat Gpt. A crederci sono alcuni tra i nomi più illustri della tecnologia e della finanza, dall’ex ceo di Google Eric Schmidt a Xavier Niel di Iliad. Ma la vera novità è che il prossimo round di finanziamento coinvolgerà Bpifrance, ovvero la Cdp d’oltralpe, tanto per sottolineare il carattere strategico dell’iniziativa, che punta ad un traguardo storico; un miliardo di euro di raccolta, una cifra mai raggiunta da una start-up europea.

Le nuove regole non fermano la corsa all’intelligenza artificiale

Una corsa che accelera nonostante le perplessità sulla potenza scatenata dall’esplosione dell’intelligenza artificiale che non ha certo lasciato indifferente l’Europa. Anzi, il Parlamento europeo ha appena approvato l’AiAct, il regolamento Ue per l’Intelligenza artificiale, ovvero il primo documento al mondo pensato per imporre alle tecnologie come Chat Gpt (il gioiello che sta trascinando Microsoft al valore stellare di 2.900 miliardi di dollari) “il rispetto delle leggi Ue e dei valori fondamentali e per combattere la discriminazione digitale prevenendo la disinformazione e l’utilizzo dei deep fakes”. 

Ma le nuove regole sembrano aver avuto l’effetto di accelerare l’impegno dei Paesi del Vecchio Continente, “Se l’Europa vuol essere protagonista in questo campo – ha commentato Mensch – non può limitarsi a dettare le regole, utili anzi necessarie ma che non devono essere troppo rigide: ne va dell’interesse dei clienti e degli investitori”. È la tesi del governo francese ma anche di Rishi Sunak, il premier britannico che ha appena lanciato il programma “Uk 2030”: il nostro benessere futuro, è la sua tesi, dipende da quanta scienza e tecnologia saremo in grado di mobilitare in questi anni. E L’Italia? Non mancano le eccellenze (vedi ad esempio Abaco, che utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare rese e qualità della produzione agricola) né l’attenzione delle imprese: il 61% del sistema ha avviato iniziative nel campo dell’Ai. Magari, però, uno sforzo della mano pubblica potrebbe essere decisivo.

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