Il Governo alza lo scudo Golden Power su Pirelli, limitando così il raggio d’azione dei soci cinesi di Sinochem-Chemchina. L’Esecutivo di Giorgia Meloni ha infatti deciso di usare i poteri speciali “dotando il gruppo italiano di una serie di strumenti per la tutela dell’asset strategico, tra i quali un nulla osta di sicurezza industriale strategico che prevede limiti di accessibilità alle informazioni”. Lo rende noto Palazzo Chigi. “La decisione del Governo – spiega una nota -, nel rispetto del principio di proporzionalità, prevede apposite prescrizioni per la tutela dell’asset strategico costituito da sensori Cyber impiantabili negli pneumatici”. Dunque niente veti ma una serie di paletti molto stringenti finalizzati a limitare l’influenza di Sinochem che possiede il 37% del produttore di pneumatici di alta gamma.
Cosa prevede il Golden Power su Pirelli?
La nota del Governo parla “sensori cyber impiantabili negli pneumatici”. Di cosa si tratta? “Tali sensori sono in grado di raccogliere dati del veicolo riguardanti, tra l’altro, gli assetti viari, la geolocalizzazione e lo stato delle infrastrutture. Le informazioni così raccolte possono essere trasmesse a sistemi di elaborazione cloud e super calcolatori per la creazione, tramite intelligenza artificiale, di complessi modelli digitali utilizzabili in sistemi all’avanguardia come Smart city e digital twin”. Secondo Palazzo Chigi, “la rilevanza di questa tecnologia Cyber è individuabile in una pluralità di settori: automazione industriale, machine to machine communication, machine learning, manifattura avanzata, intelligenza artificiale, tecnologie critiche per la sensoristica e attuatori, Big Data e Analitycs. Per tali settori, Cyber si configura come tecnologia critica di rilevanza strategica nazionale”, continua il governo che avverte come “l’uso improprio di questa tecnologia può comportare notevoli rischi non solo per la riservatezza dei dati degli utenti, ma anche per il possibile trasferimento di informazioni rilevanti per la sicurezza”.
Cosa cambia per Pirelli?
“Le prescrizioni del governo hanno lo scopo di creare una rete di misure che tutelano: l’autonomia di Pirelli & C.spa e del suo management; la sicurezza delle procedure; la protezione delle informazioni di rilevanza strategica; il know-how posseduto dalla società”, prosegue Palazzo Chigi. Con il Golden Power, il Governo vuole dotare Pirelli di una serie di strumenti per la tutela dell’asset strategico, “tra i quali un nulla osta di sicurezza industriale strategico che prevede limiti di accessibilità alle informazioni”.
Molto stringenti le prescrizioni che riguardano i settori strategici nei quali opera la società riguardo le decisioni del board. La società dei pneumatici “istituirà anche una unità organizzativa autonoma per la sicurezza. Per alcune decisioni strategiche del Cda ci vorrà un voto di almeno i 4/5 del consiglio di amministrazione”. Dunque resta in piedi il patto entrato in vigore il 19 maggio, ma con qualche modifica. In sostanza, la maggioranza qualificata in queste materie richiede il consenso di 12 consiglieri su 15: perciò i cinesi devono trovare il consenso dell’ad e di almeno altri tre per agire. “L’attuazione delle prescrizioni sarà oggetto di monitoraggio da parte del ministero competente”, conclude il governo.
Alla fine il Governo di Giorgia Meloni ha scelto una strada “più morbida”. D’altro canto, una frattura con il partner cinese rischia di compromettere la presenza in un mercato, quello cinese he promette di essere il più dinamico per i pneumatici.