Con una doppia mossa senza precedenti il Comune di Firenze cerca di risolvere il problema del caro-affitti e degli affitti brevi. Palazzo Vecchio ha deciso di adottare un provvedimento che vieta di usare immobili con destinazione residenziale per affitti turistici brevi in tutta l’area Unesco del centro storico. Non solo, chi ad oggi affitta case tramite AirBnb o simili e decide di tornare sui suoi passi optando per gli affitti lunghi non dovrà pagare l’Imu sulla seconda casa per tre anni.
Firenze: stop agli affitti brevi in centro
Ad annunciare le novità è stato il sindaco di Firenze Dario Nardella. Il Comune varerà entro fine anno una delibera per introdurre una modifica al Piano operativo comunale. Dal 1° giugno 2023 i proprietari di immobili situati nel centro storico Unesco non potranno più darli in affitto turistico breve. Tradotto: niente più AirBnb in centro. La norma, rassicurano da Palazzo Vecchio, non sarà retroattiva. Il che significa che chi ad oggi usufruisce dell’affitto breve per la propria casa potrà continuare a farlo ma non se ne potranno stipulare di nuovi.
“Ci rendiamo conto che è una norma ardita – ha detto ancora il sindaco Nardella -, giuridicamente ardita, ma siamo consapevoli di poterla difendere giuridicamente. Se noi non proviamo a fare azioni politicamente dirompenti nessuno si dà una mossa: siamo stanchi di annunci, il problema è diventato strutturale”.
Niente Imu per 3 anni per gli affitti lunghi
In arrivo anche una seconda norma dedicata a chi deciderà di rinunciare agli affitti brevi. “Chi ha una seconda casa nell’area Unesco e ci dimostra di aver rinunciato all’affitto turistico breve per quello più lungo, come il 4+4, avrà l’Imu azzerata per 3 anni” afferma Nardella. Numeri alla mano, significa un risparmio di 2.000-2.500 euro all’anno.
Nardella ha poi parlato della prima bozza della legge sugli affitti brevi elaborata dal governo, liquidandola come “del tutto inefficace”, ma “siamo disponibili a collaborare per strumenti più efficaci, e rilanciamo la norma Venezia”.
“Non capiamo perché di fronte a un’emergenza del genere non si voglia estendere la norma Venezia a tutte le città d’arte che hanno patrimonio Unesco e caratteristiche assimilabili», ha aggiunto il sindaco secondo cui la bozza del governo “non contiene nessuno strumento utile ed efficace ad affrontare il problema della residenzialità nelle città, del caro affitti, e dell’impatto dei flussi turistici sul mercato immobiliare”.