Anche viaggiare inquina. Anche in mare. Per fare un primo passo verso una decarbonizzazione in ambito nautico, almeno per gli yacht, il Gruppo Azimut-Benetti ed Eni Sustainable Mobility hanno sottoscritto un accordo per la fornitura e utilizzo di HVOlution, il biocarburante prodotto con 100% di materie prime rinnovabili. “Si tratta del primo accordo relativo all’industria dello yachting finalizzato alla decarbonizzazione del settore della nautica da diporto”, dice una nota di Eni.
A partire dall’estate 2023, il Gruppo Azimut-Benetti introdurrà HVOlution in sostituzione del carburante di origine fossile oggi impiegato dai brand Azimut e Benetti per i test tecnici dei nuovi yacht, per le prove in mare e per la movimentazione dei modelli prototipo. Inoltre, i nuovi modelli Azimut potranno essere consegnati agli armatori con un primo rifornimento di biocarburante HVOlution.
“Per il Gruppo Azimut-Benetti questo accordo rappresenta un concreto passo in avanti nella rotta tracciata per abbattere le emissioni di CO2. Un risultato che ci consente di ampliare l’area di azione per la riduzione delle emissioni coinvolgendo la filiera, focalizzandoci sulla decarbonizzazione energetica. Attualmente, più della metà della flotta di Azimut è costituita da imbarcazioni Low Emission e Benetti ha realizzato il più grande yacht ibrido al mondo, oltre a vincere il premio “Green yacht of the year 2022” con il 37mt BYond” dichiara Giovanna Vitelli, Presidente del Gruppo nautico.
La nautica è responsabile dell’11% di inquinamento dei trasporti nel mondo
Il tema dell’inquinamento dei trasporti è sempre sotto osservazione. Secondo i dati pubblicati dall’Emissions Database for Global Atmospheric Research (EDGAR), nel 2020 è stato il mondo dei trasporti il responsabile di circa un quinto del totale delle emissioni di CO2 a livello globale, arrivate a sfiorare i 36 miliardi di tonnellate. Certo, dai numeri emerge anche il peso preponderante dei trasporti su strada in termini di inquinamento che coprono una fetta del 78%. I mezzi marittimi, secondo il rapporto, sono responsabili per un 11%, soprattutto da parte delle grandi navi e traghetti. Anche altri armatori si stanno muovendo nell’albito della sostenibilità, con varie declinazioni. Sanlorenzo yacht infatti utilizza un reformer con il quale viene trasformato metanolo in idrogeno, quest’ultimo va in una fuel cell che a sua volta produce energia elettrica chimicamente e il residuo non è più CO2, bensì vapore acqueo.
Le caratteristiche del bio carburante HVOlution
HVOlution è un biocarburante composto al 100% da HVO (olio vegetale idrogenato): viene prodotto nelle bioraffinerie di Eni Sustainable Mobility di Venezia e Gela da materie prime di scarto e residui vegetali o da olii generati da coltura non in competizione con la filiera alimentare, in un modello di economia circolare applicata alla mobilità. Se si considera tutta la filiera logistico-produttiva, la riduzione delle emissioni da parte di HVOlution può raggiungere fino al 90% rispetto al mix fossile di riferimento, a seconda delle materie prime utilizzate per la sua produzione.
“Questa prima fornitura di biocarburante al settore della nautica da diporto conferma come Eni Sustainable Mobility possa accompagnare anche gli operatori del settore navale nel percorso verso la decarbonizzazione. L’accordo con il Gruppo Azimut-Benetti è un primo passo che sarà seguito nei prossimi mesi dall’ampliamento delle vendite di HVOlution anche nel settore marino”, ha dichiarato Stefano Ballista, Amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility.
In futuro verranno sviluppate le reti di distribuzione
La collaborazione tra il Gruppo Azimut-Benetti ed Eni Sustainable Mobility verrà inaugurata a inizio giugno con il primo viaggio del nuovo Magellano 60 di Azimut, che da Savona raggiungerà Taormina per la première internazionale allo “Yachting Gala”, evento organizzato da Azimut per oltre 600 armatori da tutto il mondo.
Altri due accordi di Eni per il mare: con Rina e con Energetica
Il gigante petrolifero italiano guidato dal ceo Claudio Descalzi si sta già muovendo in diverse direzioni per la decarbonizzare nel settore navale. Nei giorni scorsi Eni ha firmato un accordo con Rina, multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, per sviluppare l’uso di carburanti green sulle navi, la valutazione delle emissioni di CO2 di questi carburanti (dalla produzione al consumo) e la sperimentazione della cattura del carbonio (Ccs) a bordo.
Inoltre Plenitude, il braccio green di Eni, promesso sposo su Piazza Affari, ha firmato un accordo, attraverso la controllata Be Charge, con Energica Inside, la business unit di Energica Motor Company dedicata alla ricerca di soluzioni innovative nella mobilità green e in particolare all’installazione di colonnine di ricarica nei porti italiani.