Cantina Neri, Tenuta di Salviano, Madonna del Latte, Palazzone e Sergio Mottura, tutte aziende storiche, radicate nel territorio e pioniere nella vinificazione di vini autoctoni, marciano da oggi insieme per dimostrare che l’Orvieto è una grande realtà nel panorama italiano e per rilanciare un marchio nelle sue declinazioni più autentiche e pregiate. I produttori si ritrovano nel segno dell’amicizia e della passione per la terra orvietana – come sottolinea Guido Orzalesi, amministratore delegato della Tenuta di Salviano di proprietà dei marchesi Giovanni ed Eleonora Incisa della Rocchetta – a difendere un terroir che le accomuna e che è capace di produrre vini strutturati ma semplici allo stesso tempo, caratterizzati da grande bevibilità e versatilità negli abbinamenti sia con i piatti di carni bianche che con quelli di pesce. Non c’è concorrenza tra le aziende, tutte situate nella zona di Orvieto, tranne quella di Sergio Mottura che si trova a ridosso della città d’arte umbra ma nel Lazio, a Civitella d’Agliano. Tutte producono con la denominazione Orvieto classico doc, tranne Mottura che essendo in altra regione, per disciplinare produce con la denominazione Orvieto doc. Giovanni Dubini parla di Palazzone come di una sua creatura che nata negli anni ’80 è diventata una grande realtà con le sue 50mila bottiglie annue. L’Orvieto è una sfida, dice, “noi – spiega – rispettiamo la tradizione nella composizione dell’uvaggio e lasciamo che il Grechetto, più immediato e fragrante, e il Procanico, più serio e minerale, affermino la loro personalità. Siamo orgogliosi di fare un bianco incisivo, leggiadro e mediterraneo al tempo stesso a un prezzo incoraggiante. Per noi le persone devono godere di un vino affidabile che “sente” la differenza tra le vendemmie”
Parla invece tedesco e si estende sulle colline tra Orvieto e il lago di Bolsena l’azienda Madonna del Latte, frutto della passione per il territorio e per il vino di una coppia di giornalisti enogastronomici Manuela Zardo e Hellmuth Zwecker. Oggi è il figlio Leon a occuparsi dei vigneti di Grechetto e Malvasia e a difendere il vino preferito dalla famiglia. Una piccola realtà, con produzione assolutamente biologica e una antica cantina scavata in un cunicolo di tufo che sembra una tomba etrusca.
Dagli anni ’50 invece Cantina Neri, faceva l’uva di qualità per conferirla ad altre cantine. Quando Enrico Neri entra in azienda lascia il padre ad occuparsi della vigna mentre lui comincia a vinificare, fino ad arrivare a 25 mila bottiglie l’anno, buone subito e anche nel tempo, osserva oggi sostenendo con forza la necessità di valorizzare la doc con un azione comune dei vignaioli della sua terra. Per Sergio Mottura parla il figlio Giuseppe. Vino biologico da sempre, niente vitigni internazionali e un Grechetto che il palato non dimentica, l’azienda dell’Istrice entra in cordata per difendere il lavoro dei vignaioli, perchè – osserva Giuseppe – “noi creiamo in prima persona il vino e questo fa la differenza”.
Molto ottimista sulla riuscita di questa avventura umbra è Giovanni Incisa della Rocchetta, erede della Tenuta di Salviano già di proprietà della madre, Nerina Corsini. Del resto – osserva il marchese con una battuta degustando un calice di Orvieto abbinato ad un piatto di pesce al’Ceppo’ di Roma – abbiamo fatto da sempre il vino, l’abbiamo fatto dal ‘600 per la famiglia, riusciremo a pure a far qualcosa in Umbria!
I numeri dell’Orvieto: 1400 ettari di vigne, 13 milioni di bottiglie prodotte ogni anno. La maggior parte dei produttori sono conferitori e l’80% del vino in realtà viene venduto sfuso. I prezzi dell’Orvieto Classico variano dagli 11 ai 15 euro in enoteca.
Le aziende:
Cantina Neri
www.neri-vini.it
Tenuta di Salviano
Madonna del Latte
www.madonnadellatte.it
Palazzone
www.palazzone, com/it/
Sergio Mottura
www.sergiomottura.com/it