L’Italia detiene il primato nel settore della logistica immobiliare, distaccando di misura anche la Germania che si pone al secondo posto. In drastico calo sono invece Gran Bretagna e Spagna.
Sono i dati emersi dal convegno di stamane a Milano “The future of logistic is now” durante il quale è stato presentato il “Rapporto 2023 sul mercato immobiliare della logistica“, a cura di Scenari Immobiliari in collaborazione, per il secondo anno consecutivo, con SFRE, società di Project & Construction Management, specializzata in immobili logistici e light-industrial.
Con un aumento del 7% negli investimenti in logistica, l’Italia si conferma al primo posto per crescita in Europa, superando i 3 miliardi di euro e raggiungendo una quota del 25% sul volume complessivo. L’Italia risulta dunque controcorrente nel continente dopo il volume degli investimenti nel 2022 è invece diminuito complessivamente del 15% su anno a 58 miliardi di euro.
Gli investimenti in Germania sono cresciuti solo del 3%, mentre gli altri paesi hanno tutti segni meno: Gran Bretagna -30%, Spagna -25%, Francia -7%.
Nel 2023 fatturato sostanzialmente stabile
Il fatturato del comparto industriale-logistico in Italia nel 2022 è stato di circa 6 miliardi, in crescita del 9% su base annua e con una previsione per il 2023 di sostanziale stabilità.
“Lo spazio è considerato elemento fondamentale più che in passato, per poter essere magazzino nel senso più positivo del termine, raccogliendo le scorte adeguate a far fronte a nuove interruzioni del processo di approvvigionamento, limitare le ricadute dovute all’aumento dei costi, competere nella velocità di risposta alla domanda” ha detto Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari.
Un patrimonio da 46 milioni di metri quadrati
La crescita del mercato logistico nel nostro Paese ha portato il patrimonio immobiliare attuale, dopo che nel 2022 si sono chiusi sviluppi per poco meno di 2 milioni di metri quadrati, a oltre 46 milioni di metri quadrati, un incremento del 4,5% su base annua per un valore stimato di circa 2,0 miliardi di euro. Contestualmente, le stime per il 2023 prevedono sviluppi in pipeline di poco inferiori a 2,3 milioni di metri quadrati.
Per gli investitori il comparto è secondo solo agli uffici
Il comparto è salito in cima alle scelte degli investitori, al secondo posto dopo gli uffici. “L’incremento degli investimenti del comparto logistico nel nostro Paese è stato sostenuto prevalentemente dal progressivo consolidarsi dell’interesse da parte di investitori istituzionali esteri e dalla crescente pressione esercitata dalla domanda rispetto a spazi di qualità situati in mercati complementari ai principali” dice il rapporto. “È un mercato immobiliare maturo quello degli immobili logistici in Italia, che ha superato la crisi pandemica, ha sostenuto la crescita del 2021, ha affrontato i molti rischi del 2022 e ha iniziato il 2023 con evidente contrazione dei risultati rispetto ai trimestri precedenti confermandosi come una delle migliori asset class immobiliari”.
La capacità di adeguamento della filiera è confermata dall’incremento ponderato, rispetto alla forte discesa degli anni precedenti, dei rendimenti netti a livello nazionale, che si attestano al 5,8%, con punte ancora inferiori per le prime locations e per i trophy asset, tra il 4,8 e il 5,7% e ulteriori ribassi per gli immobili last mile.
Il nord si conferma il primo ambito scelto per la logistica (82%)
La distribuzione territoriale degli investimenti mostra come si sia rafforzata l’importanza del nord Italia come principale ambito di interesse del Paese con un assorbimento pari all’82 per cento del totale (nord ovest 61 per cento, nord est 21), con il centro che segue a distanza con il 17 per cento e il restante uno per cento costituito dai mercati del sud e delle isole.
I canoni di locazione restano stabili
In Italia i canoni di locazione nel 2022 sono rimasti pressoché costanti, con territori caratterizzati da dinamiche di crescita più rapide in corrispondenza degli ambiti logistici del nord Italia e livelli di dinamicità inferiore nel centro. Contestualmente i prezzi hanno avuto un incremento medio di poco superiore al tre per cento, derivante prevalentemente da rendimenti tornati in crescita e dall’aumento a livello nazionale dei canoni medi.