Frenano i mercati europei sull’onda dei segnali contraddittori in arrivo dagli indici Pmi sull’andamento delle economie, basati sugli acquisti delle imprese. Rallenta la Francia, sale la Germania grazie al buon andamento dei servizi che ha compensato la battuta d’arresto della manifattura. “Se si esclude la Germania, i numeri probabilmente non sono così rosei – ha detto Stuart Cole, capo economista macro di Equiti Group -. Ma mi aspetto che i ‘falchi’ del Consiglio direttivo siano soddisfatti del fatto che i dati di oggi corroborino il messaggio lanciato dalla Bce, ovvero che sia necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria”.
L’andamento degli indici riflette queste incertezze: Parigi, la peggiore, lascia sul terreno lo 0,85%, colpita dalla frenata del lusso. Francoforte -0,14% si mantiene nei pressi del recente record. Milano, a metà strada, cede a fine mattinata lo 0,53% attorno a quota 27.200 punti.
A zavorrare i mercati, oltre ai dati macro, contribuiscono alcune vicende societarie. Perde colpi a Parigi il titolo Vivendi -6,5% sull’onda della notizia che l’azionista di controllo Vincent Bollore ha venduto azioni del gruppo francese di media.
Giornata nera a Zurigo per Julius Baer che perde il 7,74%, in corsa per il peggior calo percentuale da tre anni a questa parte, La crisi dell’industria del wealth management elvetico non si è esaurita con il collasso di Crédit Suisse.
A Milano corre Mps, soffre il lusso
Pochi spunti da segnalare in Piazza Affari dove, su scambi modesti, continua la marcia di Banca Monte Paschi +2%. Corre anche Banca Profilo +5,2% dopo che l’azionista di controllo Arepo ha raggiunto un accordo vincolante per la vendita alla società di gestione francese di fondi di investimento alternativi Twenty First Capital del 29% del capitale. Poco mosse le altre banche: Bper -1,57%.:
Debole il comparto delle utility che paga sempre la competizione diretta con i titoli di Stato il cui rendimento supera abbondantemente il 4% per il decennale. Snam cede lo 0,4%, Terna piatta, Enel arretra dello 0,2%.
Comparto del lusso, in forte calo a Milano in tutta Europa. L’indice europeo cede il 2,9%: Brunello Cucinelli cede il 2,5%, Moncler -2,6%. Giù anche Ferrari a -2,8%.
Juventus sotto pressione ma il titolo resiste
In altalena il titolo Juventus. Prima in forte ribasso sull’onda della penalizzazione di 10 punti, che a due giornate dalla fine del campionato sancisce una probabile esclusione del club torinese dalla Champions League. Poi sono scattate le ricoperture ed il titolo è rimbalzato fino a +2,2%. Non è da escludere una coda speculativa per possibili nobità nel club. Ben raccolta invece è la Lazio +2,2% che, al secondo posto in classifica, brinda alla matematica certezza di partecipare al massimo torneo continentale.
Venduti i titoli MFE azioni A e B in calo dell’1,4% nel giorno del Cda sul primo trimestre con i risultati che saranno resi noti domani prima dell’apertura dei mercati.
Nel comparto oil svetta Saras; salgono i rendimenti dei titoli di Stato
Nel comparto oil svetta Saras con un balzo del 4% grazie al ritorno della crescita del margine di raffinazione petrolifera a maggio dopo il calo ad aprile, come evidenzia Bestinver nel daily. “I margini stanno iniziando a beneficiare della crescita della domanda di benzina durante la driving season negli Usa e la domanda di petrolio per i sistemi di raffreddamento, in particolare in Asia e Medioriente”. Saipem +1,26%.
Il secondario italiano scambia in territorio negativo zavorrato dall’abbondante offerta, tra cui il nuovo BtpEi a 15 anni. Il Tesoro ha raccolto finora ordini superiori a 21 miliardi di euro nel nuovo titolo che sta lanciando via sindacato. Il decennale tratta al 4,335%, spread a 184,5.
Restano timori per l’accordo sul tetto debito Usa
A penalizzare la carta italiana, ma anche quella europea, un irrobustimento delle attese per i rialzi dei tassi da parte delle principali banche centrali legate alle ultime dichiarazioni di esponenti Fed e ai dati macro-europei. Sullo sfondo resta il nervosismo per gli sviluppi sulle trattative sul tetto del debito Usa dopo che ieri, nell’incontro ai massimi livelli, non si è giunti a un’intesa. I negoziatori però continueranno a vedersi tutti i giorni di qui al primo giugno, data in cui è previsto che si esauriscano i fondi governativi.
I future di Wall Street sono piatti, In tensione invece il mercato obbligazionario: Treasury Note a dieci anni a 3,70%, sui massimi da marzo.