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Maltempo Emilia-Romagna, il climatologo Pasini: “Dobbiamo adattarci a eventi così. Pensiamo al clima e ad opere che rispettino la natura”

Dietro l’emergenza maltempo, criticità storiche. Gli eventi eccezionali si possono gestire al meglio. Progettare le opere pubbliche in modo diverso dal passato, sostiene il Proffesor Prof. Antonello Pasini, climatologo del Cnr

Maltempo Emilia-Romagna, il climatologo Pasini: “Dobbiamo adattarci a eventi così. Pensiamo al clima e ad opere che rispettino la natura”

Non sarà l’ultima tragedia italiana dovuta al maltempo come, purtroppo, ormai sappiamo a memoria. Il Paese che la retorica dei Palazzi celebra come il più bello del mondo, ha il 90 per cento del territorio esposto a rischi. Quali rischi? Tutti, rispondono all’unisono meteorologi, climatologi e geologi. 

L’alluvione dell’Emilia Romagna è un fatto senza precedenti: “Una realtà che ha superato le peggiori previsioni”, ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

Ma si può vivere in questo modo? Con la paura di essere travolti da eventi estremi, con quella memoria che non cancella lutti, disastri, evacuazioni? “In un certo senso dobbiamo adattarci, ma soprattutto dobbiamo adattare il nostro territorio a questi eventi. Un territorio estremamente fragile” risponde in prima battuta il Professor Antonello Pasini, fisico e climatologo del Cnr.

Il Presidente Bonaccini e i sindaci in queste ore fanno quello che possono per contenere i danni del maltempo. Un giorno le Autorità centrali ad ascolteranno la popolazione ? Già, perché le preoccupazioni in Emilia Romagna, come ad Ischia a novembre scorso, a Sarno 25 anni fa, in Trentino o in Calabria non sono solo a vantaggio di cronisti e Tv. Quindici giorni fa in Calabria è crollato un ponte costruito con i pilastri sul letto di un fiume. La gente del posto in qualche modo era consapevole di un’opera a rischio. E le Autorità?

Il Professor Pasini due anni fa ha pubblicato un libro “L’equazione dei disastri-Cambiamenti climatici su territori fragili “, uno straordinario focus su ciò che ci capita e ci potrà ancora capitare. Alla base c’è un’equazione esplicativa R=PxExV, dove R è il rischio, P è il pericolo di eventi climatici, E è l’esposizione al rischio, V è la mancanza di piani adeguati a gestire il pericolo.

Professore Pasini, come si raccorda il cambiamento del clima con i fatti dell’Emilia-Romagna?

“Lo zampino del clima c’è, ma io sostengo che anche in questo caso vale l’equazione ricordata. Tuttavia, bisogna anche limitare le emissioni dei gas serra per evitare situazioni anche peggiori”.

L’Itala è fragile da Nord a Sud, come possiamo rimediare?

“Certamente il nostro è un Paese molto fragile e lo sappiamo. Ma negli anni sui territori abbiamo anche costruito opere idrauliche troppo ingegneristiche”.

Cosa vuol dire?

“Che sono state realizzate opere tarate su determinate quantità di acqua. Da tempo la situazione è cambiata, per cui è necessario pensare a soluzioni più rispettose della natura”.

A cosa è dovuta questa enorme quantità di pioggia?

“Le piogge, come tutti vediamo, sono molto intense mentre siamo soliti assistere ad una primavera variabile: un giorno è sereno, un altro è piovoso, poi torna il sole, e cosi via. Ma il fenomeno più importante è la persistenza. La pioggia persiste, cade senza interruzioni e alla fine diventa dilagante”.

Dilaga in città e lungo le campagne che si allagano. L’impegno per prevenire fenomeni come questi è disarticolato. Bisogna fare molto più affidamento sulla scienza e sulle indicazioni degli specialisti. È evidente che la tutela da un alluvione non sarà mai “tutto per tutti”. Sul sistema Paese influiscono anche le decisioni locali. Il Paese è indietro con il Piano clima. Vi sono amministratori locali illuminati che pensano veramente ad un adattamento efficace dei loro territori al cambiamento climatico, ci aveva detto in un’altra occasione il Professor Pasini. Ancora una volta con l’ondata di maltempo in Emilia Romagna scopriamo che di cose da fare per abbassare il rischio più grande ed evitare morti e feriti, ce ne sono. Eccome.

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