È ufficiale: Wind Tre cede la maggioranza della rete al fondo svedese di private equity Eqt. Se ne parla da settimane, tanto che i lavoratori dell’operatore di tutto il territorio nazionale hanno indetto scioperi, manifestazioni e proteste contro lo scorporo della rete di Wind Tre a un fondo di investimento svedese. Ma alla fine, Eqt Infrastructure ha siglato un accordo per l’acquisizione del 60% di una newco che avrà la rete fissa e mobile dell’operatore italiano, in una transazione che stabilisce un enterprise value di 3,4 miliardi di euro. La transazione è soggetta alle consuete approvazioni normative e si prevede che si concluda entro sei-nove mesi.
Figlia di una fusione che in sé già evidenziava tutti i problemi del settore delle telecomunicazioni, l’azienda nata nel 2016 dall’unione di Wind e Tre e dal 2018 controllata dal gruppo i Hong Kong Ck Hutchison non è mai riuscita a far quadrare i conti e ora usa una delle “ricette” già vagliata da altre aziende, la più famosa Tim: lo scorporo della rete. Questo per far fronte ad un mercato, quello delle tlc, che negli ultimi anni è stato protagonista di un netto calo di ricavi e margini per via dell’abbassamento dei prezzi per una competitività tra le aziende ormai troppo aggressiva. Insomma, con i riflettori puntati sul destino di Tim alla fine il tanto temuto scorporo della rete arriva con un altro grande operatore della telefonia italiana, Wind Tre.
Wind Tre cede il 60% della rete a Eqt: investimento strategico
Lo scopo dell’operazione – spiega una nota– è quello di favorire la crescita, l’estensione e la modernizzazione della rete mobile italiana, attraverso investimenti che rispondano alle esigenze richieste dalle nuove tecnologiche, dal 5G all’IoT. A seguito dello scorporo di WindTre, la nuova società controllerà e gestirà la totalità della rete mobile e un portafoglio di asset tra cui antenne radio, stazioni base, rete di trasporto e contratti associati. La società sarà inoltre, prosegue nota, la prima rete di accesso indipendente in Europa focalizzata principalmente sulla telefonia mobile e dedicata alla fornitura di servizi wholesale agli operatori mobili attraverso la sua rete all’avanguardia, che alla fine del 2022 già copriva circa il 67% dell’Italia con ricezione 5G.
“Abbiamo lavorato a stretto contatto con Ck Hutchison per sviluppare questa transazione innovativa nel settore delle telecomunicazioni. Eqt crede fermamente nella logica strategica di separare le infrastrutture e i servizi degli operatori di telefonia mobile e consideriamo questo investimento come un modello per future operazioni con operatori in altri mercati europei”, ha commentato Francesco Malvezzi, Managing Director e Head of Italy del team di advisory di Eqt Infrastructure.
Il no dei sindacati
Una decisione che allarma i circa 2mila dei 6.500 lavoratori della telco che temono tagli in vista. Nulla ha cambiato lo sciopero dello scorso 4 maggio. I sindacati continuano a “ribadire la totale contrarietà allo scorporo”, sostenendo “che rappresenta una mera operazione finanziaria di corto respiro, un efficientamento economico senza alcuna prospettiva industriale e che, temiamo, genererà ricadute occupazionali nel futuro”.
“La guerra delle tariffe – aveva dichiarato Riccardo Saccone, Segretario Nazionale Slc Cgil – sta di fatto trasformando il settore Tlc italiano in un ‘emporio’ dove i gestori, pur di sopravvivere, smettono di fatto di investire sull’infrastruttura e l’innovazione, concentrandosi esclusivamente sull’erogazione di servizi a prezzi sempre più stracciati, con buona pace degli investimenti e della tenuta della qualità dell’occupazione”.
Wind Tre fa shopping nella cybersecurity
Nel frattempo, Wind Tre annuncia anche un’acquisizione. Quella del 70% di Rad, specializzata in cybersecurity. “L’acquisizione di Rad – ha affermato Gianluca Corti, ceo di Wind Tre – rappresenta un ulteriore importante investimento della nostra azienda e dell’azionista in Italia. In particolare, conferma la volontà di Wind Tre di continuare a puntare sulle eccellenze tecnologiche del nostro Paese per offrire servizi sempre più evoluti e diversificati, anche in ambito B2B, nonché per supportare la digitalizzazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni”.