Riflettori accesi su Eni a Piazza Affari, con le azioni che registrano una delle migliori performance della giornata, salendo dello 1% a 13,752 euro, a fronte di un Ftse Mib in rosso dello 0,6%. A spingere il titolo al rialzo è la ripresa del prezzo del petrolio (Brent a 80,96 dollari, +0,24%), ma anche il giudizio degli analisti dopo il recente annuncio di nuovi progetti, in primis il Congo Lgn.
Eni inaugura il Congo Lgn su gas naturale liquefatto
Il 25 aprile, il presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou Nguesso, e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, hanno posato a Pointe-Noire la prima pietra di Congo LNG, il primo progetto di liquefazione di gas naturale del Paese e una delle principali iniziative di Eni per la diversificazione degli approvvigionamenti.
Secondo quanto previsto il progetto avrà una capacità complessiva di produzione di gas naturale liquefatto di 3 milioni di tonnellate all’anno, pari a circa 4,5 miliardi di metri cubi/anno). Il progetto, realizzato attraverso uno sviluppo accelerato e con filosofia zero-flaring, prevede l’installazione di due impianti galleggianti di liquefazione del gas naturale sui giacimenti di Nenè e Litchendjili, già in produzione, e sulle scoperte non ancora sviluppate. Il primo impianto, attualmente in corso di riconversione e con una capacità di 0,6 milioni di tonnellate per anno, avvierà la produzione nel corso del 2023. Il secondo, già in costruzione, sarà avviato nel 2025 e avrà una capacità di 2,4 MTPA.
“Celebriamo l’avvio di uno dei principali progetti di Eni, reso possibile grazie alla collaborazione con la Repubblica del Congo e destinato a contribuire significativamente alla sicurezza energetica e alla competitività industriale italiana ed europea”, ha commentato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, aggiungendo che si tratta di “un risultato che testimonia l’importanza delle alleanze di lungo termine con i partner africani in una fase in cui occorre compiere importanti scelte strategiche sulla futura diversificazione delle rotte di approvvigionamento e dei mix energetici europei, nella direzione della accessibilità e disponibilità energetica e della progressiva decarbonizzazione”.
Il giudizio degli analisti
Secondo Equita, l’impianto alimentato ieri attingerà dalle risorse gas di Marine XII, jv di cui Eni detiene il 65%, “alimentando l’export di Lng con l’Europa come principale punto di approdo”. “Nel piano industriale di Eni presentato lo scorso febbraio – ricordano gli esperti – i volumi contrattuali di Lng erano attesi salire dai 9 milioni di tonnellate l’anno del 2022 a 11 nel 2023 e a oltre 18 nel 2026”.
Nel frattempo, nel Mare del Nord, Var Energi, di cui Eni ha il 71,1%, ha avviato una collaborazione con Odfjell Oceanwind e Source Galileo per avviare un progetto pilota per la produzione di energia eolica da impianti galleggianti presso la piattaforma Goliat.
L’obiettivo del progetto chiamato GoliatVind, spiegano da Banca Akros, “è usare il cavo che collega la piattaforma con la terraferma per fornire elettricità a quest’ultima e aumentare la produzione di energia rinnovabile nella regione del Finnmark”. Si tratta di un’iniziativa per “dimostrare la nuova tecnologia eolica norvegese”. Il progetto, commentano gli esperti, “potrebbe contribuire al raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni di Eni”.