La Tv italiana è sempre più “smart”.
Negli ultimi 5 anni, complice il passaggio al nuovo digitale terrestre, si è registrato un vero boom delle cosiddette Smart TV. Si è passati da 5 milioni di apparecchi a 18 milioni, una crescita del 210%. Merito anche della copertura broadband, che interessa il 90% delle famiglie e raggiunge oltre 90 milioni di schermi (su un totale di circa 120 milioni di schermi complessivi).
Sono alcuni dati emersi dalla relazione annuale di Auditel dal titolo “Globalizzazione, mercato, sistemi di misurazione: il ruolo dei JIC nel nuovo contesto mediatico”. Auditel è la società che raccoglie e pubblica i dati sull’ascolto televisivo italiano. Il presidente Andrea Imperiali ha presentato la relazione annuale sul settore in Parlamento.
La crescita delle Smart Tv non si fermerà. In prospettiva, “c’è un ulteriore impulso derivante dal processo di switch-off per il nuovo standard digitale terrestre e soprattutto dal Pnrr, che prevede al 2026 la realizzazione della cosiddetta gigabit society, ovvero la copertura broadband a un gigabit per tutte le famiglie italiane” ha spiegato Imperiali.
Tv: palcoscenico di un mercato globalizzato
La TV è diventata centrale nel processo di trasformazione della società italiana in chiave digitale. “Un cambiamento rilevante – spiega Imperiali – che sta incidendo profondamente sulla fruizione e sui comportamenti di visione dei contenuti televisivi”. La fruizione dei media, infatti, e non solo nel nostro Paese, è sempre più polarizzata a livello generazionale: oggi il 70% dei giovani tra i 18 e 24 anni guarda attraverso i device digitali mentre quasi l’80% del tempo speso degli over 45 viene allocato sulla TV tradizionale.
All’interno delle Smart TV, oggi, si muove il mercato globalizzato e si intrecciano sei diversi settori:
- il settore TV (con le sue tradizionali articolazioni news, broadcast e sport);
- lo streaming (suddiviso in SVOD – Subscription Video On Demand – AVOD – Advertising Video On Demand – e FAST – Free Ad-Supported Television)
- il digital (composto da social media e advertising);
- i videogames (sempre più convergenti);
- l’hardware (con i produttori di CTV e Smart TV);
- il cinema (ovvero gli studios tradizionali).
La Tv in streaming complice l’innalzamento dei tassi di interesse, il ritorno dell’inflazione, la crisi dei consumi e l’esplosione della concorrenza ha subito un calo negli ultimi anni. “D’improvviso lo scenario competitivo è cambiato, facendosi ad un tempo più complicato e, se possibile, ancora più agguerrito” spiega il presidente di Auditel. La corsa agli abbonamenti si è ridotta e le quotazioni stellari degli OTT, trascinate dalla crisi di Wall Street, hanno subito una forte contrazione. Le aziende di streaming cercato tramite varie strategie di evitare la fuga di abbonati. Nonostante ciò comunque la Tv in streaming continua la sua scalata ad egemonizzare il mercato.
La TV in streaming, in particolare, conferma di essere il palcoscenico globale della sfida in atto fra i giganti statunitensi che si muovono alla conquista dell’Europa (e Asia) che, pur di acquisire quote rilevanti di abbonati, adottano politiche di prezzo sempre più competitive, anche sotto il profilo pubblicitario. Una situazione analoga si ha con le piattaforme di condivisione dei video (ai fini di profilazione pubblicitaria) che, incalzato da normative sulla data protection sempre più stringenti, registra, a livello globale, trasformazioni tali da mutare sensibilmente le dinamiche competitive, nella direzione di una ulteriore concentrazione e di uno strapotere di chi, controllando già browser, server pubblicitari e sistemi operativi, può alterare (di fatto) le regole del mercato.
Un mercato, quindi, afferma Imperiali “già saldamente presidiato da veri e propri oligopolisti digitali globali, può registrare un ulteriore, preoccupante, consolidamento delle posizioni dominanti“.
La nuova misurazione Total Audience
In uno scenario così competitivo i sistemi di rilevazione delle audience devono esercitare un ruolo fondamentale. Cambiando la televisione, è cambiato perciò anche il modo di misurare i dati televisivi. Dall’anno scorso Auditel ha introdotto il sistema Total Audience, pensato e realizzato al servizio del mercato proprio per rispondere in maniera puntuale al mutato contesto tecnologico e alle mutate abitudini di consumo. Total Audience, rileva e misura i consumi cross piattaforma e cross device, “restituendo ogni giorno al mercato un quadro fedele e accurato di modalità di fruizione sempre più personalizzate e sempre più frammentate” ha spiegato Imperiali.