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BORSE ULTIME NOTIZIE: prima il rosso, poi il recupero. Il salvataggio Credit Suisse supera il primo esame

I riflettori dei mercati restano concentrati sulle banche dopo l’operazione Credit Suisse-Ubs e quelle italiane reggono meglio delle straniere l’urto del salvataggio – La frenata sui tassi aiuta le utility

BORSE ULTIME NOTIZIE: prima il rosso, poi il recupero. Il salvataggio Credit Suisse supera il primo esame

Dopo un avvio in profondo rosso i listini europei sembrano in grado di digerire, o quantomeno di contenere, l’effetto Crédit Suisse.

Partenza in rosso, ma poi recupero

A Milano l’indice principale, in discesa dell’1% abbondante nelle prime battute, si avvia ad azzerare le perdite attorno alle 11. A suonare la carica sono le utilities con rialzi tra il 2 ed il 4% nel giorno dell’arrivo del rigassificatore nelle acque di Piombino: guida la carica Terna, seguita da Snam, Italgas e A2A. A render possibile il rimbalzo è la discesa del rendimento dei titoli di Stato con relativo risparmio per il settore. Il Btp, in linea con il Bund tedesco ed i Treasury Usa, scende sotto il 4 per dento mentre lo spread s’abbassa sotto il 4%. La crisi delle banche (e conseguente immissione di liquidità) è destinata a spuntare l’azione dei falchi delle banche centrali. 

Borse: l’attenzione resta concentrata sulle banche

I riflettori dei mercati restano infatti concentrati sull’andamento del comparto bancario, in tensione fin dagli scambi stamane in Asia. 

Le azioni del Crédit Suisse destinato a finire nella pancia del concorrente storico Ubs per 3 miliardi di franchi registrano un ribasso del 70% circa, in linea con il prezzo stabilito nel week end. A poco serve il rimborso fissato per i vecchi azionisti, circa 3 miliardi di franchi (contro i 42 miliardi a valore di libro). Perdono colpi anche le azioni di Ubs 9% nonostante le condizioni di favore dell’operazione che, tutto compreso, prevede uno sforzo tra garanzie e sconti fiscali, comporta un impegno di oltre 200 miliardi per il bilancio della Confederazione, ovvero un quarto del budget scudo crociato. Fatte le proporzioni, è come se l’Italia impegnasse 500 miliardi di euro per salvare una banca. Ma l’industria del denaro è così vitale per il Paese degli gnomi da imporre questo sacrificio che, in ogni caso, il Paese può permettersi.

L’effetto della crisi non si ferma qui. Scende rispetto a venerdì il costo di assicurazione sul debito di Credit Suisse (a 386 da 985 punti) ma salgono i costi per altre banche sistemiche che fanno largo uso di obbligazioni subordinate. Deutsche Bank perde il 2,9%. Il mercato attende ora le parole di Christine Lagarde che parlerà nel pomeriggio: si aspetta un messaggio rassicurante sulla qualità del Tier 1 delle grandi banche.

Banche italiane: reggono all’urto meglio delle estere

Fanno meglio le banche italiane. Unicredit perde il 2% dopo il -6% toccato a inizio seduta. Intesa Sanpaolo arretra dell’1%%. Peggio BPER in calo del 2,4%, Banco Bpr a -2.3%. Peggio di tutti MPS a -4%, l’istituto che in passato fece uso dei Co.Co. bond. Equita scrive che “da un lato l’operazione su Credit Suisse permette di contenere i rischi di contagio e le sue ripercussioni, ma dall’altro riteniamo che i termini della transazione possano avere come effetto l’aumento del costo del capitale/risk premium per le banche”.  Soffre anche il risparmio gestito con Finecobank in calo del’1,5%.

Pesa infine il nuovo calo del prezzo del Brent, ai minimi da 15 mesi, sui timori che i rischi nel settore bancario possano portare a una recessione e un calo della domanda di petrolio: Saipem perde il 2,1%, Eni  e Tenaris –0,7%.

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