Quando si dice la sventura. Da anni, per l’esattezza dal 2017, Midea prova a fare shopping di grandi aziende americane o europee dei Majap senza riuscirci. Ogni volta infatti – diabolica coincidenza – arriva qualche competitor che le sfila via la preda ambita. Proprio di recente Firstonlinem ha rivelato che Midea ci sta di nuovo provando e questa volta non con Generale Electric, Whirlpool, SMEG e altre società, come era accaduto, ma con il gigante svedese Electrolux. Nel frattempo, una notizia riguardante i movimenti del top management Midea in Italia potrebbe confermare quanto Firstonline ha rivelato…..
Electrolux nel mirino di Midea: gli antefatti
Già nel 2017, Paul Fang Hongbo, miliardario presidente e Ceo di Midea, aveva fatto trapelare l’intenzione di acquisire la Whirlpool (tutta, non solo la Emea) o, in mancanza di un accordo con il big americano, la svedese Electrolux. Che però aveva fatto intendere di non essere in vendita. E Firstonline aveva riportato la dichiarazione del Ceo cinese a Bloomberg, in risposta anche ai rumors che giravano da un po’. “Ma è vero che avete fatto questa offerta?” era stata la domanda. “Perché no? – rispose Fang – saremmo certo interessati a dare un’occhiata al più grande produttore americano di elettrodomestici, nonché alla svedese Electrolux AB, se si presentano opportunità adeguate”. E del resto perché stupirsi? I giganti cinesi della tecnologia erano usciti da qualche anno dall’isolamento pluridecennale nel quale avevano operato, con una disponibilità di cassa enorme e costante ma anche con una notevole aggressività. Fang aveva infatti aggiunto un commento decisamente tosto : “La globalizzazione non può essere fermata da nessun individuo o da nessun paese”. Poi era arrivato il Coronavirus a bloccare la globalizzazione, ma questo Fang non poteva saperlo.
Il mercato degli elettrodomestici: chi è il numero 1 mondiale
Non è vero che Midea, come scrivono molti blog e quotidiani, è il numero 1 mondiale degli elettrodomestici: perché questo primato spetta alla Haier – sempre cinese – il cui fatturato (oltre 34 miliardi di dollari) è realizzato quasi totalmente dal comparto degli elettrodomestici. Un primato in volumi e, da quando la Whirlpool si è nettamente ridimensionata con le vendite di suoi “gioielli”, anche in valore. Mentre la gran parte delle vendite di Midea (53,2 miliardi di dollari nel 2021) proviene dal settore medicale, dal trattamento dell’aria, dalle energie alternative, dalla robotica e da macchinari industriali. Per il resto si tratta di cuociriso, small appliances, climatizzatori e frigoriferi. Midea solo da qualche anno ha deciso di crescere anche negli elettrodomestici, dopo aver acquisito diverse aziende in settori tecnologici del tutto diversi. Di recente, ha lanciato, in America, al KBIS, Kitchen and Bath Industry Show una linea di elettrodomestici bultin che, stando alle dichiarazioni del management cinese, sarebbero solo l’inizio di una politica di conquista del mercato dell’incasso che in Usa è tutto imperniato sulla fascia Premium.
Midea: una crescita trainata da M&A
Nel 2016 Midea aveva stipulato con l’italiana Clivet (refrigerazione-climatizzazione) un accordo per acquisire l’80% del capitale e del relativo patrimonio immobiliare. E nel 2022 ha completato l’operazione comprando il restante 20 per cento diventando un leader del mercato europeo delle energie alternative. Nel 2016 ha sborsato oltre 500 milioni di dollari per assicurarsi la giapponese Toshiba (elettrodomestici), un marchio però decotto e fermo da tempo, poi in Italia ha acquisito la licenza d’uso del brand Ocean, il nome della società dei Fratelli Nocivelli, molto celebre nei decenni d’oro dell’industria italiana del Bianco, diventata Brand Electroménagers e poi fallita per una manovra francese ancora da chiarire. La licenza in realtà è rimasta al palo…
Midea: con Electrolux un lungo avvcinamento
Sempre nel 2016 aveva acquisito il controllo del gigante tedesco della robotica, la Kuka per 4,5 miliardi di euro. E concluso un accordo strategico con il gigante israeliano Servotronix specializzato in controlli e automazioni industriali, un settore dove Midea intende crescere velocemente, E – fatto ignorato ma molto importante – nel 2016 aveva comprato dalla Electrolux la società Eureka, specialista in pulizia dei pavimenti. Un rapporto tra le due multinazionali che data molti anni fa poiché Midea da tempo fabbrica elettrodomestici come OEM per Electrolux e addirittura nel 2018 i due big avevano chiuso un accordo in base al quale la multinazionale svedese affidava a Midea la distribuzione degli apparecchi di fascia alta a marchio AEG. Midea da anni cerca joint-venture, acquisizioni, alleanze. Senza dimenticare il settore degli IoT: nel 2014 aveva firmato un accordo con la Huawei per creare una joint venture molto forte che sta invadendo apparecchi e edifici di sistemi e devices connessi che tutto raccontano ai cloud cinesi di ciò che accade nelle case, negli uffici, nelle fabbriche. Midea Building Technologies inoltre ha lanciato di recente a Shangai la Smart Building Alliance tra i giganti cinesi e questo fa decisamente impressione perché nel giro di pochissimo tempo tutta la filiera cinese coinvolta (compresi i chip!!!) è destinata a conquistare primati su primati. Secondo un blog italo-americano il governo Usa avrebbe espresso la sua preoccupazione con un titolo in un italiano maccheronico: “Gli italiani permetteranno ai cinesi di Midea di risucchiare Electrolux?”. Eppure il governo Usa, nel 2016, quando Electrolux, Midea e Haier si contendevano la General Electric, simbolo tuttora del made in Usa, bloccò l’Electrolux (che già aveva dato un consistente anticipo) preferendo la cinese Haier, che però per Whirlpool non costituiva un pericoloso competitor. E come seconda soluzione era pronto l’ok per Midea. E’ proprio da questa mancata acquisizione che comincia la crisi, divenuta strutturale, della filiale Electrolux Usa e, di conseguenza, dell’intero gruppo.
L’arrivo del manager esperto in acquisizioni: uno snodo cruciale
Midea oggi è soprattutto una potenza finanziaria che intende investire in M&A e fermarla sarà difficile. All’inizio del 2021 aveva assunto Jeremy Choy per il ruolo strategico di Chief Financial Officer, CFO, con il compito di gestire rapidamente acquisizioni importanti. Choy infatti era, a meno di 40 anni, il responsabile niente che di meno delle fusioni e acquisizioni di tecnologia asiatica presso i giganti HSBC, Goldman Sachs e JPMorgan. Il ruolo di CFO non è quello di fare il semplice gestore di pingui conti ma di dinamicizzarli al massimo per fare investimenti all’estero in termini di crescite per dimensioni esterne. Tant’è vero che non essendo riuscito a fare shopping secondo le regole del suo ingaggio, Choy meno di un anno dopo è stato per così dire allontanato. Ora è Senior Vice President, Chief Strategy and Corporate Development Officer di UL (l’ente ufficiale di formazione degli Stati Uniti). E subito Midea ne ha nominato un altro.
Midea stringe sull’Italia e visita gli stabilimenti Electrolux
Midea deve assolutamente assicurarsi brand noti poiché è quello che era il suo punto di forza –come del resto è sempre stato per i giganti cinesi-è cioè l’attività di ODM/OEM, cioè di terzisti, ora non lo è più. Dopo il Covid, i costi crescenti di tutta la catena logistica e i cambiamenti dei mercati, stanno progressivamente mettendo in crisi la mass production di grandi elettrodomestici delle gigantesche fabbriche cinesi. Oggi bisogna produrre il più possibile vicino ai mercati, con brand storici, noti in loco, affidabili, sfornando prodotti personalizzabili, lotti non più di massa e con una flessibilità che nessuna mega-automazione potrà mai garantire. E bisogna avere dei manager che conoscano i loro mercati. Diventano strategiche dunque le fabbriche, i tecnici, i manager “locali”.
Anche perché la logistica mondiale non è andata a posto, anzi, è l’inverso. Una notizia importante di venerdì 17 marzo: quella crisi logistica così ampia e perdurante che ha segnato negativamente i bilanci di Whirlpool e Electrolux non solo prosegue ma è in peggioramento. Da venerdì infatti il porto marittimo più trafficato degli Stati Uniti, quello di Los Angeles, si è completamente bloccato perchè le merci non vengono più scaricate. L’inflazione e gli sconvolgimenti economici hanno danneggiato la domanda e gli importatori statunitensi liquidano e distruggono le merci invendute. Prima della fine del 2023 la situazione non è destinata – scrivono allarmati i quotidiani – a migliorare. È in questo scenario, sempre meno globale e sempre più “locale” che si inquadrano le ultime mosse dei big cinesi dell’hi tech (l’elettrodomestico sarò sempre più un IoT) come Midea. Due settimane fa – ed è questa la notizia più importante – l’intero top management della multinazionale era in Italia, in una serie di accurate visite delle fabbriche Electrolux italiane, anche se l’azienda ufficialmente smentisce. Niente visita di cortesia, ovviamente.