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Giornata internazionale del riciclo: l’Italia è al primo posto ma nella raccolta differenziata dei rifiuti è indietro. Ecco perché

Il Laboratorio REF Ricerche ha esaminato a fondo il Testo unico sulla qualità. Italia non omogenea nella gestione e nella raccolta differenziata. Indispensabile un aggiornamento del Testo Unico.

Giornata internazionale del riciclo: l’Italia è al primo posto ma nella raccolta differenziata dei rifiuti è indietro. Ecco perché

Il 18 marzo è la giornata internazionale del riciclo. Tra gli obiettivi dell’Unione europea al 2030 un posto particolare occupa il riciclo dei rifiuti. Le organizzazioni industriali e le associazioni ambientaliste non perdono occasione per diffondere messaggi che incentivano i cittadini a fare la raccolta differenziata, a non eccedere nei rifiuti, a separarli , ad attenersi alle indicazioni fornite dall’azienda di raccolta del proprio Comune. Con l’83% di riciclo l’Italia è oggi al primo posto in Europa, nonostante la raccolta differenziata non sia ancora a livelli ottimali. Da cosa dipende questa asimmetria ? E come viene svolto il servizio di nettezza urbana nelle città italiane ? La prima risposta a queste domande è nel Testo unico per la regolazione della qualità del servizio dei rifiuti urbani (TQRIF). Un provvedimento in vigore dal 1 gennaio di quest’anno in base al quale si può capire il livello del servizio che viene erogato. E’ un traguardo importante, frutto di un lavoro iniziato nel 2021 che a buon titolo entra nella transizione ecologica ” Le gestioni- ci spiega Andrea Ballabio del Laboratorio REF Ricerche- hanno dovuto adeguarsi agli obblighi e agli standard minimi di qualità derivanti dallo schema regolatorio ed hanno dovuto individuare i costi connessi all’adeguamento agli obblighi del Testo Unico all’interno del Piano Economico Finanziario 2022-2025″.

I rifiuti e le loro criticità.

Ballabio, insieme ai colleghi ricercatori Francesca Bellaera, Donato Berardi, Giovanni Salpietro, Elisabetta Serra e Nicolò Valle ha pubblicato una ricerca su “Qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Cosa ci aspetta e cosa già sappiamo”. La ricerca ha verificato i livelli del servizio ai cittadini ed ha appurato che il 77% della popolazione risiede in territori affidati a gestori che sono al livello più basso per qualità del servizio. Le attività sono state suddivise in schemi I,II, III, IV che comprendono anche ciò che fanno gli Enti territoriali competenti. Lo schema IV è quello che riporta la migliore qualità dei servizio. Lo studio, però, dice che solo il 5% della popolazione italiana gode di queste buone prestazioni. “Il quadro che emerge dal nostro lavoro indica che il livello di partenza della qualità del servizio è sostanzialmente basso. Diciamo che non è adeguato rispetto agli obblighi minimi previsti dal Testo Unico”, aggiunge Ballabio. Nelle Regioni del Nord circa l’80 della popolazione del campione della ricerca rientra nello Schema I. Le iniziative per far crescere la differenziata, dunque, si confermano com ele più giuste. A sostegno ci sono i dati del 2021: Nord al 71%, Centro al 60,4%, Sud e Isole al55,7%. E’ altresì noto che soprattutto al Centro e al Sud mancano infrastrutture dedicate.

I punti di forza e i punti di debolezza

Il nuovo Testo Unico ha aperto vie interessanti che richiedono tempo per recepite. Il fatto che il servizio rifiuti sia a carico dei cittadini, inoltre, non è affatto secondario. Fino a quando le nuove regole non andranno a regime i ricercatori del REF hanno individuato oggi punti di forza e punti di debolezza. « Tra i punti di forza, il TQRIF ha posto le condizioni per l’avvio di un processo di convergenza e omogeneizzazione della qualità del servizio » scrivono. In secondo luogo consente di portare una maggiore trasparenza per gli oneri relativi al miglioramento della qualità del servizio. Le risorse disponibili dovranno andare verso obiettivi comuni del Paese. « La regolazione della qualità è una leva per promuovere nuovi investimenti ”. E’ indubbio che il miglioramento dei servizi pubblici debbano passare attraverso digitalizzazione e riorganizzazione dei processi. E nel sistema dei rifiuti ? « Questo- spiega ancora Ballabio- dovrà accadere soprattutto nelle gestioni che ricadono negli Schemi II-III-IV, laddove è necessario implementare un sistema di registrazione delle informazioni e dati verificabili da parte delle Autorità competenti”.

Una gestione parcellizzata

In Italia le gestioni locali sono estremamente parcellizzate, per cui abbiamo fiducia in un salto di qualità, trattando la spazzatura,finalmente, con metodi industriali. Tra i punti di debolezza rilevati c’è la difficoltà degli Enti locali di applicare le norme “in generale presso le gestioni di minori dimensioni e meno strutturate in termini di competenze ». Lo Stato può rivedere il Testo ( è auspicabile) per aiutare i Comuni nel rispondere agli adempimenti richiesti dal TQRF. Ci possono essere maggiori costi in capo ai cittadini per adempiere ad alcuni obblighi. Conclusione, il Testo Unico è in fase di avviamento. Infine, vien messo in evidenza che nel 2022 l’attività dei gestori è stata fortemente influenzata dall’aumento e dal rincaro dei costi energetici e dei materiali. Sono stati erosi spazi nelle tariffe. Operazioni che potevano essere destinati al miglioramento della qualità del servizio e a nuovi investimenti. Cosa ci aspetta per il 2023, allora ? ” Siamo davanti a criticità che hanno caratterizzato le predisposizioni tariffarie 2022-2023, destinate a persistere anche in questo 2023 ” è la risposta che arriva da REF. Insomma, i cittadini pagano, la qualità arriverà.

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