2022 da record per Amplifon.
L’azienda, che si occupa dell’applicazione e commercializzazione di apparecchi acustici, ha chiuso il bilancio 2022 con ricavi oltre i due miliardi di euro: una crescita del 8,8% a 2,12 miliardi. È la prima volta nei 72 anni di storia della società che viene superato questo traguardo. Bene anche l’utile netto che cresce del 13,1% a 179 milioni. Ebitda a 525 milioni, +8,8% con un’incidenza sui ricavi pari al 24,8%, in linea con la redditività record del 2021. Scende l’indebitamento da da 871 a 830 milioni.
Aumentano le acquisizioni: negli ultimi mesi dell’anno rilevati, in Nord America, Europa e Cina, 150 negozi per 75 milioni di investimenti, portando il totale a 9.300 punti vendita nel mondo.
All’assemblea degli azionisti, prevista il 21 aprile, è stato proposto un dividendo di 29 centesimi di euro per azione, in aumento dell’11,5% ( nel 2021 era stato di 26 centesimi), con un pay-out di oltre il 36% dell’utile netto. Buona la partenza anche per il 2023 con l’acquisto di oltre 70 negozi per valore complessivo di oltre 40 milioni di euro.
Proposto un nuovo buyback
Il Cda proporrà ai soci un nuovo buyback non superiore al 10% del capitale anche in ottica M&A previa revoca del piano in corso per la parte non eseguita, avente scadenza a ottobre 2023. Attualmente le azioni proprie in possesso sono pari a 1.826.460, equivalenti allo 0,807% del capitale sociale.
Soddisfatto il Ceo di Amplifon, Enrico Vita: “Nel 2022 abbiamo proseguito il nostro percorso di crescita, registrando un aumento di tutti i principali indicatori economici e raggiungendo livelli record in termini di ricavi, EBITDA e utile netto. Per la prima volta in 72 anni abbiamo superato i 2 miliardi di euro di ricavi e i 500 milioni di euro di EBITDA, con un risultato netto in crescita a due cifre e un conseguente incremento della proposta di dividendo. Nel corso dell’anno, abbiamo aumentato ancora la nostra quota di mercato, consolidando la leadership globale del nostro Gruppo. Si tratta di risultati ancora più significativi perché ottenuti in un mercato più complesso del previsto, a causa di uno scenario macroeconomico caratterizzato da incertezza ed elevata inflazione, e con una base di confronto con il 2021 estremamente sfidante”.