Ad un anno dall’invasione russa dell’Ucraina con l’intento di cacciare in pochi giorni il legittimo governo di Kiev e mettere al suo posto “ persone per bene” come ebbe a dire Berlusconi, si possono riassumere alcuni punti fermi : il blitz militare di Putin è fallito, l’Occidente che a Mosca dipingono come imbelle, corrotto, pedofilo e miscredente e perciò incapace di qualsiasi reazione, ha invece retto la sfida, si è compattato, ha capito che la democrazia e la libertà vanno difese, che le regole della convivenza internazionale non si possono calpestare impunemente. Dal punto di vista politico la partita è più aperta che mai. Russia e Cina vogliono sovvertire quello che loro chiamano il “dominio” americano, e vogliono essere loro a dettare le regole, a comandare indicando la direzione di marcia al globo intero. Nel mirino di Putin c’è l’Europa debole militarmente, e fino a pochi mesi fa dipendente in toto dalle fonti energetiche della Russia. Gli uomini di Putin lo hanno detto chiaramente: gli USA si ritirino nel loro Continente lasciando l’Europa libera di decidere con chi giocare la partita del nuovo ordine mondiale. Sottinteso i paesi europei dovrebbero sostituire il tutoraggio degli USA con quello della Russia parimenti in grado di offrire un ombrello nucleare per la sicurezza di Stati disarmati come sono gli europei.
RUSSIA-UCRAINA: NEL MIRINO DI PUTIN C’E’ L’EUROPA
Sono piani chiari a cui il presidente americano ha risposto nei giorni scorsi parlando a Varsavia, con grande chiarezza: l’Occidente è legato dal comune sentire per la democrazia e la libertà. E non ha nessuna intenzione di ammainare le proprie bandiere.
Molti cittadini in tutta Europa e specialmente in Italia stentano a comprendere il senso profondo della sfida che abbiamo di fronte. Si dicono tante assurdità che finiscono per confondere le acque. In primo luogo si mette sullo stesso piano l’aggressore e l’aggredito. Certo – si dice – Putin porta le colpe maggiori però anche Zelensky non è esente da colpe per la guerra contro i secessionisti del Donbass, e perché la sua democrazia e fragile e corrotta. Non si arriva a dire che sono nazisti, ma certo sono infiltrati da nazionalisti fanatici e cattivi. Così tutti diventano cattivi e diventa inutile impegnarsi a difendere i più deboli. Tanto vale lavarsene le mani e lasciare che se la sbroglino da soli. E quindi niente più invio di armi.
Poi si dice che in realtà quella che si sta combattendo sul suolo ucraino è una guerra per procura voluta dagli USA per indebolire la Russia. Putin lo ha detto chiaramente nel suo ultimo intervento di fronte alla nomenclatura: siamo aggrediti dall’ Occidente e abbiamo dovuto fare una mossa militare preventiva per evitare di essere schiacciati. Biden su questo punto ha risposto con forza in un passo del suo discorso che non è stato molto valorizzato dai commentatori: la NATO non ha mai assunto atteggiamenti aggressivi, non ha abbaiato alle porte di Mosca, non vuole disgregare la Russia né costringerla ad adottare i modi di vita occidentali.
Poi c’è la lamentela dei nostri pacifisti sul fatto che l’Europa è succube degli Stati Uniti e che non sta facendo nessuna forte iniziativa di pace. Che la guerra ci sta costando molto e che la testarda resistenza degli ucraini sta provocando un numero enorme di morti, di sfollati e di distruzioni materiali. L’Occidente viene accusato, anche da molti ex generali del nostro esercito ( ma dove hanno studiato costoro? ) del fatto che abbiamo iniziato una guerra senza avere alcuna idea di come potrebbe finire. A parte il fatto che la guerra non è stata iniziata da noi e che i fatti dimostrano che abbiamo impiegato un po’ di tempo prima di avviare una qualche reazione che è stata sempre moderata e non aggressiva, in realtà noi abbiamo le idee chiare e lo hanno ribadito tutti i leader occidentali: Putin deve convincersi che non può vincere sui campi di battaglia e quindi deve mostrarsi disponibile e trattare su basi realistiche i problemi di sicurezza del suo paese e della sua leadership, ripristinando relazioni corrette con i suoi vicini e con i partner occidentali che, come si ricorderà, all’inizio del secolo avevano accolto la Russia a braccia aperte.
E qui si arriva ad un punto fondamentale per capire il senso di quanto sta avvenendo.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA: LA DEBOLEZZA DELL’EUROPA HA ACCESO LE AMBIZIONI DI PUTIN
Putin non si è mosso, – come dice – per prevenire l’aggressività dell’Occidente, per contenere la sua forza espansiva, ma al contrario ha deciso di sferrare un colpo sull’Ucraina e poi magari su altri paesi dell’ex orbita sovietica, perché la valutato la DEBOLEZZA dell’ Europa, la volontà di disimpegno degli USA dimostrata dalla disastrosa ritirata da Kabul, l’abbandono del Medio Oriente alle mire del primo venuto, compresa l’Arabia Saudita, la ritirata dall’Africa di francesi e italiani che hanno lasciato senza la minima opposizione, la Libia e i paesi del Sael all’influenza della Russia e della Turchia . In sostanza è la nostra debolezza che ha nutrito le ambizioni di Putin a capo di un paese povero che possiede solo una notevole forza militare ( minore di quella immaginata) e che quindi ha un solo modo per farsi valere nel mondo: quello di dimostrare che può incutere paura a tutti gli altri.
Ora come se ne esce ? Il campo di battaglia e la diplomazia sono strettamente intrecciate. Al di là del piano di pace cinese, che magari potrà essere una tappa di avvicinamento ad un vero negoziato, è evidente che da un lato bisognerà continuare a sostenere l’Ucraina, e dall’altro dimostrare con i fatti ( limitando cioè gli attacchi diretti in territorio russo ) e con la diplomazia che la NATO non ha come obbiettivo quello di un cambiamento del regime russo, né quello di uno smembramento della federazione. Sul terreno poi si vedrà quali saranno i confini delle nazioni in guerra e quale autonomia potrà essere concessa alle minoranza delle regioni di confine.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA: COME SE NE ESCE DOPO UN ANNO DI TRAGEDIE?
Una cosa è chiara: fino a quando le classi dirigenti europee e delle altre democrazie, per non parlare di quelle italiane, mostreranno incertezza, daranno l’impressione di fare distinzioni di lana caprina tra armi difensive ed armi offensive, cioè fino a quando daranno speranze a Putin che proseguire la guerra può portare a dividere il campo occidentale, allora non ci sarà un vero tavolo di pace ne’ una tregua che non ha senso per nessuno dei due contendenti. I nostri leader politici riflettano bene prima di parlare e anche le varie marce della pace non debbono servire per mettere sullo stesso piano aggressore ed aggredito , la libertà dell’Occidente con i regimi illiberali dell’Est dove i giornalisti vengono ammazzati e gli oppositori mandati in prigione o in esilio.
L’Europa dovrà trarre una lezione da questa drammatica guerra. Per secoli ha dominato il mondo. Ora non deve certo puntare a ripristinare le glorie passate, ma se vuole avere un ruolo nel nuovo ordine mondiale dovrà prendere atto che deve uscire dalla sua ignavia, ed avere una voce, ragionevole, diplomatica, ma anche adeguatamente armata. Nei rapporti internazionali anche le armi hanno un ruolo diplomatico perché danno sicurezza agli amici ed incutono timore ai nemici.