Enel va avanti con il programma di cessioni annunciato con il Piano strategico 2023-25. Il gruppo, tramite la controllata Enel Argentina, ha siglato e perfezionato venerdì scorso un accordo per la vendita all’azienda energetica Central Puerto della sua quota in due centrali di generazione elettrica. Nel prima caso viene venduto il 75,7% detenuto dal gruppo nell’impianto termoelettrico Costanera. Contestualmente, è stato firmato l’accordo per la cessione, sempre a Central Puerto, del 41,2% detenuto nella società di generazione termoelettrica Dock Sud, il cui perfezionamento – precisa una nota di Enel – è previsto entro il primo trimestre del 2023, soggetto all’avveramento di determinate condizioni sospensive. Il corrispettivo totale per la cessione delle partecipazioni di Enel nelle due società ammonta a 102 milioni di dollari USA.
Costanera si trova nella città di Buenos Aires ed è la più grande centrale termoelettrica dell’Argentina, costruita con una capacità totale di 2.305 MW. Dock Sud possiede e gestisce una centrale a gas situata nel quartiere di Avellaneda a Buenos Aires, con capacità installata pari a 870 MW.
L’acquirente Central Puerto è la seconda maggiore società di generazione elettrica in Argentina con una capacità installata pari a quasi 5 GW, quotata a Buenos Aires e al New York Stock Exchange.
Enel ricorda infine di essere presente in Argentina tramite Enel Argentina, società controllata da Enel Américas. Nel settore della generazione, oltre alle attività attualmente in corso di cessione, il Gruppo gestisce Enel Generación El Chocón, una centrale idroelettrica da 1.328 MW. Inoltre, Enel distribuisce e vende energia a circa 2,6 milioni di clienti nell’area della Grande Buenos Aires ed è presente nei settori dell’efficienza energetica, dei servizi per la casa e della generazione distribuita con Enel X Global Retail, oltre che nel settore della mobilità elettrica con Enel X Way.
L’Argentina, insieme al Perù, è uno dei Paesi da cui Enel conta di uscire attraverso un piano di cessioni complessivo di 21 miliardi che sarà destinato per quasi la metà dei proventi alla riduzione del debito entro i 51-52 miliardi.