Quasi 700 milioni per l’ex Ilva. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, ha “predisposto l’erogazione della dotazione finanziaria pari a 680 milioni di euro per Invitalia (socio di minoranza col 38%), affinché possa trasferire senza indugio la somma ad Acciaierie d’Italia”.
All’ex Ilva 680 milioni da Invitalia
Si tratta di risorse fondamentali per la realizzazione del nuovo piano che ha come caposaldo lo sviluppo dell’acciaio green, ma soprattutto – in tempi più stretti – per consentire all’azienda di fronteggiare il caro bollette e ripagare i debiti. Come spiegato a inizio gennaio dal presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabé, in un’intervista al Corriere della Sera: “i finanziamenti serviranno da una parte a sostenere i notevoli rincari della bolletta energetica (considerando che la sola bolletta del gas è passata da 10-20 milioni al mese a 100 milioni con punte di 150). Ma soprattutto, pagati i debiti con i fornitori di energia, nel corso del 2023 la situazione si normalizzerà se verranno dissequestrati gli impianti e a quel punto la società potrebbe tornare ad essere bancabile, cioè potrà tornare a chiedere finanziamenti alle banche”.
L’incontro con i sindacati
Nel frattempo, nel corso dell’incontro di ieri con i sindacati Fim, Fiom e Uilm sono emersi ulteriori dettagli. I 680 milioni saranno infatti utilizzati anche per “sostenere gli investimenti industriali e la capacità produttiva”. L’azienda ha riferito di aver programmato per il 2023 un aumento della produzione del 15%, dato che però viene giudicato insufficiente dai rappresentanti dei lavoratori.
“L’azienda ha confermato la previsione di produrre a Taranto nel 2023 almeno 4 milioni di tonnellate di acciaio con l’obiettivo di arrivare a 5 nel 2024. Acciaierie d’Italia ha anche confermato che nel corso del 2023 gli investimenti riguarderanno anche gli stabilimenti di Genova con il potenziamento del ciclo della latta, quello di Novi Ligure”, afferma Gianni Venturi, responsabile siderurgia per la Fiom- Cgil nazionale.
“I 750 milioni di euro devono essere vincolati all’ammodernamento degli impianti, all’avvio della decarbonizzazione e a garantire una concreta prospettiva occupazionale, ambientale e industriale, non possono essere utilizzati solo per pagare le bollette, sarebbe un errore fatale. Fino a quanto non vedrò l’azzeramento dei lavoratori in Cig, il rientro dei lavoratori di quelli in Amministrazione straordinaria e la garanzia per i lavoratori dell’appalto, una prospettiva industriale concreta, continuerò senza sosta a fare quello che deve fare un sindacalista: stimolare il Governo e l’azienda a salvaguardare l’occupazione e il futuro produttivo”, ha chiesto Rocco Palombella, segretario generale Uilm in una nota.
Non ha partecipato all’incontro l’Usb.