La stagione dei conti bancari in Italia parte a razzo con Unicredit che stamattina ha diffuso i risultati del quarto trimestre e dell’intero 2022 che mostrano ricavi e utili superiori alle stime degli analisti. Si tratta, sottolinea la banca di “risultati record nel quarto trimestre”, nonché dei “migliori risultati full year del decennio”.
“Unicredit ha conseguito una serie di risultati finanziari eccezionali che dimostrano i progressi significativi nel percorso di trasformazione industriale e la capacità di ottenere performance eccellenti in tutto il ciclo”, sottolinea il Ceo, Andrea Orcel, evidenziando che quello registrato nel 2022 “è il nostro miglior risultato in oltre un decennio. Siamo fermamente concentrati sull’esecuzione di Unicredit Unlocked e guardiamo al futuro con fiducia”, aggiunge il manager.
Per Unicredit utili da record
Per la banca di piazza Gae Aulenti il 2022 si è concluso con un utile netto pari a 5,2 miliardi di euro, un risultato che batte le attese degli analisti che si aspettavano profitti per 5,13 miliardi. Rispetto al 2021, l’aumento è del 64% a 5,4 miliardi escludendo la Russia, +47,7% considerando Mosca. L’utile contabile dell’intero anno ammonta invece a 6,5 miliardi di euro e include tra le altre cose il rilascio di Dta in Austria e Italia per 852 milioni nel quarto trimestre. Passando al quarto trimestre, l’utile netto ha raggiunto quota 1,4 miliardi di euro, un risultato che si confronta con la perdita dello stesso importo registrata negli ultimi tre mesi del 2021 a causa di voci straordinarie una tantum. L’utile contabile trimestrale è invece di 2,4 miliardi.
Unicredit: i ricavi superano i 18 miliardi
L’aumento dei tassi di interesse e “il forte slancio commerciale” gonfiano i ricavi di Unicredit, che archivia il 2022 con una crescita record del fatturato, Russia esclusa. Guardando alle cifre, infatti, nel quarto trimestre i ricavi netti si attestano a quota 4,6 miliardi di euro (+34,9%), mentre nell’intero 2022 arrivano a 18,1 miliardi, con un rialzo del 14,7% anno su anno (18,4 miliardi, +13,3% considerando la Russia). “Il risultato – fa sapere Unicredit in una nota – riflette l’elevata redditività aggiustata per il rischio, con raggiungimento degli obiettivi su tutte le leve chiave e in tutti i business, sostenuto dalla significativa crescita del margine di interesse nel quarto trimestre del 2022, quasi del 41 per cento anno su anno e del 42,5 per cento trimestre su trimestre, a 3,2 miliardi”. Nel 2022 il margine di interesse è cresciuto del 16%, attestandosi a 9,9 miliardi. Le contenute rettifiche su crediti, pari a 0,6 miliardi nel quarto trimestre, sono diminuite nel trimestre del 17,8 per cento anno su anno.
I costi operativi sono scesi del 2% a 9,8 miliardi per un rapporto cost/income diminuito al 47% (48,6% esclusa la Russia). Sul fronte della solidità patrimoniale il Cet1 è al 16% e al 14,91% pro forma.
“La crescita a due cifre dei ricavi netti anno su anno è stata sostenuta da uno slancio commerciale positivo, da un contesto di tassi d’interesse favorevole, dalla riduzione dei costi che non prescinde dagli investimenti per il futuro e nonostante un’inflazione senza precedenti, e da un costo del rischio costantemente basso”, riassume Orcel.
Unicredit: dividendo e maxi buyback, agli azionisti 5,25 miliardi
“Intendiamo distribuire 5,25 miliardi di euro complessivamente tra dividendi e riacquisti di azioni proprie per il 2022, con un incremento di 1,5 miliardi rispetto all’anno precedente, ovvero un aumento di oltre l’80 per cento del DPS, fatte salve le debite approvazioni. Stiamo rispettando il nostro impegno verso gli azionisti di una politica di distribuzione sostenibile e attrattiva, mantenendo al contempo la nostra solidità patrimoniale”; ha annunciato il Ceo Andrea Orcel. Nei dettagli, la proposta di dividendo è pari a 1,91 miliardi, tutti in contanti. Il gruppo intende procedere al riacquisto di azioni proprie di circa 3,34 miliardi di euro, soggetta all’approvazione degli organi di vigilanza e degli azionisti. La banca punta a eseguire il riacquisto in due tranche, la prima pari a circa 2,34 miliardi, da avviare immediatamente dopo l’approvazione da parte dell’assemblea ordinaria degli azionisti calendarizzata per il 31 marzo prossimo, mentre la seconda, pari circa a 1 miliardo, è attesa durante la seconda metà del 2023 successivamente al completamento della prima tranche.
Il CEO Andrea Orcel, nella call con le agenzie di stampa che ha seguito la pubblicazione dei risultati, ha detto che la banca italiana ha tenuto “ampie discussioni sulla distribuzione con il regolatore” e di essere “fiducioso che otterremo l’autorizzazione per eseguirla” da parte della Bce.
Aggiornamenti sulla Russia
L’esposizione cross border di Unicredit alla Russia è stata ridotta nel corso dell’anno complessivamente del 66% circa, ovvero di circa 4,1 miliardi “grazie ad azioni proattive e disciplinate”, sottolinea Unicredit che si dice “impegnata a mantenere un progressivo approccio di derisking”.
Abbiamo diminuito sostanzialmente il rischio e sentiamo che la Russia non sarà un fattore di volatilità sostanziale o capace di oscurare i nostri risultati andando avanti,” ha detto Orcel. “I risultati in Russia saranno comunica separatamente ogni trimestre e ciò non vuol dire che non continueremo il processo di derisking”, ha aggiunto.
La guidance per il 2023
Nel 2023 Unicredit prevede un utile netto “sostanzialmente in linea con il 2022”. I ricavi netti sono previsti oltre i 18,5 miliardi, con margine di interesse superiore a 11,3 miliardi e costi inferiori ai 9,7 miliardi. Il costo del rischio è atteso tra i 30 e i 35 punti base. Unicredit, inoltre, “si pone come obiettivo una distribuzione’ ai soci ‘per il 2023 sostanzialmente in linea con quella 2022”.
Orcel su M&A e Mps
Rispondendo a una domanda sugli M&A, il Ceo ha ricordato che da quando è arrivato ha sempre detto che “l’M&A è un tool, non un obiettivo o una strategia”. “Qualsiasi deal di M&A avrebbe messo pressione sull’esecuzione del piano – ha spiegato – Ma considerandolo come tool faremo M&A a certe condizioni: la società acquisita deve avere uno strategic fit e essere accrescitiva rispetto alla nostra performance e distribuzione”.
Parlando invece di Mps, Orcel ha ribadito di essere contento di vedere che la trasformazione stia dando i suoi frutti e che la banca senese si stia rafforzando. Per quanto riguarda il diretto coinvolgimento di Unicredit ha detto: “Se in un futuro molto distante ci fossero le condizioni, vedremo. Oggi non ci sono”.