Sciopero si-no-si. Al momento resta confermato lo sciopero dei benzinai previsto per il 25 e il 26 gennaio. Dopo giorni di tensione e colloqui con il Governo guidato da Meloni che avevano portato ad affievolire i toni, i benzinai hanno deciso di confermare lo sciopero per fine mese, due giorni nei quali incroceranno le braccia mettendo in difficoltà la mobilità nazionale.
Ai gestori delle pompe di carburanti di Fegica e Figisc Confcommercio non piace il decreto sulla trasparenza dei prezzi pubblicato sabato dal governo, soprattutto nella parte relativa alle sanzioni che rischiano i benzinai, e affermano che “a queste condizioni lo sciopero è confermato” in attesa dell’incontro di martedì già fissato al Ministero delle Imprese e del made in Italy.
“In quella sede valuteremo se il Governo ha intenzione di accogliere le richieste della categoria o meno. E prenderemo le decisioni conseguenti che saranno illustrate nel dettaglio nella conferenza stampa unitaria, indetta per giovedì 19 gennaio”.
Fegica sul caro carburante: “Continua lo scaricabarile del Governo”
Secondo il presidente della Fegica, Roberto Di Vincenzo, “sul caro carburanti continua lo scaricabarile del Governo. Dopo avere certificato formalmente il comportamento assolutamente corretto dei gestori nell’incontro della scorsa settimana — si legge in una nota —, prima la pubblicazione di un decreto pasticciato e senza alcuna efficacia sui prezzi, poi l’avvio di una istruttoria Agcm che indagherebbe sui petrolieri non per le loro eventuali responsabilità ma perché non avrebbero sorvegliato i benzinai evidentemente rei di aver speculato sui prezzi. È una situazione grave, se non fosse ridicola”, scrive Di Vincenzo.
L’appello di Fegica al Governo
“Al Presidente del Consiglio facciamo appello direttamente perché riassuma alla responsabilità collegiale del Governo la direzione del negoziato e perché cessi questo continuo stillicidio di iniziative e provvedimenti assunti da singoli esponenti, i quali sembrano giocare ciascuno una propria partita. Lo sciopero al momento è confermato. La soluzione è nelle mani di un negoziato specifico che non può partire se non in condizioni di assoluta serietà e competenza sui problemi di un settore che attendono risposte da troppo tempo”.
La protesta dei benzinai dopo il decreto trasparenza
Come viene riferito dai sindacati, la decisione di confermare lo sciopero per il 25 e 26 gennaio è un segno di protesta contro il Governo. Dopo aver partecipato al tavolo con l’esecutivo giovedì 12 gennaio, i distributori si aspettavano di più e invece si sono ritrovati a fronteggiare rischi e richieste contenute dal decreto sulla trasparenza dei prezzi, soprattutto contro le sanzioni ai benzinai che non andranno a esporre i prezzi.
Caro benzina: controlli a tappeto in Italia
Proprio mentre i distributori hanno deciso di confermare lo stop, l’Antitrust si muove con la Guardia di Finanza e ha avviato ispezioni nelle sedi di alcuni big del settore come Eni, Esso Italiana, Italiana Petroli, Kuwait e Tamoil Italia dopo che la stessa Guardia di Finanza aveva trasmesso “tempestivamente” la documentazione sulle infrazioni riscontrate nell’attività di controllo, nei mesi scorsi.