Quando il vino diventa un’opportunità di redenzione. Sull’isola di Gorgona – la più piccola dell’arcipelago toscano, 20 miglia a ovest di Livorno – è in corso un progetto di agricoltura sociale in cui i detenuti hanno imparato a produrre il vino. L’isola è sede di una casa di reclusione, l’ultima isola-penitenziario d’Italia, nonché l’unica d’Europa, dove i detenuti possono lavorare in un vigneto mentre scontano la loro pena detentiva, regolarmente retribuiti, per sviluppare professionalità che facilitino il reinserimento nella realtà lavorativa e sociale.
In questo angolino di natura lontano dal mondo, popolato da una decina di famiglie, i detenuti lavorano la vigna e producono un ottimo vino. Il vino Gorgona, bianco e rosso, ormai è diventato ricercatissimo in Italia e all’estero, da New York al Giappone. Ma come ha fatto un vino prodotto dai detenuti a diventare uno dei vini italiani più apprezzati? Tutto merito di un noto marchio del settore e della voglia di credere che tutti hanno diritto a una seconda occasione.
Il progetto solidale tra Frescobaldi e l’istituto di Pena di Gorgona
Gorgona, dunque, non è solo un’isola ma anche un progetto nato dall’incontro tra Lamberto Frescobaldi (della celebre azienda vinicola toscana Marchesi de’ Frescobaldi) e Maria Grazia Giampiccolo (che al tempo dirigeva il penitenziario dell’isola) volto a dare prospettive di reinserimento lavorativo ai detenuti. Da quel dialogo nacquero le basi per una collaborazione decennale che prosegue tuttora, era il 2012. Qui sono i detenuti a occuparsi del lavoro in vigna: due ettari di terreno, esposto a est e protetto dai venti, coltivati a vermentino e ansonica, allevati in regime biologico per una produzione di nicchia, solo 9 mila bottiglie l’anno vestite ogni anno con un’etichetta diversa disegnata da Simonetta Doni. Un vigneto piantato nel 1999, e successivamente nel 2015 e 2018, dove le varietà Ansonica e Vermentino sono da sempre le protagoniste indiscusse di questo straordinario vino.
I detenuti – regolarmente assunti da Frescobaldi e con la collaborazione e la supervisione degli agronomi e degli enologi della cantina fiorentina – si occupano anche della manutenzione del terreno, dei terrazzamenti e dei muretti a secco. La micro cantina conta su vasche di acciaio e barrique usate, due pompe e una pressatrice. Qui, dopo la raccolta manuale in cassette, il Gorgona Bianco fermenta e prosegue la sua evoluzione.
Vino Frescobaldi: il Gorgona Bianco e il Gorgona Rosso
Dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, il Gorgona Bianco è complesso, in cui profumi delicati, la sapidità e freschezza pronunciata compensano una gradazione alcolica generosa, 13 gradi, ancor più accentuato dalla morbidezza iniziale e da un’estrema eleganza che accompagna tutta la degustazione. Il suo bouquet è avvolgente, delicato con sentori di rosmarino, timo e camomilla, pesca bianca e ananas.
Alla produzione del Gorgona Bianco da uve ansonica (il vitigno principe delle piccole isole toscane e dell’Argentario) e vermentino, a cui si è aggiunto nel 2014 il Gorgona Rosso, che nasce da alcuni filari di sangiovese e vermentino nero, un’edizione limitatissima, coltivati in agricoltura biologica e affinati poi in Orcio in terracotta. Il risultato è un vino dal color rosso rubino intenso con sfumature tendenti al granato. Al naso i profumi di piccoli frutti del sottobosco si alternano a sentori più strutturati di tostatura e spezie dolci. Buona acidità al palato, i tannini rendono il vino rotondo e piacevole, a tratti spigoloso.
Vini d’Italia 2023, Gorgona miglior progetto solidale
La guida del Gambero Rosso è frutto del lavoro di oltre 70 persone che per sei mesi hanno viaggiato in lungo e in largo per l’Italia, degustando e valutando migliaia e migliaia di vini, quest’anno all’incirca 46mila diverse referenze, di cui circa 27 mila recensite sulla guida Vini d’Italia 2023. Frescobaldi ha vinto il premio progetto solidale per il virtuoso lavoro portato avanti con l’Istituto di Pena di Gorgona, recuperando vecchie varierà e dando alla luce vini che custodiscono tutto il sapore dell’isola.