Il sogno della famiglia Marcegaglia di espandersi nella produzione primaria dell’acciaio si è realizzato.
Il Gruppo ha chiuso l’operazione di acquisto del 100% della divisione prodotti lunghi in acciaio inox della multinazionale finlandese Outokumpu per 228 milioni di euro dopo che nei giorni scorsi è arrivato il via libera delle Autorità garanti per la concorrenza, sia da parte della Commissione europea sia dell’Autorità Garante della Concorrenza degli Stati Uniti.
Il Gruppo realizza così “la più grande acquisizione fatta finora nella nostra storia” dicono Antonio ed Emma Marcegaglia, presidente e vicepresidente del gruppo. “È un’operazione che ci consente di realizzare importanti sinergie industriali e di proseguire nel percorso di sviluppo di prodotti sempre più sostenibili e competitivi” e aggiungono: “Chiudiamo un cerchio, coronando il sogno di nostro padre Steno che ambiva a investire nella produzione primaria di acciaio”. Steno Marcegaglia, che aveva messo la prima pietra del gruppo a Gazoldo degli Ippoliti, in provincia di Mantova nel 1959 è mancato nel 2013 e gli sono succeduti i figli Emma (che è stata anche presidente di Confindustria) e Antonio.
La partita con Arvedi per l’acquisizione dell’ex-Ilva
In questo ristretto e cruciale settore dell’acciaio, l’attenzione in Italia ovviamente va tutta per il caso ex-Ilva. Lo sblocco della situazione è ancora in divenire, come ha spiegato il presidente Franco Bernabè che però non esclude che proprio questo 2023 potrebbe essere l’anno della svolta per le acciaierie di Taranto. Marcegaglia, insieme ad Arvedi, secondo quanto ha riportato L’Espresso in questi giorni, sta seriamente valutando l’acquisizione della società. Prima lo Stato dovrà sbrigare la pratica ArcelorMittal: il governo italiano vorrebbe aumentare le proprie quote, passando dall’attuale 32 al 60 per cento delle azioni. Bisognerà inoltre attendere che gli impianti dell’ex Ilva vengano dissequestrati dalla magistratura e il piano ambientale possa dirsi completato. A meno che, anche per slegarsi dai franco-indiani, non si proceda con un fallimento pilotato, dice il settimanale. La domanda che si pongono gli analisti ora è: l’acquisizione della finlandese avvicina o allontana il progetto di Marcegaglia sull’ex-Ilva? Il Gruppo mantovano era già stato stoppato dall’istituto per la concorrenza europea quando si era trattato di partecipare alla cordata guidata da ArcelorMittal.
In che cosa consiste l’operazione finlandese ?
L’operazione finlandese di Marcegaglia consiste nell’acquisto di 5 impianti distribuiti tra Europa e Stati Uniti che hanno chiuso il 2022 con un fatturato complessivo di quasi 1 miliardo e 300 milioni di euro e hanno circa 650 dipendenti. Tra questi un’acciaieria a forno elettrico per acciai speciali a Sheffield nel Regno Unito, dove si trovano l’impianto di laminazione di vergelle e l’impianto di produzione di barre. E poi l’impianto per la produzione di barre a Richburg, negli Stati Uniti e l’impianto di laminazione a caldo di vergelle e l’impianto di produzione di fili trafilati a Fagersta, in Svezia.
La nuova geografia del Gruppo Marcegaglia
Intanto sono già stati definiti i nomi delle aziende che entrano a fare parte della nuova geografia del gruppo Marcegaglia: Marcegaglia Stainless Sheffield Limited (controllata da Marcegaglia Steel), Marcegaglia Stainless Richburg LLC (controllata da Marcegaglia USA INC) e Fagersta Stainless AB (controllata da Marcegaglia Specialties).
Le prospettive, anche alla luce dei risultati molto positivi del 2022, sono di continua crescita e rafforzamento sui mercati internazionali. Come spiegano Antonio ed Emma Marcegaglia “con questa acquisizione rafforziamo ulteriormente il nostro business nel mercato dei piani e irrobustiamo il nostro portafoglio di acciai inossidabili con i prodotti lunghi, un mercato in cui avevano una piccola presenza e nel quale invece ora, in Europa, diventiamo un player significativo”.
Nell’operazione, la società è stata assistita in qualità di financial advisor da Intesa Sanpaolo, per le attività di financial DD, fiscal DD e di business advisory da PwC e, in qualità di legal advisor, dallo Studio Cappelli RCCD.