Con gli auguri arriva il bilancio di fine anno per Tim. A tracciare il bilancio, valutare gli obiettivi raggiunti e definire i nuovi traguardi è l’Ad Pietro Labriola nella lettera che ha scritto ai dipendenti alla vigilia della pausa per le festività e proprio mentre gli azionisti di Tim e il Governo sono intorno al tavolo a disegnare il futuro del gruppo. Un futuro che in concreto dovrà essere realizzato proprio dall’Ad di Tim Pietro Labriola e dai dipendenti dell’operatore tlc nazionale.
Tim Labriola ai dipendenti: “Rispettati gli impegni sui risultati. Ora avanti senza paure nel 2023”
“Non facciamoci trarre in inganno da quanto leggiamo e sentiamo. Rileggete quello che abbiamo fatto, guardatevi intorno – scrive Pietro Labriola – io e tutto il management siamo certi che Tim sia un’azienda viva che è tornata ad essere leader sempre nel rispetto delle regole e delle norme. Dobbiamo essere orgogliosi di quanto abbiamo fatto insieme quest’anno”.
Il manager sottolinea che Tim è riuscita a “rispettare gli impegni sui risultati” comunicati al mercato finanziario all’inizio dell’anno, arrivando anche a un miglioramento delle guidance a metà anno; ha riacquistato orgoglio e riaffermato la leadership vincendo le 5 gare del PNRR e realizzando il Polo Strategico Nazionale (partito proprio il 21 dicembre con la firma della convenzione, ndr)”. Lo sguardo va ora rivolto al nuovo anno che sta per iniziare.
“Dobbiamo avere il coraggio di osare, di non aver paura di affrontare insieme un 2023 che non sarà in discesa ma verso il quale, e guardando alle nostre capacità e con grande senso di responsabilità, possiamo dire: continuiamo così”, scrive il manager nella lettera.
Tim: recuperata una visione industriale adatta alle sfide del mercato
Il manager ha rivendicato la nuova strategia industriale adottata per il rilancio del gruppo e ha ricordato che Tim sta lavorando “alla focalizzazione sui differenti business model (Infrastrutture, Consumer, Enterprise)”. “Sono mercati che si muovono con dinamiche differenti e l’approccio “one size fits all” non va più bene. L’aver mostrato al mercato il valore che possiamo esprimere attraverso il nostro piano di “delayering”, ossia di focalizzazione sui diversi segmenti di business, (presentato meno di 6 mesi fa) ha già avuto un effetto positivo perché i principali analisti hanno cominciato ad esprimere valutazioni riguardo alla somma delle parti superiore del 16% rispetto all’azienda integrata, ma sono sicuro che questo valore sia anche maggiore”, ha aggiunto Labriola.
“Sulle infrastrutture ci troviamo di fronte a un’ondata di investimenti pari solo a quella che ha caratterizzato il nostro gruppo quando era concessionario pubblico”, sottolinea ancora il manager ribadendo la visione del suo piano: superamento dell’integrazione verticale, nuovi modelli di costo per remunerare il capitale e un consolidamento del settore dove la pressione competitiva ha raggiunto livelli estremamente elevati.
“Il mercato consumer italiano – scrive – è caratterizzato da una pressione competitiva che non ha pari in Europa e nel mondo e questo porterà auspicabilmente ad un consolidamento del mercato. Per affrontare questo cambiamento dobbiamo diventare più efficienti e questo è un obbligo, non una scelta”, ha concluso Labriola, che ha osservato anche come sul segmento Enterprise l’azienda sia “leader indiscussa” ma come al tempo stesso “non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo affrontare e vincere le prossime sfide come quelle del Cloud, della Cybersecurity e dell’IoT“.
Tim: governo al lavoro sulla valutazione della rete
La lettera di Labriola ai dipendenti arriva alla vigilia di un nuovo incontro tecnico tra i rappresentanti della presidenza del Consiglio, del Mimit, del Mef, di Vivendi e Cdp Equity che dovrebbe finalmente arrivare a parlare di possibili soluzioni per realizzare la Rete Nazionale.
“Emerge il forte impegno del governo nel portare avanti l`analisi del dossier e la disponibilità a sostenere interventi di sostegno al settore delle tlc che implicitamente supportano la valutazione dell’asset rete. Non ci sono però ancora indicazioni chiare su quanto sarà effettivamente implementato al termine di questa analisi” fanno notare gli analisti di Equita. Inoltre emerge “l’esigenza di tempi più lunghi per arrivare a una soluzione condivisa”, scavallare nel primo semestre del 2023 mal si concilia però con le tempistiche previste dai piani di Labriola che a febbraio avrebbe dovuto presentare l’aggiornamento del piano industriale, questa volta con un elemento di discontinuità come la separazione della Netco che gli avrebbe consentito di migliorare ulteriormente le guidance.
Scommettendo su un’accelerazione la Borsa ha chiuso con il titolo Telecom Italia in rialzo del 2,23% a 21,6 centesimi.