Uno dei principali artisti che lavorano oggi, Isaac Julien è acclamato a livello internazionale per i suoi avvincenti film lirici e installazioni di videoarte. Questa ambiziosa mostra personale traccerà lo sviluppo del suo lavoro pionieristico nel cinema e nel video nell’arco di quattro decenni dagli anni ’80 fino ai giorni nostri, rivelando una carriera che rimane ferocemente sperimentale e politicamente carica come lo era quarant’anni fa. La mostra – da aprile 2023 alla Tate Britain di Londra – presenterà una selezione di opere chiave dai primi film rivoluzionari di Julien e video immersivi a tre schermi realizzati per l’allestimento della galleria, alle installazioni multischermo caleidoscopiche e scultoree per le quali è famoso oggi. Insieme, esplorano come Julien abbatte le barriere tra le diverse discipline artistiche attingendo dal cinema, dalla danza, dalla fotografia, dalla musica, dal teatro, dalla pittura e dalla scultura.
Mostra Isaac Julien: dal Sankofa Film and Video Collective all’ultimo film “Once Again”
La mostra si aprirà con i primi esperimenti di Isaac Julien con le immagini in movimento, prodotti nel contesto del Sankofa Film and Video Collective. Fondato da Julien nell’estate del 1983 insieme a Martina Attille, Maureen Blackwood, Robert Crusz e Nadine Marsh-Edwards, questo gruppo di studenti d’arte londinesi provenienti da tutta la diaspora africana, asiatica e caraibica ha svolto un ruolo fondamentale nella creazione del cinema indipendente nero in Gran Bretagna.
Quattro opere di questo periodo saranno riunite alla Tate Britain, tra cui il primo film di Julien, Who Killed Colin Roach? (1983) – concepito come risposta ai disordini seguiti alla morte di un giovane all’ingresso di una stazione di polizia, Territories (1984), incentrato sull’esperienza dei Black British nei primi anni ’80, e This is Not An AIDS Advertisement (1987), un’opera importante della storia LGBTQIA+ che continua a risuonare con forza oggi. Sarà presente anche il film cardine dell’artista che esplora il desiderio nero e queer – Looking for Langston (1989), che unisce poesia e immagine per guardare al mondo privato degli artisti e scrittori neri che facevano parte del Rinascimento di Harlem negli anni ’20. L’uso della danza da parte di Julien per articolare il movimento delle persone attraverso diversi continenti, tempi e spazi, si riflette nella pionieristica installazione cinematografica a tre schermi Western Union: Small Boats (2007) e nello spettacolare Lina Bo Bardi – A Marvelous Entanglement (2019). In Western Union, una serie di vignette coreografate dal famoso Russell Maliphant creano una riflessione poetica sulle storie di migrazione africana e sugli effetti del trauma su persone, edifici e monumenti. Nel frattempo, A Marvelous Entanglement presenta una straordinaria performance di Balé Folclórico da Bahia filmata al Museo di Arte Moderna di Bahia in Brasile, che medita sull’eredità della visionaria architetto e designer modernista Lina Bo Bardi (1914–1992).
Per la prima volta in Europa, la mostra presenterà in anteprima l’ultimo film dell’artista, Once Again…(Statues Never Die) (2022), che esplora il rapporto tra il collezionista statunitense Albert C. Barnes e il famoso filosofo e critico culturale Alain Locke , noto come il “padre del Rinascimento di Harlem”. Il film esamina la loro storica relazione, il suo dialogo critico reciprocamente formativo e il suo impatto significativo sul loro lavoro di educatori e attivisti per conto di varie cause afroamericane.
In mostra anche l’installazione cinematografica Julien Lessons of the Hour
La mostra presenterà anche l’acclamata installazione cinematografica di dieci schermi di Julien Lessons of the Hour (2019). Un ritratto della vita e dei tempi del combattente per la libertà auto-liberato Frederick Douglass, questo lavoro può essere visto per rappresentare l’impegno di 40 anni di Julien per l’attivismo culturale, la politica e la poetica dell’immagine e l’influenza morale e sociale dell’immagine -fabbricazione.