Banco Bpm, Unicredit e Intesa Sanpaolo superano i requisiti Srep fissati dalla Banca Centrale Europea.
Banco Bpm
Banco Bpm ha fatto sapere di aver ricevuto da parte dell’Eurotower la decisione prudenziale, contenente gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale. Per il Banco Bpm la Bce ha fissato all’8,7% il requisito patrimoniale minimo in termini di Cet 1 che la banca dovrà rispettare nel 2023, al termine del processo annuale di revisione prudenziale Srep. Lo scorso anno la soglia era stata fissata all’8,52%. Il target si ottiene considerando, tra le altre cose, il requisito minimo di Pillar 1 pari al 4,5% e un Pillar 2 pari, nella sua componente di Cet1, all’1,446% dall’1,27% dello scorso anno.
Banco Bpm fa sapere che che ‘il requisito Pillar 2 di fondi propri comunicato dalla Bce a Banco Bpm è pari complessivamente al 2,57%, invariato rispetto all’anno precedente”, al netto di 18 punti base relativi al rilascio di una deduzione dal Cet 1. “Al netto di tali elementi – ribadisce la banca – il Pillar 2 risulta quindi invariato rispetto a quello assegnato per il 2022, nonostante il peggioramento nel frattempo intervenuto nella situazione geopolitica ed economica”. Il Tier 1 minimo per il 2023 è pari al 10,68% e il Total capital ratio al 13,32%. Banco Bpm “supera ampiamente” questi requisiti, dato che al 30 settembre poteva contare su un Cet 1 fully phased al 12,39%, un Tier 1 al 14,64% e un Total capital ratio al 17,54%. La banca, infine, conferma ‘”a guidance di un Cet 1 ratio fully phased maggiore del 13%”.
Unicredit
Anche per quanto riguarda Unicredit, nell’ambito del processo annuale di revisione prudenziale Srep, la Bce ha alzato il livello patrimoniale minimo che la banca dovrà rispettare nel 2023 portando il requisito Pillar 2 a 200 punti base dai precedenti 175. Unicredit dovrà avere un Cet 1 pari almeno al 9,2% (dal 9,03 dello scorso anno), un Tier 1 di almeno l’11,08% (dal 10,86%) e Total capital ratio di almeno il 13,58% (dal 13,3%).
UniCredit sottolinea di “rispettare ampiamente” questi requisiti, dato che al 30 settembre poteva contare su un Cet 1 fully loaded al 15,41%, un Tier 1 al 17,94% e un Total capital ratio al 20,76%. “Non vi è quindi alcun impatto sulle politiche distributive di Unicredit per il 2022 e per il futuro, sul funding plan né sul target di capitale, che rimangono come da guidance”, ribadisce l’istituto guidato da Andrea Orcel. Il buffer Maximum distributable amount al 30 settembre 2022, conclude, “era molto ampio e pari a 635 punti base e il livello pro forma per il Pillar 2 sarebbe di 621 punti base”.
Intesa Sanpaolo
Infine, per Intesa Sanpaolo il requisito patrimoniale minimo in termini di Cet 1 che Intesa Sanpaolo dovra’ rispettare nel 2023 è stato fissato all’8,88%, in linea con quello del 2022 (pari all’8,81%. Il target si ottiene considerando tra le altre cose “il requisito Srep in termini di Total Capital ratio pari al 9,72%, che comprende il requisito minimo di Pillar 1 dell’8%, nel cui ambito il 4,5% in termini di Common equity tier 1 ratio, e un requisito aggiuntivo di Pillar 2 dell’ 1,72%”, contro l’1,79% dello scorso anno, “nel cui ambito lo 0,97% in termini di Common equity tier 1 ratio” (da 1,01%). Intesa supera ampiamente questi requisiti, spiega la banca in una nota, sottolineando che al 30 settembre, deducendo 3,4 miliardi di buyback e 2,3 miliardi di dividendi maturati nei nove mesi, poteva contare su un Cet 1 al 12,6% e un Total capital ratio al 17,5%.