Gli acquisti su Telecom (+3%) e titoli pharma consentono a Milano di chiudere in rialzo dello 0,11% (a 24.303 punti base) la volatile seduta odierna, in un contesto europeo debole e moderatamente influenzato dal rimbalzino di Wall Street.
Sono in leggero calo Francoforte (-0,44%), Amsterdam (-0,48%), Parigi -0,41%, Madrid -0,32% e Londra -0,4%. Nella city si apprezza però il titolo del London Stock Exchange Group (+3,29%), dopo l’annuncio che Microsoft (+2%) acquisirà una quota del 4% del capitale nell’ambito di una partnership strategica di dieci anni.
Oltreoceano la borsa Usa si sta muovendo in progresso frazionale, dopo aver archiviato venerdì scorso la peggior settimana da settembre.
L’euro dollaro è favorevole alla moneta unica con il cambio in area 1,054.
A dare un segnale di riscatto è il petrolio: il Wti che si apprezza al Nyse del 3,9% a 73,79 dollari al barile, mentre il Brent mostra un guadagno del 2,86% a 78,28 dollari al barile. Il greggio però è reduce da una settimana da dimenticare, la peggiore da un anno a questa parte, nel corso della quale ha perso circa l’11% a causa del timori sulla domanda globale.
Giornata volatile per il gas, che ha oscillato tra i 130 e i 138 euro circa al Mwh mentre a Bruxelles in mattinata si sono incontrati il presidente presidente Commissione e direttore Aie, poiché il prossimo anno potrebbero mancare all’appello 30 miliardi di metri cubi di metano in Europa. “È il momento di accelerare sugli acquisti comuni di gas”, ha commentato Ursula Von der Leyen. Nulla invece è ancora scontato sul price cap.
Yellen: inflazione molto più bassa nel 2023
Le bocce sono praticamente ferme sul grande tavolo della finanza mondiale in avvio di una settimana clou per l’inflazione e per le decisioni delle banche centrali.
Mercoledì si pronuncerà la Bce e giovedì la Fed, con le attese di rialzi di 50 punti base da parte di entrambi gli istituti, ma non si può mai dire, perché tutto costa sempre di più sia negli Usa sia in Europa.
Domani, tra l’altro, sarà divulgato l’attesissimo andamento di novembre dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, dopo che i prezzi alla produzione visti venerdì scorso hanno rallentato ma meno del previsto, creando qualche malumore.
A dare una mano all’umore degli investitori contribuisce però la segretaria al Tesoro ed ex presidente della Fed Janet Yellen, secondo la quale l’inflazione ciclopica di questi mesi, almeno negli Usa, ha i giorni contati: “Credo che entro la fine del prossimo anno vedremo un’inflazione molto più bassa se non ci sarà uno shock imprevisto”, ha detto alla Cbs. E anche: “c’è un rischio di recessione” ma “certamente non è qualcosa di necessario per abbassare l’inflazione”.
Da sottolineare che nei prossimi giorni ci saranno anche le riunioni della banca centrale del Giappone e della banca centrale inglese.
Da Londra sono giunte buone notizie sulla crescita: l’economia britannica ha registrato un rimbalzo dello 0,5% a ottobre rispetto a settembre, dopo un calo particolarmente marcato nel mese precedente a causa di un giorno festivo per i funerali di Elisabetta II.
Piazza Affari in salute
Rimbalzano i titoli della salute di Piazza Affari, in particolare Recordati (+2,57%) e Diasorin (+2,6%).
La maglia rosa del giorno va però a Telecom, che si muove sempre al ritmo delle incessanti indiscrezioni sul futuro della rete, in vista del cda di giovedì da cui potrebbero emergere novità.
Tra le banche rimbalza Unicredit +1,37%, titolo penalizzato la scorsa settimana.
Bene Nexi +1,19%, dopo che Morgan Stanley ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 10,25 euro da 10 euro precedente
Perdono quota alcuni titoli industriali, utility e oil: Cnh -1,76%; Pirelli -2,1%, Hera -1,84%, Tenaris -0,97%. In rosso Unipol -1,14%
Stm cede l’1,11% nel giorno dello stacco dell’acconto sul dividendo da 0,06 dollari per azione. Male anche Azimut -1,04%, nonostante il buon andamento della raccolta netta di novembre.
Fuori dal paniere principale Tod’s limita i danni all’1,68%, dopo un esordio in profondo rosso a seguito della notizia che la famiglia Della Valle ha rinunciato al piano d’incorporazione in DeVa e quindi al delisting del titolo. Secondo Equita è così venuto a mancare sulle azioni l’appeal speculativo dovuto al prezzo legato al diritto di recesso che il broker ha stimato intorno a 36 euro.
Spread e tassi poco mossi
Niente di eclatante neppure sul secondario. Lo spread resta a 188 punti base e il decennale italiano vede un rendimento in leggerissima salita al 3,81% contro l’1,93% del Bund di pari durata.