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Le Comunità energetiche italiane avranno il sostegno di Enea e Confcooperative

Accordo strategico tra due istituzioni impegnate nella ricerca energetica. Il governo deve emettere i decreti attuativi.

Le Comunità energetiche italiane avranno il sostegno di Enea e Confcooperative

La nascita delle comunità energetiche rinnovabili trova sulla propria strada un accordo tra Enea e Confcooperative. L’organizzazione delle imprese sociali e l’Ente di ricerca hanno firmato un protocollo per spingere sulle istituzioni ed agevolare la nascita delle nuove aggregazioni energetiche. L’Italia è in ritardo su queste forme solidaristiche previste nel progetto europeo della decarbonizzazione. L’intesa arriva pochi giorni prima della fine della consultazione pubblica avviata dal Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. La scadenza, infatti, è fissata al 12 dicembre prossimo, data entro la quale associazioni, enti, cittadini, possono inviare al Ministero le proposte di merito.

La consultazione del Ministero sulle comunità energetiche scade il 12 dicembre

Concooperative ed Enea sono pronte a dare il supporto necessario alle organizzazioni ed ai Comuni per recuperare i ritardi accumulati. Negli ultimi due anni in Italia sono nate soltanto poche decine di comunità. Bisogna, invece, favorire la diffusione di nuove tecnologie, di un modello di produzione energetica distribuito e collaborativo, che vede protagoniste le persone. Per questo ed altro ” nelle comunità energetiche vediamo non solo l’opportunità di una promozione cooperativa- dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative. ll riferimento alla crisi energetica post aggressione russa all’Ucraina è scontato per i firmatari dell’intesa. La guerra, sotto il profilo energetico, ha toccato un Paese dipendente per l’80 % dalle importazioni di gas e petrolio e che sulla transizione energetica prosegue tra alti e bassi. Le comunità hanno il loro valore nella solidarietà tra cittadini che fanno a monte la scelta di usare energie rinnovabili. D’altra parte si tratta di una scelta che incontra il favore delle società energetiche che si stanno attrezzando per gestirle al meglio.

Si aspettano i provvedimenti attuativi del governo.

Per l’Enea l’accordo è strategico. Confcooperative è una organizzazione capillare che ha nella propria ragione sociale la cooperazione tra soggetti. “Noi miriamo a perfezionare e valorizzare strumenti e servizi di autoconsumo diffuso e smart energy community in modo da mitigare la povertà energetica e accelerare la transizione energetica ed ecologica attraverso una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili e la partecipazione attiva dei cittadini al mercato dell’energia”, commenta il Presidente dell’Enea Gilberto Dialuce. Dal governo si attendono, però, i decreti attuativi per dare piena concretezza ad un modello sociale avanzato basato sullo scambio di energia a livello locale. In questo modo si abbassa la dipendenza- e quindi la domanda- di energia dal sistema elettrico nazionale. I prossimi provvedimenti dovrebbero avere una valenza quinquennale con l’installazione totale di 5 Gigawatt. Dove le comunità sono state create si è passati dalla produzione elettrica delle centrali, a tanti piccoli produttori diffusi nei Comuni. Non è poco.




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