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La porchetta migliore d’Italia? Per il NYT non è laziale ma siciliana e la produce il re dello street food, Giuseppe Oriti

Senza nulla togliere alla porchetta laziale, abruzzese e umbra ,il New York Times elegge quella messinese prodotta da una piccola trattoria, Il Vecchio Carro a Caronia

La porchetta migliore d’Italia? Per il NYT non è laziale ma siciliana e la produce il re dello street food, Giuseppe Oriti

La porchetta migliore d’Italia è siciliana. Niente Ariccia o Norcia dove la porchetta è praticamente un’istituzione. Questo è il responso, per molti sorprendente, del New York Times. La celebre testata statunitense ha avuto modo di celebrare l’enogastronomia del nostro Paese e ha inserito la porchetta della provincia di Messina (a base di suino nero dei Nebrodi) nella top 5 delle specialità gastronomiche mondiali. Ma chi produce la migliore porchetta d’Italia, e secondo il New York Times, del mondo?

Il merito va a Giuseppe Oriti, proprietario della trattoria “Vecchio Carro”, a Caronia, in provincia di Messina. Immerso nello splendido scenario naturalistico del Parco dei Nebrodi, l’agriturismo e ristorante il “Vecchio Carro è una realtà consolidata da oltre due decenni. Ma la vera svolta arriva più o meno 10 anni fa, insieme a numerosi premi, come: Miglior trattoria del Best in Sicily nel 2019 e il più recente riconoscimento ottenuto dalla guida Top Italian Food 2022 del Gambero rosso dedicata alle eccellenze italiane.

Dal Lazio alla Toscana fino all’Abruzzo: la porchetta regna

Anche se la corona per la migliore porchetta d’Italia è andata alla Sicilia, ci sono molte realtà che possono vantare una porchetta di tutto rispetto. Partiamo dal presupposto che la porchetta è un piatto tipico dell’Italia centrale e di poche zone del settentrione, che sia quella di Ariccia o di Norcia e di Grutti in Umbria, di Campli in Abruzzo, della Toscana meridionale, delle Marche. La porchetta qui è un vero culto.

Nella Toscana meridionale, nei Castelli Romani del sud, in Sabina e in altre aree del centro Italia, si aromatizza con il rosmarino. Tipiche sono quelle laziali di Selci (PAT) e quella di Ariccia (IGP), dove si trovano le famose “fraschette”, in cui si possono gustare porchetta, vino locali e altri piatti tipici della tradizione laziale (carbonara, amatriciana e trippa).

Nella Tuscia, in Umbria, nelle Marche e in Romagna invece si aromatizza col finocchio selvatico. Tipiche di questa tradizione sono le porchette che si preparano a Cellere (F.lli Forati), Soriano nel Cimino, Bagnaia, Vignanello, Vallerano e Sutri (Tuscia viterbese) e a Costano, in Umbria. La porchetta di Campli, in Abruzzo, si differenzia per aromi, tempi e modi di cottura (non si usa il finocchio selvatico).

Realizzata con suini allevati allo stato semibrado, senza mangimi antibiotici, alimentati con cereali per un percorso naturale della crescita.

Oriti gestisce la trattoria insieme alla moglie Eliana Carroccetto, chef in carica. Specializzata nell’allevamento allo stato semibrado di maiali neri di razza autoctona dei Nebrodi – in via di estinzione – e di conseguenza, nella produzione della porchetta, l’azienda è diventata un punto di riferimento per i tour culinari siciliani. Ma cosa la rende così speciale?

Per realizzare la loro famosa porchetta, il gusto della carne viene esaltato attraverso un procedimento di massaggiatura insieme al sale marino siciliano, al finocchietto selvatico ed altre spezie dell’azienda che precede la cottura nel forno a legna per 12 ore a poco più di 72 gradi. Uscita dal forno, viene abbattuta velocemente e confezionata sotto vuoto per tre mesi. Molto dipende però sul metodo di allevamento allo stato semibrado, naturale, senza utilizzare mangimi antibiotici ma cereali per ottenere un percorso naturale della crescita.

Ma quando si fa porchetta? Il maialino deve essere sempre giovane (massino quattro mesi) e sui 15 chili di peso. Dopo questa età e il superamento del peso limite, si producono salsiccia, salame, lardo, carne fresca.

Quindi ci vuole molta pazienza e accortezza, motivo per cui la sua porchetta è un prodotto di nicchia che l’azienda di Oriti vende a pochi utenti, con cui partecipa a fiere ed eventi con il ghiotto panino da “streed food”.

Oriti de “il vecchio carro” considerato il re dello street food

Il panino con la porchetta di suino nero dei Nebrodi de’ Il Vecchio Carro è la specialità più amata del Messina Street Food Fest, per il terzo anno consecutivo. Già nel 2018 e nel 2019 Giuseppe aveva vinto il primo premio come operatore più gradito della grande festa del cibo di strada promossa e organizzata da Confesercenti Messina. Anche per questa quarta edizione, ritornata dopo lo stop di due anni per la pandemia da Covid-19, il panino con la porchetta e la cipolla caramellata ha trionfato ancora una volta tra le 40 specialità provenienti da tutta Italia. Sempre presente nelle manifestazioni più importanti organizzate in Sicilia e in tutta Italia, Oriti è diventato il re della porchetta e dello street food.

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