La volatilità che sta caratterizzando i mercati in questi mesi continua ad attirare l’attenzione verso il settore dell’energia, con molti analisti che confermano la posizione buy sulle azioni energetiche. Secondo un report di Reuters, nonostante il rialzo dei tassi di interessi della FED che potrebbe portare a una recessione globale, riducendo quindi anche la domanda di energia, bisogna considerare che i titoli energetici a Wall Street sono aumentati del 46% dall’inizio dell’anno.
D’altronde i tagli alla produzione da parte dell’OPEC+ potrebbero rappresentare un’adeguata risposta allo spettro della recessione mondiale, mantenendo scarsa l’offerta di idrocarburi per garantire utili interessanti anche nei prossimi mesi. Se l’offerta dovesse rimanere limitata i prezzi delle materie prime energetiche potrebbe tenere, ma anche essere protagonisti di nuovi rialzi a seconda dello sviluppo del contesto macroeconomico e geopolitico.
Diversa la situazione per il settore bancario, diventato un osservato speciale di molti trader in quanto potrebbe essere al centro di una nuova fase di alta volatilità. Secondo Moody’s, per le banche italiane esiste un concreto rischio di credito nel 2023, soprattutto qualora si dovesse verificare una perdita di valore dei BTP detenuti dagli istituti di credito italiani, considerando che le banche hanno il 10% del debito sovrano nazionale all’interno dei loro bilanci.
Trading online: fattori da considerare secondo Mercati24.com
Come si spiega nella guida al trading di Mercati24, portale d’informazione finanziaria, la volatilità è una componente utile per i trader in quanto offre maggiori opportunità di speculazione, tuttavia richiede la massima attenzione alla gestione del rischio e all’analisi finanziaria. È quanto sta succedendo sui mercati finanziari in questo momento, contraddistinti da una volatilità in costante aumento dall’inizio dell’anno, con l’indice VIX salito dell’87% nel 2022 passando da 16 ad oltre 31 punti, a dimostrazione del momento di forte turbolenza vissuto dai mercati.
Per quanto riguarda il settore energetico il sentiment del mercato è positivo al momento, con i fondi di private equity e venture capital che hanno aumentato gli investimenti nelle aziende europee legate all’energia. Nonostante la debolezza dei prezzi delle materie prime energetiche, la riduzione della produzione globale di greggio è stata accolta positivamente dagli operatori di mercato, ma rimane un clima di incertezza che lascia spazio alla speculazione di breve termine su gas e petrolio.
Ovviamente, deve rimanere alta l’attenzione per un settore energetico ancora overperforming, con una forte componente speculativa legata soprattutto alle tensioni geopolitiche tra Russia e Unione Europea. Non da meno è il rallentamento dell’economia in Cina, con la frenata del Dragone dovuta principalmente a alla stretta del credito e alla crisi del settore immobiliare, oltre agli effetti delle sanzioni USA rivolte al comparto tecnologico e in particolare all’industria dei semiconduttori.
La recessione globale potrebbe invece avere effetti negativi per i titoli bancari. Tuttavia, i rialzi dei tassi della BCE e soprattutto l’aumento dei rendimenti dei titoli Stato potrebbero favorire alcuni istituti di credito più resilienti. In modo analogo ai titoli energetici, anche i bancari stanno mostrando fluttuazioni significative in queste settimane, condizione che potrebbe perdurare nei prossimi mesi e va monitorata con la massima attenzione.
I titoli bancari ed energetici da monitorare nei prossimi mesi
Tra le banche italiane da tenere sotto controllo da parte dei trader ci sono titoli come Intesa Sanpaolo (ISP), BPER Banca (BPE), Banca Mediolanum (BMED) e FinecoBank (FBK). In particolare, su Intesa Sanpaolo la maggior parte degli analisti condivide una posizione buy, con un target price stimato a 2,7 euro secondo gli analisti di Equita Sim. Secondo Bluerating, invece, il target price di Banca Mediolanum si attesta a 8,60 euro e quello di FinecoBank a 14 euro, mentre Kepler Cheuvreux vede un prezzo obiettivo per BPER Banca a 2,3 euro.
Tra le banche americane l’attenzione è rivolta a Wells Fargo, considerato dagli analisti di Bank of America l’istituto più protetto dalla contrazione dell’investing banking e del trading azionario negli Stati Uniti. Gli esperti della banca americana hanno un giudizio positivo anche su Morgan Stanley grazie alla sua capacità di crescita strategica, con possibilità di rialzo anche per JP Morgan per via dell’elevata capitalizzazione della banca d’investimento USA e l’attuale debolezza del titolo.
Naturalmente, nello scenario odierno è fondamentale rafforzare il risk management nel trading online, un’attività cruciale per i trader, soprattutto nei momenti di maggiore incertezza e turbolenza. La gestione del rischio permette di operare con più resilienza anche in contesti difficili, imparando ad usare correttamente strumenti indispensabili come stop loss e take profit, senza trascurare l’importanza dell’analisi finanziaria per valutare in modo ottimale le opportunità di investimento in base al proprio profilo di rischio.